Tre donne: 02. 1943: Un incontro - Film (1971)

Tre donne: 02. 1943: Un incontro
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Anno: 1971
Genere: drammatico (colore)
Note: Secondo dei tre film televisivi della serie "Tre Donne". Segue "Tre donne: La sciantosa" (1971).

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/03/11 DAL BENEMERITO GURU
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Guru 22/03/11 21:31 - 348 commenti

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L'incontro che segna due esistenze ma che non arriva a fonderle... Prodotto televisivo non eccellente ma di buona qualità artistica; in alcuni tratti si apprezza la grande intensità e generosità della Magnani, in altri risulta noioso e poco comprensivo. Il personaggio interpretato da Enrico Maria Salerno, un disertore nullafacente, si rivela negativo e pesante, privo di personalità, "un topo" che sopravvive per non morire...

Stefania 27/04/13 00:34 - 1599 commenti

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Quella nevicata di foglietti bianchi, messaggi alle famiglie lanciati in extremis dal vagone dei deportati, seppellisce ogni egoismo, anche quell' "egoismo a due" che è stato l'amore tra l'infermiera Jolanda e il disertore Stelvio, e regala un senso alle loro vite troppo piccole perché la Storia non le inghiotta, perché la guerra non le divida. Sempre da applauso la Magnani nel ruolo di popolana di buon senso e buon cuore, ma più interessante il personaggio di Salerno, nella sua sommessa ma sorprendente metamorfosi dall'ignavia iniziale al magnifico riscatto finale. Film tv a cinque stelle!
MEMORABILE: Stelvio ruba le salsicce nascoste nel controsoffitto; Pier Paolo Capponi nelle due scene in cui compare: sensibile e intenso al pari della Magnani.

Fafo1970 20/08/14 17:22 - 30 commenti

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La straordinaria Anna Magnani entra nelle case degli italiani al termine della sua folgorante carriera e ci regala tre ritratti carichi di umanità, passione, sentimento, orgoglio; personalmente ritengo l'episodio in questione quello più coinvolgente ed Enrico Maria Salerno non sfigura dinanzi alla divina Nannarella; la pioggerella finale, composta dai bigliettini che non riceveranno mai risposta, lascia una traccia indelebile nel ricordo dello spettatore.

Lucius 20/08/14 17:27 - 3015 commenti

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Sorvolando sull'incredibile interpretazione della Magnani, per descrivere la quale non basterebbero gli aggettivi più lusinghieri, una nota di merito va alla regia di Giannetti che, pur non essendo Rossellini, è riuscito a ricreare la giusta atmosfera nell'Italia alla mercè dei nazisti. Se il film fosse stato realizzato in bianco e nero non sarebbe passato inosservato. Una storia d'amore tra un uomo e una donna in balia degli eventi e di una vita difficile, un incontro che è come il barlume di una candela giunta al fine della cera. Un gran bel film.

Rufus68 13/09/16 22:10 - 3825 commenti

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È davvero emozionante rivedere Anna Magnani, trentatré anni dopo Roma città aperta, in un film sulla Resistenza nella Capitale. Purtroppo il tempo non passa invano e ciò che godeva dei privilegi della spontaneità e di una sorgiva empatia civile, qui appare irrigidito dalla convenzione e depotenziato da un perbenismo democratico ormai divenuto maniera. Il personaggio dell'ebreo e del traditore, a esempio, sono personaggi prevedibilissimi; e anche la bella scena finale non smuove più di tanto. Bravi gli interpreti, ça va sans dire.

Gmriccard 12/10/18 19:54 - 121 commenti

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Le premesse c'erano tutte: epoca d'oro dello sceneggiato, regista garante di dramma, cast che accoppia forse i migliori interpreti nazionali di tutti i tempi, in particolare una Nannarella alle (purtroppo) ultime prove. Invece funzionano solo gli attori, perché la storia è debole come i personaggi, protagonisti di un (non così casuale) incontro di interessi, che consente a chi di riempire la pancia a chi di illudersi di aver trovato l'amore in avanzata età. Autocitazione della Magnani quando corre per liberare il proprio uomo dalla cattura.
MEMORABILE: Il lancio di bigliettini, che interpreto più come l'ennesima prova del disinteresse di Stelvio per i sentimenti della non più giovanissima Iolanda.

Alex75 13/08/19 13:36 - 878 commenti

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Buon lavoro televisivo, in cui la ricostruzione degli ambienti e delle misere e precarie atmosfere della Roma post-armistiziale appare efficace e rigorosa, così come suggestivo è l’incontro di due solitudini (una donna “così nubile” e un uomo “nato scapolo”), incarnate da due grandi interpreti (Magnani generosa e intensa come sempre, Salerno che dà carisma a un personaggio piuttosto nebuloso). Meno riuscita e più convenzionale, quasi risaputa, la seconda parte, della riscossa e dell’impegno.
MEMORABILE: Le presentazioni a tavola; Iolanda mentre ascolta il grammofono a letto; Il discorso del generale monarchico; Radio Londra; La pioggia di bigliettini.

Minitina80 29/07/20 07:31 - 2980 commenti

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La sceneggiatura e la regia di Giannetti non riescono a incidere come dovrebbero, regalando poche sequenze realmente meritevoli. Sommesso e intimista, è un film incentrato sul rapporto tra i due protagonisti, dimenticandosi di costruire attorno a loro un contesto che possa valorizzare le rispettive interpretazioni. Un impianto minimale, inoltre, non aiuta l’opera a godere di un respiro più ampio e non giustifica un minutaggio tanto lungo. Sempre sublime la Magnani e meritevole di considerazione la colonna sonora di Morricone.

Myvincent 28/06/23 09:19 - 3726 commenti

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Due grandi del cinema di tutti i tempi insieme per un film tv indimenticabile, ambientato a Roma sul finire della Seconda guerra mondiale. Un uomo e una donna, entrambi soli, s’incontrano per caso e provano a percorrere un pezzo di strada insieme. Ma la via appare alquanto dissestata a causa dell’occupazione tedesca, seppure arricchita comunque da momenti di imprevedibile felicità. Inutile sottolineare quanto sia la Magnani che Salerno aggiungano all’intero progetto un valore di inestimabile preziosità. Bastano i loro sguardi così eloquenti.

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  • Discussione Lucius • 20/08/14 17:36
    Scrivano - 9063 interventi
    Non c'è paragone tra i due personaggi e le rispettive interpretazioni.La Magnani vince su entrambi.Che attrice ragazzi!
  • Musiche Lucius • 6/11/16 00:17
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:



    Ultima modifica: 6/11/16 08:03 da Zender
  • Musiche Alex75 • 11/09/19 17:20
    Call center Davinotti - 709 interventi
    La canzone che Anna Magnani ascolta dal giradischi a letto è "C'è una casetta piccina (Sposi)" di Mario Valabrega e Carlo Prato, lanciata da Alberto Rabagliati nel 1941.
    https://www.youtube.com/watch?v=DHQEg2lcyzo