Gran batosta allo stomaco questo nerissimo thriller ispanico, che inizia come il più classico home invasion con rapina (un finestrone sfondato darà il via alla notte da incubo), per poi addentrarsi nei meandri della disperazione e della follia.
Un incipit che pare citare
Intacto, ma che proietta già lo spettatore in un clima di angoscia e disagio
SPOILERSi noti bene che l'uomo legato alle mani e con sacchetto di plastica sulla testa, all'inizio, non è il padre di famiglia che andremmo a conoscere, ma una precedente vittima della ghenga di spietati rapinatori albanesi che agisce nella zona. Un avvertimento che Vivas mette subito in pratica. E' toccato a lui, ora tocca a loro...
FINE SPOILERDopo che il terzetto di rapinatori (due albanesi e uno spagnolo, che, per non spoilerare troppo, consiglio di fare attenzione agli operai della ditta di traslochi a inizio film) entra nella villa del facoltoso imprenditore (con moglie e figlia) tutto degenera, tra tirate di cocaina, stupri e vendette di vittime impazzite, dove Vivas non lesina su gole squarciate, braccia spezzate, facce spappolate (che vanno a fare il paio con l'estintore di
Irreversible), semi-enucleazioni, coltellate brutali, scivolate nel pavimento della cucina imbrattato di sangue, teste maciullate e un finale che arriva come una fucilata e lascia basiti per il suo pessimismo nero come la pece e la sua ferocia nischilista che non risparmia quasi nessuno, da lasciare davvero basiti (che va, poi, a stridere , lasciando ancor più disorientati, con la canzone sui titoli di coda-la stessa che ascoltava Isa nella sua cameretta prima dell'intrusione improvvisa e bestiale-con l'ultima sequenza che è un vero e proprio pugno in faccia).
Vivas calca la mano del realismo, con piani sequenza continui, sparge tensione e defribillazione in ogni frangente (il padre e i continui prelievi al bancomat, accompagnato dal capo della gang che le intima di non fare scherzi, in un opprimente viaggio notturno fatto di opressione e angustia), fa dell'uso dello split screen (al posto del classico montaggio alternato) un mezzo per aumentare il crescere della violenza, del panico e dell'ansietà (da una parte la drastica decisione del padre, in auto, col rapinatore-forse l'unica possibile-, dall'altra la figlia che, ormai presa da uno stato di shock perenne, rende pan per focaccia al rapinatore più violento e belluino, andando a lambire il rape & revenge), arrivando ad un punto dove le "certezze" vengono annulate e non si sa più chi si salverà dalla mattanza oppure no.
Se
Hate Crime pareva il punto di non ritorno della violenza e del sadismo dell'altra faccia di
Ore disperate, Vivas va ben oltre, perchè più che per lo spargimento di sangue messo in atto, e proprio quell'epilogo inaspettato, efferato e senza speranza che il film guadagna un bel punteggio.
Poco più di 80 minuti, ma intensissimi e che fanno ben pochi sconti (la notte di sevizie e brutalità pare non finire mai).
Da noi rimasto ancora inedito, io ho il dvd spagnolo (uncut) della
Vèrtice Cine (audio spagnolo e sub inglesi), di cui non ho avuto particolari difficoltà a seguirne i dialoghi (non moltissimi a dire la verità, e facilmente comprensibili). Che , per aumentare il realismo, i rapinatori parlano, a tratti, in albanese e ostentano uno spagnolo con l'accento della loro lingua.
Da brividi il gelido e spietato capo della gang e davvero intensa Manuela Vellès che, nel gorgo dell'abuso e della sopraffazione, sa trasformarsi in una novella Jennifer da non violentare.
Per quel che mi concerne tra i migliori home invasion mai girati, sia per tensione che, soprattutto, per brutalità (con quella chiusa shock che lascia senza appigli possibili) e, non per ultimo, tremendamente realistico, come i fattacci di cronaca nera che si leggono sul giornale.
Altro che
Perchè i gatti...