Imprevedibile successo al botteghino (e inevitabile secondo capitolo girato di lì a poco), THE GATE è un horror dozzinale di modestissima fattura nel quale l'unica novità è rappresentata dall'età dei protagonisti, due dodicenni che recitano meno peggio di quanto si sia portati a pensare. Certo la sceneggiatura non li aiuta, intrisa com’è di luoghi comuni e futili dialoghi/battibecchi generazionali tra il giovanissimo Stephen Dorff e le amiche petulanti della sorella. Il punto di forza dovrebbero essere gli effetti speciali, che in realtà partoriscono solo un paio di buone sequenze. I piccoli demoni lillipuziani che attaccano...Leggi tutto i protagonisti sono chiari parenti dei gremlins e dei loro affiliati ghoulies e critters, ma si distinguono per un antropomorfismo insolito che anticipa i giocattoli assassini di PUPPET MASTER. Il mostro del finale invece, che riprende un po' la fisionomia dei suoi colleghi presenti nel lovecraftiano FROM BEYOND, mostra palesemente i difetti di un’animazione creata col cosiddetto ”passo uno” (quello dei vecchi film di Harryhausen, in cui i mostri si muovevano come qui con movimenti assai poco fluidi e innaturalmente meccanici). In definitiva un film nel quale a un primo tempo pessimo, privo di un benché minimo interesse anche solo horror, fa riscontro una seconda parte leggermente più divertente ma comunque povera e figlia di mille altre pellicole magari meno note ma sicuramente più interessanti.
Penoso horror per teenager, diretto senza senso del ritmo e senza il gusto della tensione, che sfoggia una quantità estrema di effetti speciali (peraltro poco riusciti) a discapito di un minimo di gusto narrativo. Se con il seguito Takacs (che ha firmato, di interessante solo I, Madman) riuscirà a peggiorare le cose, questo è un classico titolo in grado di palesare come la metà degli anni '80 siano stati quelli in cui il genere è sprofondato in una sorta di parodia. Venne, incredibilmente, giustificato da Argento: ai tempi di Giallo (1987).
Buon film di Takaks, apprezzato in USA ma trucidato dalle fauci presuntuose dei critici italiani: la bravura di Takacs è quella di miscelare fantasia, fiaba sul Babau e horror anni '80 con abilità e, benché i non troppi mezzi, il film è molto più fantasioso e divertente di molti altri nascituri anni '80. È rivolto ad un pubblico di famiglie e all'epoca aveva fatto le fila al di fuori delle sale americane. Takacs, regista troppo prolifico, ha fatto altre buone cose in seguito.
Se a distanza di svariati lustri Joe Dante ha omaggiato questo piccolo film col suo The hole, qualche motivo ci sarà. Rappresenta il corrispettivo horror dei Goonies, infatti. Un film dedicato al target fra gli otto ed i tredici anni, età in cui non ci si vergogna di immaginare un'avventura contorniato da amici e perché nò, da una sorella. Peraltro, quando lo vidi al cinema, avevo la stessa età del bamboccio Dorff e a me fece abbastanza paura. Azzeccate alcune sequenze. Bella l'atmosfera, simpatiche le animazioni: il film non è poi così male.
Un ragazzino apre le porte dell'inferno: le conseguenze saranno facilmente intuibili. Horror per famiglie di fine anni ottanta che ebbe un inspiegato successo (che portò a girarne un sequel) pur essendo molto modesto. La regia, infatti, è inconsistente, così come la trama che non interessa e appassiona e non riesce a creare nessuno spavento. Si punta tutto sugli effetti speciali, con gli esiti detti poc'anzi.
Forse il film più conosciuto e di maggior successo del regista, nonchè titolo alquanto gettonato dai teenager degli anni '80 (in cui mi includo). Visto oggi mostra tutti i suoi limiti (specialmente gli effetti speciali), ma per l'epoca era un buon prodotto d'intrattenimento per ragazzi. Il film soffre di un primo tempo veramente risibile, in cui non succede nulla; poi la storia si movimenta un po', ma rimane molto infantile, tant'è vero che anche lo splatter è totalmente assente. Spassosi i mostriciattoli, cugini dei coetanei Ghoulies. Datato.
MEMORABILE: La toppa dei Venom sulla giacca del ragazzino all'inizio del film.
Sono piuttosto affezionato a questo tipo di fanta-horror anni 80 con protagonisti dei bimbi più la solita sorella maggiore stupidina: da piccolo ero davvero affascinato dalla locandina. Però, per quanto si possa perdonarne i difetti, è un film portato giù da una sceneggiatura bruttina, un cast così così ed effetti non proprio invecchiati bene (anche se tutt'ora li preferisco alla CG). Il ritmo è il maggior difetto, con una prima parte noiosa e solo un seguito più frizzante. Insomma, un "must" per gli appassionati, evitabile per gli altri.
MEMORABILE: Il bambino che ascolta i Venom resterà per sempre nel mio cuore.
Rivisto oggi è una bambinata in puro anni 80 style, però rimane un piccolo gioiellino. Ancora gustosi i mostriciattoli creati da Randall William Cook, così come il mostrone che sbuca dal pavimento verso il finale, chiamato a coro dai piccoli mostri, parente stretto della regina madre di Aliens. Così come è riuscita la scena dell'operaio zombi murato vivo dai colleghi. Il resto è un horror per ragazzini e con ragazzini (ma all'epoca si beccò un vm 14!), innocuo e sciocchino. Tacaks aveva talento, poi non mantenuto. Simpatico e nostalgico.
MEMORABILE: Il telefono che si squaglia; i genitori divenuti dei mostri a cui si spatascia la capoccia; il buco nel giardino; l'operaio zombi.
Classico dell'horror d'infanzia anni '80, il film ripropone tutti i pezzi forti e gli stereotipi del genere. Sceneggiatura traballante, ritmo blando e personaggi adimensionali sono supportati però da quell'atmosfera patinata, quell'ingenuità ottantesca e quella vena di malinconia che gli attuali ultra trentenni non potranno non apprezzare. Difficilmente godibile per i giovani d'oggi.
Simpatico horror per ragazzi, che tarda a ingranare per poi lanciarsi in una seconda parte scatenata e ricca di idee bizzarre. Gli effetti speciali in stop motion sono ben realizzati e sicuramente rappresentano uno dei punti di forza, insieme alla spontaneità di uno Stephen Dorff ancora ragazzino. Buona la regia di Takacs, che però poi si è perso lungo la carriera.
Filmaccio pseudhorror adolescenziale, che non crea un minimo di tensione, sembrando più un maldestro tentativo di scopiazzare La casa, adattando il tutto a una fascia d'età tra i 10 e i 15 anni. Persino i mostriciattoli sono ben poca cosa; e non fanno altro che borbottare, mordicchiare e moltiplicarsi. Il finale poi è difficilmente sopportabile, compreso il faccia a faccia protagonista-demone. In più, la banda di ragazzine, amiche della sorella, è un peso troppo grande da portare per tutta la pellicola. Evitabile.
MEMORABILE: L'amico abbraccia il cane morto; L'occhio nella mano.
Quello che mi piace degli horror anni '80 è che la stragrande maggioranza, anche quelli mediocri, hanno una certa dose di visionarietà che dà loro un sapore speciale; quest'horror non fa differenza; è un tipico prodotto anni '80, concepito per quel pubblico adolescenziale che gli ha tributato il successo ma che difficilmente attecchirebbe sui ragazzini di oggi. Brutti effetti speciali, con i demoni che sembrano tanti gorilla, ma cast sufficiente (nulla più).
La soglia per rievocare i demoni viene attraversata da un gruppetto di ragazzini e saranno dolori. Ecco un tipico prodotto baby-horror scoppiettante e divertente, pur senza dimenticare che gli aspetti demonologici non sono proprio del tutto "innocenti". Curiosi gli effetti speciali, fra il fantasioso e l'artigianale, che rendono la pellicola nell'insieme molto "palatabile", anche da un pubblico di papà. Molto bravi i giovani attori nel tipico ruolo american youth.
Più un film fantasy che un horror adatto a un pubblico di bambini, infatti ricorda molto gli episodi di Piccoli brividi. Gli effetti speciali non sono neanche male e lo stop motion nemmeno, ma per il resto non bisogna pretendere molto da questa pellicola proprio per il basso budget e per il pubblico a cui è rivolta. Merita comunque di essere visto almeno una volta.
Teen horror ottantiano di discreta fattura. Bella la trama, partendo dal gradito spunto della band heavy metal maledetta che permette di riesumare i demoni infernali. Discreti i ragazzini che interpretano i vari personaggi e "simpatici" i demoni in stop motion ala "Harryhausen". Nel complesso un prodotto tipico di quegli anni che mischia il fantasy con un po' di horror..
Si prova una sorta di fascinazione nel vedere il gruppo di ragazzini alle prese con le forze del male, mentre il mondo adulto rimane sempre precluso per un possibile aiuto (l'incomunicabilità fra adulti e bambini). La pellicola è invecchiata male, a tratti malissimo e non ci sono guizzi narrativi o registici capaci di giustificare il discreto successo anni '80. Senza esser troppo spietati, si può concedere l'onore delle armi per un paio di momenti validi e l'atmosfera teen che, fortunatamente, ridimensiona le aspettative.
MEMORABILE: L'occhio nella mano; Il mostro che esce dal pavimento della casa; Lo zombi murato vivo.
Si respira aria di Stephen King e di Goonies, con ragazzini alle prese con le forze del male. Però Takacs non è certo Spielberg e neanche Donner e non riesce a convincere granché, anche se mostra soprattutto all'inizio qualche buono spunto visionario (il pozzo/porta da cui dovrebbero uscire sulla terra i nuovi dei). Sempre apprezzati i riferimenti, seppure semplicistici, a Lovecraft e ai Grandi Antichi, ma la modestia degli effetti speciali e l'assenza di splatter vanificano un po' il tutto.
Infantile e ingenuo. Siccome però opere di tal guisa ormai non ne fan più, oggi assume un altro valore: sussurra il tema del lutto, offre uno spaccato nostalgico dell’adolescenza di trent’anni fa, dispensa brividi ed effetti artigianali senza eccedere nello splatter. I mini-sgorbietti sono così brutti che diventano il tratto distintivo del film, l’operaio che sbuca dal muro è una trovata di classe. In Italia, viste le similitudini di atmosfera, avrebbero potuto intitolarlo Chi è sepolto in quella buca. Non farà la storia, ma che bei tempi.
Tra lo spirito spielberghiano di Poltergeist e i demoni assillatori di Chi è sepolto in quella casa, un buon filmetto che sa dosare abbastanza sapientemente orrori lovecraftiani (tradotti per un giovane pubblico, però) a morali di base family-friendly, quest'ultime purtroppo eccedenti nell'altrimenti riuscito e apocalittico finale. Con una conclusione meno smaccatamente lieta, sicuramente il film intero avrebbe guadagnato punti. Anche così però l'intrattenimento non manca e la storia è avvincente come una favola macabra. Molto eighties, buono.
MEMORABILE: I piccoli demoni attaccano i protagonisti; L'operaio zombi si dissolve in un'orda dei suddetti demoni; La fine con mostrone e fumo maligno in cielo.
Due ragazzini senza volerlo finiranno per aprire un varco che collega il nostro mondo con quello dei demoni. Dovranno lottare strenuamente per riportare le cose al loro posto. Classico horror anni '80 che strizza l'occhio a un pubblico giovanile e che vede come protagonista un cast di soli under diciotto. Gli adulti sono esclusi dalla pellicola tranne che per poche battute iniziali. Il film nella prima parte fatica ad ingranare, mentre nella seconda appare più movimentato e orrorifico, anche se i mostriciattoli che fanno capolino non riescono mai a spaventare veramente.
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