Hot dog - Un cane chiamato desiderio - Film (2006)

Hot dog - Un cane chiamato desiderio
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Stay
Anno: 2006
Genere: commedia (colore)
Note: Aka "Hotdog", "Sleeping Dogs Lie".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La scena chiave si consuma già nell'incipit (e naturalmente fuori campo): la bella Amy (Melinda Page Hamilton), diciottenne coi brufoli, osserva il suo cane e chissà perché gli salta in mente di praticargli una fellatio. Molti anni dopo Amy sta assieme a John (Johnson) e, in una serata in vena di confessioni, a casa dei genitori di lei, decide che è arrivato il momento di raccontargli il non simpaticissimo aneddoto. La reazione è imbarazzata, non di immediata condanna. Piuttosto di ribrezzo, ma da lì non si riesce più a tornare indietro. Anche perché, nascosto, ha ascoltato il tutto pure il fratello di lei e siccome tanto normale non è, finisce che del servizietto al cane vengono a sapere anche...Leggi tutto i bigottissimi papà e mamma: una reazione a catena imprevedibile. Ed è proprio l'imprevedibilità nella sceneggiatura a stabilirne il valore. Il film è scritto (dallo stesso regista Bobcat Goldhtwait) con acume, evitando con intelligenza le banalità in agguato, offrendo così alla brava Melinda Page Hamilton la possibilità di dimostrare il proprio valore. Non recita bene solo lei, ma è chiaro che il personaggio assolutamente centrale, attorno al quale ruotano a turno gli altri, è lei. E così, sfruttando una trovata insolita e che colpisce subito (fa molto riflettere sull'importanza di poter mantenere ogni tanto qualche segreto), si riesce con sufficiente profondità a indagare nell'animo umano e nel contempo a offrire una commedia che mescola con il giusto dosaggio divertimento e sentimento. Senza mai eccedere nel primo, ma mantenendo una felice vena ironica pronta a emergere qua e là vivacizzando il tutto quando serve. E' chiaro che la seconda parte, dalla confessione in poi (prima di prendere il coraggio a due mani Amy ci era andata vicino in un altro paio di occasioni) volga più in direzione di un leggero melodramma, ma la regia competente di Goldthwait permette di rimanere nell'ampio spettro del godibile. Un po' sopra le righe il personaggio del fratello mentalmente instabile, che si fa di anfetamine e diventa talvolta un po' invadente, e non del tutto credibile quello della madre, una santa vergine solo nei pensieri ingenui del marito (ma anche questo è utile per arrivare a chiudere con un finale che si rivela interessante per molti aspetti). Curioso il titolo italiano, che prima di azzardare un poco azzeccato aggancio al film di Kazan (oltretutto il cane si chiama Rufus) gioca simpaticamente sul significato della parola “hot dog”.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/03/11 DAL BENEMERITO G.ENRIQUEZ POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/11/15
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G.enriquez 29/03/11 00:02 - 121 commenti

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Film dal soggetto un po' folle: la protagonista, alla vigilia delle nozze, confida il suo più grande segreto al futuro sposo, ossia quello di aver fatto in adolescenza per gioco una fellatio al proprio cane. Casini vari. Fortunatamente ciò non è pretesto per imbastire una commedia scollacciata e volgare, ma solo per riflettere sui rapporti fra le persone e sul valore della sincerità reciproca. Melinda Page Hamilton è di una bravura mostruosa e offre un'interpretazione (non facile) tutta da godere. Un buon film.

Pigro 13/06/13 08:31 - 9666 commenti

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Inizia con una ragazza che fa una fellatio a un cane: e da lì si può solo rotolare nella volgare vaccata (complice un titolo italiano idiota). E invece, ecco materializzarsi una commedia divertente e intelligente, che affronta con leggerezza e pizzichi d’amarezza la questione cruciale della sincerità nei rapporti di coppia. Segreti portati nella tomba o risaputi (segretamente) dagli altri che fingono: l’amore sa anche tacere, tace sapendo e finge per amore. Piacevole, a tratti esilarante e demenziale, ma sempre con un tocco aggraziato.

Deepred89 24/12/15 15:53 - 3706 commenti

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Bizzarra commedia americana con spunto iniziale quasi da pornochanchada che, evitando il demenziale e limitando quanto possibile il cattivo gusto, giunge a un secondo tempo tendente all'agrodolce con qualche inaspettata parentesi lacrimosa. La mescolanza di ingredienti eterogenei spesso sfiora la stucchevolezza (e la scialba confezione da telefilm anni 90 non aiuta ad attutire i difetti), ma si apprezza l'indubbia genuinità nel tratteggio dei personaggi (generalmente ben interpretati) e la narrazione svelta, semplice e diretta.

Pinhead80 15/02/16 20:37 - 4760 commenti

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Viste le premesse era quasi scontato pensare di trovarsi di fronte a un film volgarissimo, invece ci si deve ricredere. Si parte da qualcosa di grottesco per andare a finire in una bella commedia che indaga sulla sincerità dei rapporti di coppia e sulla difficoltà di potersi mostrare per ciò che si è (e che si è stati) agli altri. Lo scontro è tra apparenza e realtà, tra possibilità di perdonare e incapacità di comprendere, tra la complessità della verità e l'angosciante tormento della bugia. Una sorpresa.

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