Le notti porno nel mondo n.2 - Film (1978)

Massaccesi recupera il materiale eliminato per motivi di censura dal primo episodio e sostituisce la Gemser con la coppia Lotar-Wilson, nei panni della giornalista e della hostess-viveur. I dialoghi tra le due sono una rielaborazione psico-socio-sessuale del pensiero filosofico da Lutero ad oggi e meritano da soli la visione del film. Le scenette sexy ricalcano la banalità di quelle del film precedente, hanno il solo pregio di essere un po' più spinte. Il finale con le due protagoniste che si danno al lesbo gli fa guadagnare 1/2 punto in più.

Massaccesi raccoglie la fiaccola dalle mani di Mattei e realizza a tamburo battente una seconda puntata che assembla pezzi girati per l'occasione, molti sul filo dell'hard, scarti del film precedente e scene di repertorio risalenti almeno a quindici o vent'anni prima. Come sempre però Aristide dimostra di avere una marcia in più, con la capacità di dare un suo tocco inconfondibile anche ai materiali più bassi. Esilaranti i dialoghi "colti" (ma chi li avrà scritti?) fra la Hedman e la Wilson prima del bollente e prevedibilissimo finale saffico.

Caotico mix di scene di repertorio (non erotiche) e sequenze girate ex novo sullo stile di Follie di notte e, in particolare di Notti porno nel mondo. Qui Massaccesi utilizza come presentatrice l'ambigua Ajita al posto di Laura Gemser e le affianca (soprattutto in chiusa) la più esperta Marina Lotar. Ne esce un film che rasenta, in più contesti, l'ilarità per sequenze retoriche talmente fasulle che evocano in più contesti commiserazione invece che eccitazione. Restano però validi l'uso sapiente della colonna sonora e il buon ritmo visivo.

Lavoro puramente "di recupero" che tra sequenze scartate dal predecessore, filmati di repertorio e alcune scene girate ex novo cerca di costruire un finto-mondo per sfruttare fino all'ultimo il truffaldino filone; di porno non c'è nulla, di erotico solo qualche scena di sesso simulato male e tanti nudi. Le varie scenette ricostruite suscitano quasi sempre una noia mortale e più raramente ilarità, così come i dialoghi pseudo filosofici della coppia Wilson/Hedman, che vanamente vorrebbero dare un tono da inchiesta di un certo livello al tutto. Da evitare senza indugi.

Manco a dirlo, di "porno" non v'è traccia alcuna e tutto sommato anche di "mondo", visto che il film è tutto girato in interni con ambienti ricostruiti. Appare evidente che la pellicola di Joe D'Amato vorrebbe tardivamente unirsi a quella vasta schiera di finti documentari primi Anni '60 con spogliarelliste in lingerie e squallidi night club. Da buon "n. 2" c'è pure l'aggravante dello scarto del precedente. Marina Hedmnan (Lotar, Frajese) e Ajita Wilson, allora icone del cosidetto cinema proibito. Resta solo l'iconica immagine del lancio di palline da golf... da una vagina!