Ford torna ai temi di Furore, ma in minore, scegliendo un registro pittoresco-bozzettistico per descrivere la famiglia di contadini travolta dalla povertà. La profonda amarezza sentita per il destino di questi sempliciotti, descritti in modo quasi caricaturale, che implodono nella loro miseria e nella loro follia (il finto lieto fine è spietato) si mescola con un umorismo che impregna ogni scena, regalando i suoi momenti migliori nelle sequenze canterine della predicatrice maniaca, che prendono in giro certa religiosità ottusa.
La via del tabacco, ridotta a una strada fangosa con profondi solchi dove una volta passava la ricchezza, rappresenta la decadenza di tutte le cose di questo mondo che, abbandonate, non vengono rinnovate. L'inesorabile avanzare del tempo che rende irrealizzabili i sogni dei vecchi che non si arrendono al loro stato e l'inutilità di giovani inetti e faciloni. Della gioventù c'è anche la bellezza, impersonata da una splendida, nonostante i poveri vestiti, Tierney, che sogna il marito della sorella. Un film triste con momenti tristemente comici.
MEMORABILE: La corsa di Gene Tierney, a piedi nudi nel bosco.
il film sulle disavventure della famiglia Lester, coltivatori ridotti in miseria dalla grande Depressione, si presenta come la versione in chiave picaresca di quel Furore diretto da Ford solo un anno prima, ma in questo affresco rurale il grottesco ha un sapore amaro, tra vecchi stolti, spose tredicenni, ragazze vogliose, figli scemi fatti sposare a vedove con il doppio dei loro anni. Un "brutti e sporchi" meno cattivi a cui il regista regala un tenue spiraglio di speranza nell'epilogo, diverso da quello del romanzo di Caldwell, ma pur sempre in un quadro di precarietà e miseria.
MEMORABILE: Gene Tierney, pur sporca e vestita di stracci, è sempre bellissima; le nozze tra il figlio scemo e la vedova fanatica religiosa
Visto che la riduzione teatrale di Kirkland aveva sbaragliato tutti i record di permanenza in cartellone a Broadway, Ford, fra un Oscar e l'altro, pensa bene di adattare il romanzo di Caldwell anche per il grande schermo. La cupa visione di Furore della Grande crisi qui assume i toni della commedia, ma il dramma è sempre nascosto dietro ogni risata e il forte cinismo del testo originale viene "ammorbidito" ad arte. Il film è buono e si lascia guardare agevolmente, anche se il tipo di comicità e gli argomenti trattati potrebbero essere poco coinvolgenti per gli spettatori italiani.
Film sulle disavventure familiari di una stirpe alienata dalla follia. Recitazione sempre oltre le righe, caotica, disturbata da concerti di clacson, pazzi che gridano in continuazione e salmi urlati da predicatrici fanatiche. E lì in mezzo Gene Tierney, buttata lì senza un senso. Ma nulla ha un senso, nulla è comprensibile. Tutto è soffocato da un costante stato di esaltazione. Forse voleva essere comico, ma non fa ridere. Forse voleva rappresentare una denuncia sociale, ma non si capisce quale. Ci rimane fra le mani solo un pietistico assecondamento della follia.
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Buiomega71 ebbe a dire: In dvd per A&R Productions, disponibile dal 25/01/2019Non è uscito.
HomevideoDaniela • 30/05/20 19:01 Gran Burattinaio - 5930 interventi
I guai con la censura in Italia Arrivato in Italia nel 1948, il film venne tenuto sospeso dalla censura per circa un anno. L'autorizzazione alla visione con il divieto ai minori di 14 anni avvenne previo taglio di quasi 15 minuti, comprendente due sequenze (il matrimonio tra il figlio quattordicenne con un'anziana vedova e il baratto tra figlie) e la cancellazione della figura della vecchia nonna ritenuta immorale.
Dal 2007, il film è disponibile in DVD comprensivo delle scene tagliate.
Per interpretare la parte di Dude l'attore William Tracy dovette perdere peso ed anche qualche dente. Qualche mese dopo, rispondendo durante un'intervista sul suo ruolo nel film, commentò ironicamente ; "È un ruolo magnifico, uno di quelli in cui puoi affondare i denti, se hai i denti".