Ottimo adattamento dell'opera dello scrittore anglo-nipponico Kazuo Ishiguro; difficilmente collocabile in un genere, sospeso tra la fastascienza e il dramma sentimentale, un film dall'anima quasi horror che parla del distacco più terribile con calma raggelante attraverso la consapevolezza e l'accettazione da parte dei personaggi di un destino ineluttabile. Ottima la prova del cast in un film sopraffino anche tecnicamente: splendide scenografie e fotografia.
Film prevalentemente d'atmosfera che pone degli scottanti quesiti etici, senza inseguire drammatizzazioni o possibili percorsi sul modello di Coma profondo. Perché, come nelle intenzioni dell'autore del libro, abbiamo a che fare con individui le cui emozioni sono state normalizzate in nome del progresso. Trama interessante (ed è curioso che far partire tutto già dagli anni 60) ma anche troppo "de-emozionalizzata" nello sviluppo del film. Regia ordinata, attori sicuramente validi.
Gran bel film questo di Romanek: i ritmi non sono alti, eppure ti prende sin dall'inizio, riuscendo a coinvolgere ed emozionare come sempre più di rado capita.
L'effetto empatia è garantito così come un'angoscia crescente per la sorte
dei protagonisti. Tra dramma e fantascienza, il ritratto di un'umanità surrogata che
riesce però a provare gli stessi sentimenti di quella vera. Non un film di genere e
di certo non un film stupido: anzi ha il coraggio di porre interessanti e scomodi interrogativi come quello della Rampling rimasto inevaso.
MEMORABILE: Alla fine la domanda
della Rampling, per giustificare la mattanza, incombe spettrale: quale uomo tornerebbe ai tempi in cui c'erano tumori e sclerosi multipla?
"Non lasciarmi" è un film che non andrebbe lasciato da chi ama il cinema raffinato dalla regia attenta ai dettagli, che sa far risaltare inquadrature che attirano lo sguardo. Viene dato il giusto sviluppo espositivo ad una trama delicata, ma senza aver prima letto il libro di Kazuo Ishiguro penso che l'aver rivelato troppo presto il nodo principale che svela il risvolto della storia tolga al film il pathos di un coinvolgimento che poteva essere più pregnante. Bella prova della Knightley, da aggiungere all'elenco delle attrici poliedriche.
Cresciuti ed educati in un fatiscente collegio inglese, sono i corpi destinati a nutrire con i loro organi un mondo così disperatamente affamato di vita da averne smarrito il valore e il senso. Corpi come uomini, uomini come cose. Non rimpiazzerà Blade Runner nel nostro immaginario - pur ribadendone altrimenti la sostanza - ma il film di Romanek ti rimane attaccato addosso: meditativo, doloroso, senza sconti; così coraggiosamente scoperto nel porre la morte al centro da disarmare il più spavaldo negazionismo con l'evidenza dell'umano disorientamento. Grande eleganza formale. Eugenetico.
Quattro livelli: l'apologo sull'umanità divenuta carne da macello, consapevole e rassegnata; l'elegia sulla caducità della vita e sul tempo; la riflessione su libertà e arte; il romanzo su una malinconica storia d'amore e amicizia. Il film è tutto ciò, racchiuso nella vicenda dei cloni creati per donare organi (che di per sé non reggerebbe narrativamente): miracolosa alchimia di sensi, esaltata da una partecipe sensibilità cinematografica che fa assaporare le acute punture del dolore di vivere subite dai protagonisti. Titolo italiano improprio.
Se quelli di Bay provavano a sfuggire al loro destino di fornitori di mezzi di ricambio, finendo purtroppo in un ordinario blockbuster, questi sono talmente remissivi da mettere il magone, come se la rassegnazione facesse parte del DNA clonato. Ragazzini tristi ed irreggimentati, tutti in grigio, poi giovani senza prospettive di futuro, per questa retro-fantascienza che privilegia le emozioni allo spettacolo, la riflessione sulla caducità della vita alle trappole sentimental-patetiche. Bel film, che si avvale di interpreti sensibili
MEMORABILE: La gita sulla spiaggia, con la barca arenata nella sabbia
Notevolissima pellicola, insolita e sapiente, che coniuga abilmente il dramma sentimentale con la fantascienza (o meglio fanta-scienza). La confezione è curatissima, mentre la narrazione conquista fin dai primissimi minuti, lenti solo in apparenza, abilissimi nel condurre lo spettatore all'interno dell'universo narrativo. Poi subentra l'elemento tragico e nella totale rassegnazione dei personaggi di fronte al proprio destino il film trova il proprio elemento di forza, che trasforma il tutto in una palese allegoria politica. Buon cast.
Piacevolissima sorpresa questa pellicola. Sotto il manto di una fotografia cupa e di un'atomosfera disperata nasce l'amore-amicizia dei tre protagonisti. Su tutte scelgo Carey Mulligan che, a mio dire, surclassa la bella Kira. La storia ha forti rimandi Kafkiani; l'abbandono dei protagonisti al destino, senza porsi un perché, ricorda il processo. Apprezzabile la scelta di non cadere nel patetico; anzi, c'è una forte dignità ed una rassegnato abbandono alle emozioni decisamente in linea con l'educazione imposta ai protagonisti. Da vedere.
Never Let Me Go è un romanzo che, attraverso il tema della clonazione, ci racconta della perdita dell'Io. Uno dei più bei romanzi dei tempi recenti, dicono. Never Let Me Go sono anche le parole di una canzone immaginaria, nell'immaginario passato distopico in cui Kathy, la protagonista, si trova a "vivere". Attraverso gli occhi di questa bravissima Carey Mulligan (donna dal volto di bimba), Mark Romanek traccia su schermo una metafora che si disvela giusto nel finale, convergendo con forza a una delle domande fondamentali. Curioso e piacevole fanta-melò.
Film dall'assunto profondo ed affascinante, a cui però vengono purtroppo tarpate le ali da una regia poco asciutta, musica insistita e narrazione diseguale tra una prima parte ridondante e poco dinamica e una seconda quasi frettolosa. Rimane un bel percorso intriso di coraggio e dignità, voglia di amare, conoscersi; un emozionante ritratto di un'umanità soffocata abbandonata al proprio ineluttabile destino. L'aspetto più riuscito è proprio un senso palpabile di accettazione del dramma di cui la pellicola è per gran parte permeata.
A metà tra il melò e il fantascientifico, questo film riesce a toccare profondamente per i temi delicati, che affronta con garbo e raffinatezza: amore, morte, scienza, etica. Lo fa con una confezione veramente ottima, che senza particolari intuiti registici ci restituisce però scene meravigliose (merito di una fotografia più che buona). In perfetta sincronia i tre attori, specie la Mulligan, eterea e delicata come al solito. Ci mette un po' a ingranare, ma ne vale la pena, anche solo per il bellissimo monologo finale.
MEMORABILE: "Forse nessuno ha compreso pienamente la propria vita né sente di aver vissuto abbastanza".
Bioetica, clonazioni e chi più ne ha più ne metta. Il problema centrale però è che l'accento cade sempre in un'atmosfera orwelliana, quella del lavaggio totale del cervello che ti fa credere qualsiasi cosa. Ma quello che l'autore ha dimenticato è che anche il peggior lavaggio del cervello, in un caso come questo, si scontra con l'istinto di sopravvivenza, che negli animali è più forte di qualsiasi cosa. Pertanto la remissività totale non è funzionale in un plot come questo. Ritmo lentissimo, ai limiti della noia. Si salva solo la fotografia.
Nel mezzo di dubbi inestricabili, le storie dei ragazzi fanno virare il film dalla fantascienza al dramma, ibernato dal regista, trattenuto oltre ogni limite, così da mostrare brutalmente il compiersi di un destino programmato. Alcune scene restano dentro e l'addio di Keira Knightley non si dimentica: i suoi occhi spalancati raccontano l'intero film.
Film sicuramente originale, dramma fantascientifico. Lo spunto è sicuramente apprezzabile, la forma non è del tutto convincente. Tutto ci è raccontato abbastanza passivamente e allo stesso tempo anche i protagonisti della storia vivono tutto ciò che li attenderà in maniera analoga. In definitiva un film che forse non riesce a toccare quanto pretenderebbe e, tutto sommato, leggermente freddino.
Tra le tante distopie proposte al cinema, questa è una delle più terribili: la clonazione di esseri umani - cloni, ma pur sempre esseri senzienti - da immolare sull'altare della scienza e della medicina. Dietro l'assunto etico, si legge il dramma di ogni "diverso" condannato ad una vita incompleta e di triste solitudine, reso particolarmente straniante dal senso di abbandono e impotenza che permea un paesaggio anglosassone sospeso e retro e i volti smunti ed evanescenti degli attori. Solida la diegesi, con la fantascienza che si sviluppa per gradi in un involucro da melodramma sentimentale.
MEMORABILE: L'insegnante che svela agli studenti il tremendo destino che li attende.
Deludente. Peccato perché il soggetto, già affrontato da Bay, non sarebbe nemmeno male e il cast è di tutto rispetto. Invece la pellicola sprofonda in un dramma lacrimevole il cui plot fa acqua da tutte le parti (perché per sfuggire al loro destino di "donatori" di organi questi cloni non si alcolizzano, drogano, o semplicemente restano incinte?). Si salvano le prove attoriali (sebbene la Rampling sia un enorme spreco) e le musiche. Forse dovremmo struggerci di fronte alla loro rassegnazione, invece la sensazione che prevale è la noia.
Dio sputò nel fango per creare Adamo, la genetica rovista tra gli ultimi della società per creare dei cloni che fungano da riserve di organi (a tempo) per la "vera" società. Ma i cloni sono come noi, anzi, siamo noi: con le stesse passioni, gli stessi sentimenti, lo stesso destino. È un melodramma distopico di grande potenza, quello della trimurti Romanek-Garland-Ishiguro, che sullo sfondo di insanabili dilemmi bioetici s'interroga sul senso dell'esistenza e sullo scorrere inevitabile del tempo. Colpisce l'assoluta remissività dei personaggi.
MEMORABILE: La barca arenata sulla spiaggia e un orizzonte infinito; "And none of us really understand what we've lived through. Or feel we've had enough time".
Poco più che esordienti, sia Garfield che la Mulligan sembrano tagliati con l'accetta per il soggetto di un film che, in periodi non sospetti, è valso ad incuriosire. Avvilente il nesso scientifico che infrange il lecito umano in un distopico operato di regimi dissimulati, svuotati dei "vecchi" scrupoli etici tramite il pilotaggio di giovani vite orrendamente predestinate. Tutta la confezione in cui tutto si muove è resa intensa e visionaria, come il disperato tentativo artistico di sfuggire al proprio "contributo" verso il privilegio della salvezza. Schivare il colpo non è facile.
Trasposizione di un famoso romanzo di Ishiguro che tratta del contrasto tra etica e scienza attraverso le vicende di un gruppo di ragazzi e ragazze destinati a fornire "pezzi di ricambio" in nome del progresso medico. Una storia terribile di subordinazione e di accettazione passiva, ma con grandi sofferenze, di un destino irreversibile, che il regista ha reso con toni soft in un ambiente rétro, pallido e glaciale. L'interesse per l'argomento si diluisce un po' in una prima parte molto lenta e attendista per poi sfociare in un finale più teso, in bilico tra sentimentale e drammatico.
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L'idea della clonazione a fini medici mi ha ricordato molto il film del 2005 The Island, di Michael Bay, con McGregor e la Johansson. Ovviamente sono sviluppati diversamente, essendo questo un drammatico e l'altro un thriller, però molti punti sono simili secondo me.
Scusami se ti disturbo: non credi che l'inizio del tuo commento spoileri uno dei "colpi di scena" del film? Non lo ricordo benissimo, ma mi sembra che tale rivelazione viene fatta solo alla fine della pellicola. Caso mai mi sbagliassi ti chiedo scusa.
Altrimenti valuta tu se modificare un po' il tuo commento, poiché potrebbe "rovinare" parzialmente la visione a chi non ama sapere particolari importanti della storia che racconta il film.
DiscussioneZender • 6/02/20 18:56 Capo scrivano - 47802 interventi
Bubo, mi raccomando, son le cose per cui gli "esterni" via mail mi massacrano, gli spoiler. E' scritto chiaro nelle regole di non rivelare i finali dei film, e insomma, per spoiler si intende qualcosa che verso la fine fa fare svolte molto importanti al film. Se son film che ho visto li sego subito gli spoiler, ma se non li ho visti non posso e vi chiedo di stare molto attenti alla cosa.
DiscussioneBubobubo • 6/02/20 19:40 Archivista in seconda - 271 interventi
Cotola ebbe a dire: @ BUBO BUBO
SPOLIER SPOILER SPOILER SPOILER
Scusami se ti disturbo: non credi che l'inizio del tuo commento spoileri uno dei "colpi di scena" del film? Non lo ricordo benissimo, ma mi sembra che tale rivelazione viene fatta solo alla fine della pellicola. Caso mai mi sbagliassi ti chiedo scusa.
Altrimenti valuta tu se modificare un po' il tuo commento, poiché potrebbe "rovinare" parzialmente la visione a chi non ama sapere particolari importanti della storia che racconta il film.
SPOILER SPOILER SPOILER
No, Cotola, non penso sia uno spoiler, la "rivelazione" (che avevo visto nominata anche in altri commenti) arriva dopo circa venti minuti, nella scena in cui la docente di letteratura si rivolge agli alunni. Posso semmai modificare la parte che riguarda "di chi" sono cloni i protagonisti - ma è una rivelazione di poco conto ai fini della trama, a mio avviso. Comunque rimango a disposizione.
Bubobubo ebbe a dire: Cotola ebbe a dire: @ BUBO BUBO
SPOLIER SPOILER SPOILER SPOILER
Scusami se ti disturbo: non credi che l'inizio del tuo commento spoileri uno dei "colpi di scena" del film? Non lo ricordo benissimo, ma mi sembra che tale rivelazione viene fatta solo alla fine della pellicola. Caso mai mi sbagliassi ti chiedo scusa.
Altrimenti valuta tu se modificare un po' il tuo commento, poiché potrebbe "rovinare" parzialmente la visione a chi non ama sapere particolari importanti della storia che racconta il film.
SPOILER SPOILER SPOILER
No, Cotola, non penso sia uno spoiler, la "rivelazione" (che avevo visto nominata anche in altri commenti) arriva dopo circa venti minuti, nella scena in cui la docente di letteratura si rivolge agli alunni. Posso semmai modificare la parte che riguarda "di chi" sono cloni i protagonisti - ma è una rivelazione di poco conto ai fini della trama, a mio avviso.
Comunque rimango a disposizione.
Ciao Bubo bubo: scusa ma ricordavo male. Abbi pazienza ma l'età incalza e la memoria fa cilecca. Ogni tanto poi mi lascio contagiare anche io dal sempre più imperante clima paranoico da spoiler. Tra l'altro avendo letto solo il tuo commento al film, non mi ero reso conto che anche altri utenti fanno cenno a quanto detto da te. L'avessi fatto, avrei probabilmente capito che la "rivelazione" arriva quasi subito e Quindi non è uno spoiler.
La prossima volta farò più attenzione.
DiscussioneBubobubo • 7/02/20 10:31 Archivista in seconda - 271 interventi
Cotola ebbe a dire: Bubobubo ebbe a dire: Cotola ebbe a dire: @ BUBO BUBO
SPOLIER SPOILER SPOILER SPOILER
Scusami se ti disturbo: non credi che l'inizio del tuo commento spoileri uno dei "colpi di scena" del film? Non lo ricordo benissimo, ma mi sembra che tale rivelazione viene fatta solo alla fine della pellicola. Caso mai mi sbagliassi ti chiedo scusa.
Altrimenti valuta tu se modificare un po' il tuo commento, poiché potrebbe "rovinare" parzialmente la visione a chi non ama sapere particolari importanti della storia che racconta il film.
SPOILER SPOILER SPOILER
No, Cotola, non penso sia uno spoiler, la "rivelazione" (che avevo visto nominata anche in altri commenti) arriva dopo circa venti minuti, nella scena in cui la docente di letteratura si rivolge agli alunni. Posso semmai modificare la parte che riguarda "di chi" sono cloni i protagonisti - ma è una rivelazione di poco conto ai fini della trama, a mio avviso.
Comunque rimango a disposizione.
Ciao Bubo bubo: scusa ma ricordavo male. Abbi pazienza ma l'età incalza e la memoria fa cilecca. Ogni tanto poi mi lascio contagiare anche io dal sempre più imperante clima paranoico da spoiler. Tra l'altro avendo letto solo il tuo commento al film, non mi ero reso conto che anche altri utenti fanno cenno a quanto detto da te. L'avessi fatto, avrei probabilmente capito che la "rivelazione" arriva quasi subito e Quindi non è uno spoiler.
La prossima volta farò più attenzione.
Non preoccuparti, non c'è assolutamente alcun problema. :)