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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/08/11 DAL BENEMERITO MATEMALEX
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Matemalex 7/08/11 21:45 - 8 commenti

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Ultimo capitolo della trilogia iniziata con Poveri ma belli. Stavolta viene messo in evidenza il ruolo di Salvatori il quale, a causa della perdita temporanea della memoria, si renderà protagonista di alcuni simpatici siparietti. Nonostante il risultato appaia un po' fiacco, in diversi frangenti ci si diverte ancora, ma il copione dei due amici trasudanti romanità appare molto sfruttato ed il regista si orienterà, di lì a poco, su altri tipi di commedia.

Homesick 19/08/11 09:17 - 5737 commenti

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La miniserie iniziata ad alta quota con Poveri ma belli – da cui si riprende e sia amplia lo sketch delle persone “in vetrina” – si conclude con una commedia degli equivoci sì leggera ed ingenua, ma disseminata di gag simpatiche e resa scorrevole dall’esperta regia di Risi. Il ruolo del bambinone stavolta è monopolizzato dal solo Salvatori; lo spalleggiano i fidi Arena, De Luca e Panaro e il rauco tranviere Carotenuto. Il caporeparto dei grandi magazzini è lo spagnolo José Jaspe, aficionado di tanti western ed avventurosi italiani.
MEMORABILE: Il viaggio di nozze sul Roma-Firenze; Arena che vede Salvatori in TV; la cena a casa della Koscina; il guardaroba senza il fondo.

Nando 11/06/12 12:33 - 3810 commenti

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Terzo capitolo della saga romana con le due coppie oramai sposate. Il ritmo mantiene sempre una certa verve, ma la trovata dell'amnesia appare molto forzata e generata solo per mancanza di idee. Le situazioni rasentano il paradossale nonostante Salvatori mostri un impegno evidente. Rispetto agli altri capitoli questo segna decisamente il passo.

Graf 27/09/13 00:55 - 708 commenti

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I poveri ma belli si sono sposati ma rimangono poveri. Risi, con questa ultima puntata della serie, muta cifra stilistica e cambia orizzonte umano ai suoi personaggi: il regista si permette una divagazione verso la farsa degli equivoci in puro stile cameriniano e rimpiazza l’ambiente rionale e popolare di Roma con i nuovi spazi urbani creati dal boom economico come i night club, le eleganti ville, i grandi magazzini riempiti di TV e altri elettrodomestici. Il solito Risi lucido e al passo con i tempi ma che ricicla luoghi comuni e fondi di magazzino.
MEMORABILE: Una "povera ma bella" che scompare della scena (Marisa Allasio) e una "bella ma ricca" che subentra (Sylva Koscina): un pareggio nel bilancio del fascino.

Hearty76 11/04/14 00:06 - 258 commenti

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Fine d'una gradevole trilogia con i caratteristici toni svagati delle commedie fine anni '50, a mezza via tra siparietto comico e rotocalco rosa. I protagonisti si ritrovano a dover fare i conti con la realtà matrimoniale, che non è così semplice né entusiasmante... viaggio di nozze incluso! Utilizzando l'insolito espediente della perdita temporanea di memoria d'uno di loro la graziosa storiella in bianco e nero strappa più d'un sorriso benevolo e mostra un po' di quell'Italia del boom che fu.

Daniela 23/10/14 16:49 - 12622 commenti

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I due poveri ma belli si sono finalmente sposati con le loro belle ma povere. Causa botte in testa, uno dei due burini si troverà però catapultato in tutt'altro ambiente sociale... Il terzo capitolo della piccola saga, in cui la scena è quasi interamente occupata da Salvatori mentre Arena si limita a fare da spalla, è una commediola degli equivoci basata sull'espediente della perdita di memoria, con alcune gags simpatiche e ed altre invece tirate troppo per le lunghe. Fra i personaggi di contorno, spicca Memmo Carotenuto, qui afono.

Saintgifts 4/01/16 10:07 - 4098 commenti

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E finalmente le belle e i belli, (ma poveri) si sposano e partono per il viaggio di nozze. Si conclude così la trilogia che iniziò con un grande e meritato successo per aver saputo fondere le esperienze del neorealismo con la commedia popolare in un'Italia pronta a rivedere se stessa sullo schermo, come in una favola a lieto fine. Qui c'è l'aggiunta della ricchezza, ottima idea che però viene sviluppata esagerando un po' troppo una realtà piuttosto improbabile; ci si deve accontentare delle gag nate dalla situazione povera, ma più veritiera.

Rambo90 4/10/16 00:48 - 7675 commenti

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Conclusione insipida per la trilogia, con una storia che abbandona completamente lo scenario realistico romano per tramutarsi in farsa. L'idea della memoria era già trita all'epoca e qui non ha sviluppi originali. La regia svelta di Risi e alcune battute rendono il tutto guardabile, con un inizio simpatico e Salvatori si impegna a fondo (mentre Arena passa in secondo piano). Sprecato Carotenuto, finale prevedibile. Comunque un'occhiata gliela si può dare.

Pigro 10/11/17 09:34 - 9635 commenti

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Punto d’arrivo della saga di Poveri ma belli, col tentativo di un affrancamento dai moduli dei precedenti due film grazie all’utilizzo di un classico dispositivo motore di situazioni più o meno comiche: l’amnesia, che porta uno dei quattro a un’improbabile scalata sociale come direttore dei grandi magazzini. Nonostante la ripetitività del sequel al cubo, la mano salda della regia orchestra piacevolmente il racconto, mettendo a segno momenti divertenti, alternati a inevitabili rassicuranti ripetizioni.

Gabrius79 12/04/20 20:50 - 1420 commenti

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La trilogia si chiude con una pellicola diretta col consueto mestiere da Dino Risi e col solito cast in cui si dá più spazio a Salvatori, che viene circuìto dalla bella Sylva Koscina. La storia tende a trasformarsi in una farsa con equivoci annessi e talvolta si ride, anche se si è persa quella freschezza che regnava nei primi due film. Cameo di Fred Buscaglione che (ovviamente) canta.

Dino Risi HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Il segno di VenereSpazio vuotoLocandina Poveri ma belliSpazio vuotoLocandina Venezia, la luna e tuSpazio vuotoLocandina Il mattatore

B. Legnani 31/03/21 20:08 - 5523 commenti

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Mediocrissima chiusura della saga iniziata nel 1957, che stiracchia un paio di idee in maniera che talora diventa persino fastidiosa. Passi per la prima (il meccanismo dei treni presi e dei treni persi qualche sorrisino lo strappa, nonostante le sue prevedibilità), ma in séguito, dopo un'eccessiva serie di sciocchezze messa in fila del personaggio di Salvatori, la trovata (si fa per dire) della perdita della memoria, l'ingresso dello sciocco personaggio della Koscina e via dicendo portano il film in caduta libera, fino al finale, prevedibilissimo sì, ma che diventa quasi liberatorio.
MEMORABILE: La ragazza in vetrina che, oggi, acquisisce un significato un po' diverso...

Reeves 21/03/22 08:30 - 2172 commenti

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Curioso capitolo finale di una trilogia di successo che di fatto ne tradisce completamente i presupposti. Nei primi due episodi, infatti, si raccontavano i giovani usciti dal dopoguerra che incominciavano a vivere e a divertirsi; qui invece siamo in una situazione da telefoni bianchi (infatti vi sono i grandi magazzini...) e in un clima da pochade che fa passare in secondo piano anche l'avvenenza di Sylva Koscina.

Markus 12/07/22 13:52 - 3682 commenti

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La saga dei Poveri ma belli si conclude con questo inconsistente terzo atto, nel chiaro tentativo di attrarre il pubblico in sala. La tiritera amorosa diventa teatro per trascinare lo spettatore nelle vicende coniugali delle due coppie e quindi conciare la De Luca e la Panaro in signore cotonate, imborghesite e con le calze di seta. L'escamotage del film è quella della perdita di memoria di Salvatori con Arena che, capita la situazione, gli fa da spalla. Purtroppo la commistione d’idee non va a braccetto con la resa attoriale e l'aspetto ironico perde parecchio quota.
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