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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un film che prometteva molto meglio di quanto poi riesca a ottenere. Una riflessione laterale sul mestiere dell'attore (ed è curioso che Sergio Rubini sposti l'attenzione da sé a Bentivoglio riservandosi un ruolo minore, per quanto importante, e che chiami il proprio vero padre a interpretare il padre del protagonista) ma soprattutto sui disagi, le delusioni, le paure improvvise di chi scopre senza preavviso di essere seriamente malato. Luca FIorio (Bentivoglio) comincia a tossire sempre più forte per arrivare a sputar sangue copiosamente. Sta girando un film, un altro lo deve cominciare a breve da regista insieme alla sua giovane fiamma Lena (Mezzogiorno), non è...Leggi tutto proprio il momento per fermarsi; ma se manca la salute, come sappiamo...

Si fa visitare prima e ricoverare poi, con il primario (Pagni) intenzionato a non prendere la cosa sottogamba. Chiuso nella sua stanza d'ospedale a Milano, Luca lascia riaffiorare i ricordi (ma nessun flashback d'infanzia, per fortuna). Sua madre, rimasta in Puglia, è intanto alle prese con una figlia musicista dall'equilibrio instabile e lo strano caso di una cugina defunta da decine d'anni che pare ripresentarsi in veste di fantasma... Sembrerebbe l'apertura a una svolta misterica imprevista, ma si resta invece nell'ambito del drammatico, con la comparsa in ospedale dell'ex moglie (Buy) a cui Luca è rimasto affezionatissimo, donna pacata e matura; l'esatto contrario di Lena, che si lascia travolgere dall'emotività e si comporta come una ragazzina viziata (vivace come da copione, ma il David di Donatello come miglior attrice non protagonista pare eccessivo). C'è poi Giacomo (Sergio Rubini), modesto medico pugliese venuto a trovare il cugino Luca sul set e deciso a consolarlo nella malattia.

ttorniato da una corte che comprende naturalmente anche colleghi di lavoro (tra cui Mariangela Melato) e il proprio giovane assistente (Prisco), il protagonista si scopre infelice e insoddisfatto ben al di là di una malattia la cui gravità è tutta da verificare. Il Rubini regista, che si conferma avere ottima mano dietro la macchina da presa, dirige bene un cast folto di nomi celebri che sono il vero fiore all'occhiello del film, invece un po' zoppicante nella scrittura: poco organica la storia dei genitori pugliesi con la nipote fantasma, non così interessanti i dialoghi, che acquistano valore soprattutto grazie all'ottima interpretazione corale.

In ultima analisi non si esce troppo dai canoni del dramma tradizionale all'italiana, si rinuncia a qualche innesto ironico che si sarebbe potuto facilmente ottenere considerando certe presenze nel cast (Pagni, la Melato, gli stessi Rubini e Bentivoglio...) per rifugiarsi in un ritratto corretto ma di maniera, raramente capace di rendere partecipi. A tratti commovente ma restando in superficie, con prevedibili doppie diagnosi e altrettanto inevitabili ripensamenti sul percorso di vita scelto, che appare limpido per la prima volta quando chi è abituato a lavorare sotto pressione ha modo di fermarsi per guardarsi indietro. Simpatico e volitivo l'intervento in chiusura di Michele Placido nel ruolo del luminare in trasferta, curioso l'uso in chiave erotica dei Duran Duran (la splendida “The Chaffeur”) nella scena in cui la Mezzogiorno si spoglia per fare sesso col protagonista.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/04/11 DAL BENEMERITO GURU POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/07/22
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Guru 5/04/11 18:15 - 348 commenti

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Un film nel quale si mettono a dura prova i sentimenti e il confronto con la vita. Ascoltare se stessi e ascoltare chi ti sta intorno, recuperare i rapporti umani vicini e dimenticati... Il protagonista costretto da una malattia ad un forzato riposo si confronta con se stesso e con ciò che oramai è irrecuperabile. Pian piano prende coscienza del suo io e si appropria della sua esistenza. Una storia ben costruita e ben interpretata. Sergio Rubini recupera una parte delle sue origini e le racconta a modo suo. Molto interessante.

Galbo 30/05/11 16:48 - 12392 commenti

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Uno dei migliori (se non il migliore) film di Rubini come regista. Un percorso di autoanalisi che riguarda il protagonista e che viene svolto da una buona sceneggiatura in modo spietatamente sincero. Alla riuscita del film, un valido contributo è certamente dato dalla bella prova sia del protagonista (un bravissimo Bentivoglio) che del resto del cast (nel quale si segnala l'intensa Giovanna Mezzogiorno).

Luchi78 28/08/12 12:18 - 1521 commenti

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Film intenso e ricco di sentimenti, dove le credenze popolari si fondono con la vita di tutti i giorni, per finire col ritrovare un magico equilibrio più unico che raro. La mano esperta di Rubini dirige con delicatezza, senza mai strafare, riuscendo a bilanciare perfettamente i suoi personaggi e ad inquadrare in modo significativo i loro comportamenti accentuandone alcuni (vedi il ruolo della Mezzogiorno o del divertente Michele Placido). Merita.

Pessoa 19/10/14 02:31 - 2476 commenti

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Ancora uno splendido film "interiore" e naturalmente pugliese per uno dei migliori autori di cinema italiani in attività. Dal soggetto ai movimenti sicuri della mdp il marchio di Rubini si vede tutto, aiutato da un cast in forma smagliante, nel quale spicca la Mezzogiorno. Michele Placido regala mestiere puro. Begli scorci di una Puglia che va scomparendo, di cui Rubini è un cronista privilegiato. Merita la visione!

Homesick 5/12/14 17:26 - 5737 commenti

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Rubini regista drammatizza laddove Rubini attore sdrammatizza. Il primo - anche screziando di fantastique il prevalente realismo della storia - mette in scena con non indifferente sensibilità il dramma del dolore provocato dalla malattia, dalla lacerazione affettiva e dalla diversità; il secondo, lascia andare i guizzi comici che gli sono propri attraverso il suo personaggio di medico compagnone e umanissimo. Cast eccellente: doveroso unire agli applausi per Bentivoglio, Buy, Mezzogiorno, Melato e Placido quelli per il padre del regista, Mario Rubini, e per gli ospiti speciali Pagni e Orsini.
MEMORABILE: Le emorragie polmonari di Bentivoglio.

Rambo90 11/10/19 17:03 - 7697 commenti

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Dramma fatto di piccoli avvenimenti, portati in luce dalla malattia del protagonista, un egoista che in qualche modo tornerà a capire anche gli altri. Rubini azzecca il tono, non troppo triste ma nemmeno ironico (tranne qualche venatura affidata all'uso dei dialetti) e i personaggi sono abbozzati piuttosto bene. Cast di prim'ordine, con un ottimo Bentivoglio e un'altrettanto brava Mezzogiorno, mentre la Buy passa inosservata. Non sempre è fluido nella narrazione ma si lascia guardare e porta a qualche riflessione. Buono.

Paulaster 16/03/21 09:52 - 4419 commenti

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Noto attore viene ricoverato improvvisamente. Rubini ne inscena le conseguenze e tratta di famiglia, radici, lavoro e amore. Cast nutrito; non tutto è focalizzato bene (l'ex moglie incinta, la sorella, le fughe dagli ospedali), mentre il lato visionario sottende ambizioni felliniane. La degenza è vista in ottica speranzosa e caciarona, ma almeno viene evitato il dramma e il pensiero della morte. Critica velata al mondo del cinema senza infierire oltremisura. Placido bravo in poco spazio; Mezzogiorno poco adatta a fare la star, la nevrotica molto di più.
MEMORABILE: Placido che esamina le lastre; Sul lettino per la strada; L'emorragia polmonare.

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  • Discussione Pessoa • 19/10/14 02:44
    Formatore stagisti - 416 interventi
    Sono forti in questo film i tratti autobiografici di Rubini. La sorella suona davvero il pianoforte (ha composto lei l'unico pezzo classico originale del film) e l'ex moglie Margherita Buy era in quel periodo separata da Rubini e conviveva con un famoso chirurgo, Renato de Angelis, da cui ha avuto anche una figlia. Esattamente come il suo personaggio nel film, dove però la parte dell'ex è interpretata da Bentivoglio.