Haunters - Film (2010)

Film dalle interessanti premesse, anche se derivanti da un film del calibro di Scanners, si perde ben presto in uno sviluppo piuttosto monotono e ripetitivo, fra dramma, action e commedia, senza mai sfruttare fino in fondo le potenzialità del soggetto. Sarebbe anche apprezzabile se non fosse, come spesso succede nel cinema asiatico, troppo lungo e prolisso per le effettive risorse narrative a disposizione. Il finale lascia molto perplessi per l'eccessiva ambiguità surreale.

Gamba di legno e sguardo spiritato, un ragazzo con poteri telepatici è in grado di controllare la mente delle persone, ma se ne serve per rubacchiare qualche soldo, fintanto incontra la sua nemesi - un tizio incontrollabile ed indistruttibile - ed allora diventa cattivo davvero. Curioso esordio nel lungometraggio di quello che sembra uno Shyamalan coreano: l'eroe inconsapevole rimanda a Unbreakable, i suicidi forzati a E venne il giorno. Imperfetto e con troppi tempi morti, ma il bellissimo prologo e alcune sequenze assai riuscite fanno ben sperare.

Gli assoluti senza sfumature, alle grandi manovre psico-belliche: di qua il bene, di là il male, senza rilievi, a colpi di testa, unica arma il pensiero che tutto sposta muove genera uccide cambia, quasi una larvata parabola sugli esiti di guerriglie che da ideologiche si fanno geografiche. Ma scapolato ciò assieme a qualche colpo visivo ben assestato, la schermaglia di cronenberghiano memento non funziona appieno: vuoi per l'eccessiva durata, vuoi per la monodimensionalità di protagonista e antagonista, vuoi per alcune risoluzioni imperdonabili (il taglierino). La regia c'è, lo script meno.