L'altra verità - Film (2010)

L'altra verità
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/04/11 DAL BENEMERITO XAMINI
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Xamini 27/04/11 01:40 - 1247 commenti

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Ken Loach, ancora asciutto, ancora ruvido, porta un altro pugno al nostro stomaco. Questa volta di Irish c'è la Route che dà al nome al film e alla strada irachena più pericolosa al mondo. La percorre (con la memoria) Fergus (un bravissimo Mark Womack), sulle tracce di una verità scomoda riguardante il suo amico scomparso. Il solito personaggio lontano dalla redenzione serve alla storia per scavare nella (dis)umanità dei mercenari (oggi, ipocritamente, contractors) operanti nelle zone livide di dolore a mero scopo di danaro. Zone prive di vincitori.
MEMORABILE: La scena del lettino.

Cotola 31/10/11 10:55 - 9009 commenti

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Quella di Ken Loach è una rabbia positiva. Una rabbia che lo continua a far indagare e ritrarre "verità" scomode che qualcuno vorrebbe poter sempre nascondere o cancellare. Qui oltre a mostrare certe ovvietà sulla guerra, non solo quella in Iraq, chiarisce la questione dei mercenari, spesso collusi coi governi occidentali, che operano non certo per motivi patriottici e umanitari. Così la rabbia del protagonista, che va incontro ad una vera e propria discesa agli Inferi priva di redenzione, è anche un po’ la nostra. Il finale revanchista può non convincere ma è preferibile a un epilogo condito da tarallucci e vino.

Pigro 3/07/13 08:59 - 9635 commenti

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Loach alza il velo sui protagonisti segreti delle guerre moderne: i mercenari, la morte di uno dei quali in Iraq è oggetto della ricerca della verità da parte di un compagno. Nonostante la prevedibilità del racconto, il film ha il pregio di affondare il bisturi nell’organismo indifeso delle coscienze umane, portando alla luce le ambiguità intrinseche alle missioni "di pace". Cinematograficamente è anche un altro modo di declinare la classica indagine e l’abusata figura del giustiziere: amaro, interlocutorio, cupo, senza vincitori.

Galbo 4/01/15 09:13 - 12380 commenti

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Anche quando parla dei conflitti medio orientali e dell'ambiguo mondo dei "contractor", Loach non trascura la vocazione verso il cinema sociale e verso i più deboli, in questo caso gli ex soldati che patiscono lo stress psicologico bellico. La ricerca della verità sulla morte di un collega e amico rode come un tarlo il protagonista del film e lo spinge verso il limite. Buona la caratterizzazione dei personaggi affidata alla sceneggiatura di Laverty, con la regia che mostra poco della guerra, riuscendo a farne comprendere appieno la brutalità.

Mco 15/10/15 17:38 - 2324 commenti

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La morte in quella maledetta decina di chilometri che separa la green zone dall'aeroporto di Baghdad è ragion d'essere di una denuncia che si fa film. Una riflessione che conduce negli inferi sulla Terra, laddove si combatte una guerra d'altri, dietro lauti compensi. Una vita abbandonata il cui ricordo Loach rispettosamente difende, tra scazzottate, sesso violento e pianti disperati. Una detection bellica per riportare l'esistenza umana al posto che le compete nella scala dei valori.
MEMORABILE: La disperata ostinazione nel voler vedere il corpo nella bara.

Pinhead80 27/05/19 14:59 - 4719 commenti

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Abituati ai soliti quartieri del proletariato, confonde un po' questa sceneggiatura di Ken Loach, che però va a politicizzare in maniera forte ed efficace sui contractors inviati in Iraq. Arrivare alla verità è lo scopo del protagonista che ha diviso tutto (ma proprio tutto) con il suo amico purtroppo defunto. C'è talmente tanta di quella rabbia da far esplodere (e non è un eufemismo) la pellicola. Non uno dei migliori Loach ma sicuramente interessante.

Reeves 28/11/23 08:55 - 2172 commenti

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La cosa più straordinaria di questo film di Ken Loach è la sua capacità di farci capire gli orrori della guerra pur non mostrando praticamente nessuna sequenza di battaglia. Un cinema orgogliosamente povero, fatto di idee e non di effetti speciali, per raccontare il mondo dei mercenari che operano sugli scenari bellici delle zone mediorientali, dove è davvero difficile scoprire se ci sono dei "buoni"...

Capannelle 3/12/23 00:51 - 4398 commenti

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Film coraggioso di denuncia nel quale Loach persegue il suo stile asciutto ma senza sconti. Forse anche troppo asciutto, nella prima parte soprattutto sembra un film televisivo e con un audio discutibile. Va apprezzato il fatto di far entrare lo spettatore nella realtà della guerra non ufficiale e delle regole piegate alle necessità degli individui; però, al di là della prova di un generoso Womack, Loach ha girato opere migliori.

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  • Homevideo Gestarsh99 • 24/07/11 01:38
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione dvd dal 28/09/2011 per Bim Distribuzione:



    DATI TECNICI

    * Lingue Italiano
    * Schermo Anamorfico 16:9
    * Audio Dolby Digital 5.1