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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

D'inverno, sotto la neve... Una villa sperduta che reca con sé credenze locali terribili: si dice vi abitassero tre splendide ragazze cannibali, che si cibavano degli uomini condotti lì con la promessa di notti infuocate. “Ma è successo tanto tempo fa”, dice la donna del motel a cui due ignari visitatori (Levy e Martin) chiedono informazioni per la notte. Siamo nella cittadina imbiancata di Farnhamsville e disgraziatamente la donna porta i due proprio al bed & breakfast dove un tempo stavano le tre cannibali e dove in realtà stanno ancora (ma i due poveretti non han potuto vedere le loro facce nel racconto/flashback, a differenza nostra, e quindi non possono sapere che si tratta delle stesse...Leggi tutto ragazze). L'unico ospite lì è un reverendo dal comportamento ambiguo (Ulrich), che presto si scoprirà avere una nefasta influenza sulle tre le quali, oltre a divorare carne di maschio, sono anche delle pericolose succhiasangue! Saranno i due visitatori le prossime vittime, come tutto farebbe pensare? Non è così semplice, perché in fondo questa black comedy - molto più black che comedy - ha in serbo un finale a sorpresa davvero azzeccato, che restituisce un po' di genio a un film non particolarmente originale. La storia è molto povera e le idee non vanno molto al di là dell'assunto di base: i due ospiti alla villa notano i comportamenti bizzarri delle ragazze e del reverendo naturalmente, si terrorizzano quando sentono qualcuno urlare dalla camera vicino (ma è il servitore storpio, trattato da tutti a pesci in faccia), vorrebbero fuggire ma quando ci provano lo sceriffo, scambiatili per vagabondi, li riporta alla villa dove gli hanno detto di abitare. Sembra non ci sia scampo e intanto assistiamo a qualche rito pseudo-esoterico e sanguinario officiato dal reverendo. A piacere sono soprattutto il clima opprimente e isolato, tra strade e alberi coperti di neve e una musica fatta di sapienti tocchi di piano, insinuanti, che impreziosiscono il tutto. Reitman, futuro regista di autentici classici della commedia a stelle e strisce come GHOSTBUSTERS o I GEMELLI, dimostra stranamente di preferire il nero e l'orrore, in questo caso, confinando l'ironia a qualche sparuto dialogo (si veda quando lei cerca di far riavviare l'auto parlandole gentilmente e accusando di sarcasmo lui che si dice dubbioso del metodo) o alle sfumature di alcuni personaggi insoliti (il reverendo in primis). Il flashback e l'incipit sembravano promettere sangue e splatter, ma è solo un'illusione (anche se qualche bel pasto cannibalico non manca e quello finale potrebbe persino aver ispirato il Barilli del PROFUMO DELLA SIGNORA IN NERO, uscito l'anno dopo).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/04/11 DAL BENEMERITO GESTARSH99 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/11/15
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Gestarsh99 23/04/11 00:52 - 1395 commenti

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Narra la leggenda di tre splendide fanciulle solitarie che, per placare la loro fame di affetto, attiravano uomini nella loro abitazione. Ma il solo affetto ad esse non bastava... Riecheggiano le cronache nere sulle malefatte di Charles Manson, in questa sorta di preludio canadese al Non aprite quella porta di Hooper. Abbinando pietanze forti come cannibalismo ed occultismo, il futuro regista delle commedie con Schwarzenegger imbastisce un horror teso e cruento, nel quale toni ironici e beffardi insaporiscono i pranzi bisunti a base di carne umana rigorosamente maschile.
MEMORABILE: I riferimenti a Manson (e a Rasputin); il carismatico reverendo barbuto; il primo piano sui suoi occhi spiritati; la setta/famiglia, le adepte ultra-devote.

Anthonyvm 11/06/20 18:52 - 5689 commenti

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Titolo piuttosto noto nel panorama horror canadese delle origini, apprezzabile soprattutto per la sua grana sporca da cinema grindhouse e per il particolare connubio di cannibalismo comunitario (che anticipa Non aprite quella porta, anche se sembra rifarsi ai toni satirico-umoristici di A cena con la signora omicidi), vampirismo tradizionale (il reverendo è un neo-Dracula con tanto di servitore deforme) e pseudo-satanismo polanskiano (o barilliano, visto il tema). Godibile, anche se l'esecuzione è difettata e lo script un po' rabberciato. Il finale chiude la vicenda nel modo giusto.
MEMORABILE: Omicidio con le forbici; Il morso insanguinato durante un amplesso; Il cadavere sul muletto; Gli occhi ipnotici del reverendo; Il banchetto finale.

Leandrino 14/09/22 17:07 - 513 commenti

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L'opera seconda di Reitman è un filmetto scanzonato su tre ragazze cannibali ambientato in un paesino innevato del Canada. Una coppia di ragazzi piuttosto simpatici - una volta tanto non anonima carne da macello - finiscono invischiati nella vicenda, avvolta dal mistero della leggenda popolare. Simpatico riesce ad essere anche il film, ma nulla di più: la scrittura è confusa e abbozzata, la storia scarsamente interessante, la violenza poca. Insomma, una commedia horror guardabile e vagamente noiosa.

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  • Discussione Zender • 23/04/11 17:32
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Gestarsch88 ebbe a dire:
    Durante la scena della partita a Monopoli tra i tre ignari futuri sacrificandi, nella parte superiore dell'inquadratura si può benissimo scorgere la capatina di un bel microfono:


    Potrebbe anche essere l'effetto del classico open matte però. Per cui la colpa ricadrebbe su chi ha voluto togliere a forza i mascherini. Capita spesso in questi casi di beccare microfoni. A me è capitato di vederne a vagonate di microfoni in eblla vista, sulle vhs.
    Ultima modifica: 23/04/11 17:34 da Zender
  • Discussione Gestarsh99 • 24/04/11 01:52
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Si è molto probabile ciò che hai precisato.
    Ultimamente ho notato il medesimo disguido anche in due passaggi ad inquadratura fissa presenti in Mirror-Chi vive in quello specchio? e Il ritorno dei morti viventi 3.
  • Discussione Zender • 24/04/11 08:17
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Tipico esempio di film degli anni in cui avveniva esattamente quello che sto dicendo. Pur di fornire a chi aveva all'epoca solo schermi 4/3 le vhs cercavano in ogni modo di togliere le bande nere (che l'utente medio odiava alla morte). Quindi o tagliavano l'immagine ai bordi laterali (orrore) o smascherinavano il film con gli esiti di cui sopra. Te ne accorgi anche dal fatto che dati film mostrano soprattutto nella parte superiore zone "tagliabili" e mai le teste degli attori per esempio, esattamente come nel caso che hai riportato tu sopra con fotogramma.