Alla veneranda età di 101 anni, de Oliveira dirige un film alla sua maniera, in cui racconta una storia d'altri tempi (ma con diversi riferimenti al difficile presente portoghese) tratta da un racconto di uno scrittore dell'Ottoceto. I ritmi
sono rarefatti ma la breve durata (appena 64 minuti) lo fanno ben digerire, anche se non riesce ad emozionare molto e lascia un po' indifferenti, anche a causa di un finale che, per quanto
beffardo e non privo di significato, arriva (quasi) improvviso a "gelare" lo spettatore.
Durante un viaggio in treno, un ragioniere confida ad una sconosciuta la storia del suo amore per una giovane trasognata. Gli eventi si dipanano seguendo un ritmo calmo e rarefatto, in ambienti chiusi e crepuscolari che creano un'atmosfera joyciana, confermata dal finale improvviso e beffardo. Un'opera breve (64 minuti) di grande malinconia, un dramma intimista che nasce dalle piccole cose di tutti i giorni. Insomma, si potessero compiere 101 anni come fa Oliveira!
MEMORABILE: "Ciò che non vorresti dire a tua moglie, ciò che non vorresti dire al tuo migliore amico, dillo ad uno sconosciuto".
La brevità della pellicola, poco superiore all'ora, fa sì che si riesca a giungere fino alla fine senza grandi difficoltà, anche se la cosa non è agevolata da ritmi estremamente lenti e dalla totale assenza di avvenimenti che coinvolgano lo spettatore. Non certo un brutto film, ma neanche un'opera che riesca ad emozionare. Pur svolgendosi ai giorni nostri (treno e computer, per altro mai utilizzato) l'atmosfera è quella dell'ottocento (epoca in cui è ambientato il romanzo da cui è tratto). **!
Tanto ha fatto quel povero ragazzo per guadagnar dei soldi e potersi sposare, e poi ecco all’improvviso scoprire la “stranezza” della sua fidanzata. Attualizzato (male) dall’originario racconto ottecentesco di Queiroz, il film sembra un pezzo di antiquariato per il plot e per come è narrato. Un’opera dignitosa, girata con un’eleganza di tutto rispetto, ma priva di contatto con la realtà, inutile, che il maestro del cinema portoghese ha diretto a 101 anni, mostrando un’invidiabile lucidità ma anche (comprensibilmente) l’appartenenza al passato.
Manoel de Oliveira HA DIRETTO ANCHE...
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