Note: Aka "La calda bestia di Spielberg", "La calda bestia dello Spilberg", "Helga, She Wolf of Spilberg", The She Wolf of Spilberg", "Helga the Leather Mistress".
Benchè co-prodotto da Eurocinè/Lo Cascio, assieme ad altri 3 porno-nazi, per sfruttare gli echi di Ilsa e La bestia in calore, questo film è in realtà un blando WIP, poco audace in quanto ad erotismo ed assolutamente esangue. La Longo è un'aguzzina bisessuale che, non riuscendo mai a quagliare con le sue prigioniere, si rifugia nel vouyerismo e nell'autoerotismo... Latitano comunque cattiverie e ridicolaggini alla Edmonds/Batzella. La riluttanza tipicamente francese ai deragliamenti trash non permette alla pellicola di attingere ai picchi indigesti degli analoghi italici. Poca cosa.
MEMORABILE: L'assurda ambientazione: un immaginario staterello dittatoriale (est-Europa o Sudamerica?), in epoca certamente recente: si vede volare un elicottero.
Mentre il wip italiano spinge i suoi orrori fino all’eccesso delle ispezioni corporali, quello francese, più pudico, si ferma alle pomiciate lesbo e a qualche percossa; entrambi hanno invece in comune l’inconsistenza della storia, le ambientazioni sordide e il riciclaggio di scene belliche di repertorio. In pantaloni di pelle e con frusta alla mano – ma pronta altresì a denudarsi integralmente - Malisa Longo fa la sua bella figura di elegante aguzzina, a metà tra una donna delle SS e il capo delle guardie di un carcere di un paese esotico.
MEMORABILE: La Longo alla prigioniera Patrizia Gori: «Non sarò una catena per te, ma una collana...».
Quasi un obbrobrio questo WIP d'oltralpe; realizzato male, ha l'aggravante del sapore insipido; da prodotti di questa risma ci si aspetta il delirio sadico, l'audacia erotica e, ammettiamolo, varie esondazioni nel sublime-trash: niente di tutto ciò, invece. Abbiamo: clima sordido, ambientazione esotica, belle donne, ruvidezza da serie Y, bieco utilizzo di filmati di repertorio, facce da Lombroso, frustate, botte (e qualche mazzata in testa), la divisa sado-maso della Longo (sempre armata di frustino) e... poche altre amenità.
Lo Spilberg in questione non è la celebre fortezza dove Silvio Pellico scrisse "Le mie prigioni" ma un modesto castello nella campagna francese trasformato per l'occasione in luogo di tortura per i nemici di una immaginaria e imprecisata dittatura. Che poi gli oppositori ivi rinchiusi siano solo giovani e avvenenti fanciulle chiarisce subito il senso dell'operazione. Noiosissimo WIP con efferatezze all'acqua di rose e con la prosperosa Malisa Longo volenterosamente impegnata a fare la faccia cattiva, ma la Thorne di Ilsa è su un altro pianeta.
MEMORABILE: Il look del dittatore, che sembra malignamente alludere a Fidel Castro.
Low-budget francese che guarda a Ilsa così come all'eros-swastika italico e ai vari WIP girati nelle Filippine; l'ambientazione campagnola è poverissima e le divise dei tiranni sono curiosamente autarchiche, copiando lo stile nazista ma inventando un regime del tutto inesistente. La Longo è un bel vedere ma risulta decisamente meno efferata delle sue controparti; in generale non si spinge mai troppo né sul pedale della violenza, né su quello dell'erotismo (anche se esiste una versione hard) e il risultato è un film perlopiù soporifero, senza idee e che non diverte mai. Evitabile.
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Zender ebbe a dire: Tutto sommato se come titolo hai messo quello italiano, come originale metterei quello francese. Inserisco poi anche gli altri aka.
Ottimo, Zender!
B. Legnani ebbe a dire: In rete è citato spessissimo - per ovvi motivi - come "di Spielberg".
Andrebbe messo questo altro titolo (alternativo? diffuso ma errato?) come aka.
Più che al nome del regista statunitense, l'errore di trascrizione penso sia dovuto al fatto che gran parte del film si svolge all'interno di un castello (adibito a carcere) che si dice ubicato nella fantomatica ed inesistente località di Spilberg, la quale richiama alla mente la celebre Fortezza dello Spielberg/Špilberk della città ceca di Brno (quella di cui scrisse Pellico ne Le mie prigioni, in poche parole).
Altra curiosità è l'alternanza nei diversi titoli tra la P e la T (non so se per motivi di ingiunzioni giuridiche contro la scomoda omonimia...)
DiscussioneZender • 15/04/11 14:04 Capo scrivano - 47782 interventi
Già spiegato che di hard non ci occupiamo, quindi non riportiamo articoli che di ciò parlano.
Secondo me invece andrebbe quantomeno riportato il fatto che del film esiste anche una versione hard (così come è stato fatto nei casi di L'inferno di una donna, Oscenità, Quello strano desiderio, etc.)
Poi comunque il Luca Damiano che ho citato è il più celebre regista hard italiano dopo Massaccesi.
Non ho mica menzionato uno sconosciuto "che preferisce restare nell'anonimato".
Che dici?
DiscussioneZender • 15/04/11 14:32 Capo scrivano - 47782 interventi
Sul fatto che esista una versione hard si può anche dire, per il resto non è tanto il fatto di Damiano, è proprio che è bene si eviti di parlare di hard.
E se utilizzassero il master non eccelso ma dignitosissimo della francese Artus Film? Staremo a vedere, quel che è certo è che sicuramente lo acquisirò, il dvd Mosaico.
Qui sotto, un immagine catturata dal dvd Artus :
HomevideoXtron • 25/10/12 16:13 Servizio caffè - 2149 interventi
Il dvd MOSAICO:
Audio italiano
Niente sottotitoli
Nessun extra
Durata 1h32m50s
Formato video 1.77:1 16/9