Commedia Anni Ottanta di Dino Risi che, nelle tv private collegate al circuito Odeon, passava spesso in seconda serata. La presenza di Michel Serrault, Carole Bouquet e Ugo Tognazzi sembrava assicurare divertimento ed umorismo, invece il tutto risulta una commedia di bassa qualità in costume, con un interprete (Coluche) che qui da noi non ha mai fatto proseliti. Dino Risi gira un decamerotico fuori stagione, che scontenta anche gli amanti della commedia sexy. Peccato, perché poteva venir fuori qualcosa di più di stuzzicante.
In estate le TV raschiano il fondo del barile e capita di vedere film giustamente dimenticati come questo: il cast e il regista farebbero ben sperare, ma purtroppo ci troviamo di fronte a uno squallido "decamerotico" dove di erotico c'è poco e di comico quasi niente (a parte le volgarità scatologiche di Coluche, per chi si accontenta). Insomma, un fallimento totale su cui stendere il classico velo pietoso.
Becera carnevalata rabelaisiana che Risi non riesce proprio a gestire e forse sarebbe stata più nelle corde di Monicelli, molto più in sintonia con questo genere di goliardie in costume (ed impegnato nel coevo Bertoldo). E dire che le trovate simpatiche non mancano, seppur non siano abbastanza in proporzione alla durata del film. Coluche si presta molto bene al personaggio del re rozzo e greve, anche se le espressioni sbigottite e sconfortate di Serrault son quelle che divertono di più. Le donne, ça va sans dire, sono una più bella dell'altra.
MEMORABILE: "Per il re, il rovescio dritto è ed il contrario sua mercé".
Francia VI secolo d.c.: Re Dagobert va a Roma per farsi perdonar dal Papa in persona la sua dissoluta vita. Un Risi totalmente snaturato: mega produzione francese in costume, sceneggiatura di Brach (Brach-Dino: bah!), cast che mescola lo sboccato Coluche (protagonista poi anche di Scemo di guerra) al nostro Ugo, Carole Bouquet (che col suo nudo regala l'unico fremito vero del film) e Sabrina Siani. Insomma già un pasticiaccio brutto nelle premesse, che tale resta impressionato sulla pellicola: grana troppo grossa. Da confrontar col coevo Bertoldo di Monicelli.
Ribalderia in splendidi costumi (Pescucci) di Dino Risi. Meglio di quanto si sente dire (vale almeno **), ha un eroe-vittima che, benché regale, incarna i difetti di tutti noi. Recitato in modo spesso artificioso ma gradevole, con volti deliziosi (cast pazzesco: Tognazzi e Moana, Lonsdale e Baccaro, fino alle subitanee apparizioni di Ceccarelli, Pazzafini, Ennio Antonelli......), paga un ritmo lento, che è perfettamente congruo con i tempi del primo Medio Evo, ma che mal si sposa col pubblico odierno. Qua e là un po' fiacco, è accompagnato da divertente musica (testo in latino) dei De Angelis.
Commedia italo-francese che prende spunto da personaggi realmente esistiti come Re Dagoberto, Papa Onorio e Eraclio Imperatore bizantino. Il film finisce però nel perdersi spesso nel boccaccesco e pecca anche di eccessiva durata. Bravissimo Tognazzi nel ruolo del doppio papa, bene anche Serrault monaco ingenuo solo all'apparenza. Invece Coluche, comico pregevole ma poco conosciuto in Italia, è troppo sguaiato e volgare. Da vedere senza troppo impegno, per farsi due risate.
MEMORABILE: I due papi si fronteggiano nella chiesa gremita accusandosi a vicenda: chi sarà il legittimo e chi l'impostore?
Risi dirige svogliatamente una fiacca commedia in costume sprecando così un cast sulla carta eccellente. La confezione è ricca e di qualità, con i costumi della Pescucci e le musiche dei De Angelis, ma il protagonista Coluche si limita a tentare di far ridere giocando tutto sulle volgarità e per il resto si punta tutto sul notevole comparto femminile che si mostra in tutto il suo splendore. Tognazzi (in doppia parte) e Serrault provano a rialzare un po' il livello, ma si ride il contagocce; almeno il "veleno" nella coda riesce a far quadrare in parte i conti.
MEMORABILE: Bouquet che esce dalla vasca da bagno; La sequenza del riconoscimento del vero papa.
Dino Risi HA DIRETTO ANCHE...
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- Il titolo originale del film (Le bon roi Dagobert), fa riferimento ad una satirica ballata folkloristica piuttosto in voga durante la rivoluzione francese perché usata in modo derisorio nei confronti della monarchia.
Nel film possiamo infatti ritrovare alcune piccole situazioni descritte per l'appunto nella simpatica filastrocca.