Michel Serrault è "L'occhio", un detective privato di Bruxelles ossessionato da una figlia che non ha mai potuto vedere, sottrattale dalla moglie in fuga l'anno dopo il matrimonio. L'unica testimonianza della piccola è una foto spedita dalla donna molti anni dopo e che ritrae un'intera classe: ma chi sarà, delle tante, Marie? Un enigma che occupa il tempo di un uomo solo, con l'hobby delle parole crociate e che la principale dell'agenzia per cui lavora spedisce a occuparsi di un ricco ragazzo viziato: i genitori vogliono sapere chi sia la misteriosa studentessa con cui esce e lui, "L'occhio", comincia a seguire il ragazzo scoprendo che la giovane è una modella (Adjani) dalla bellezza non comune...Leggi tutto e lo sguardo magnetico. Il tempo di spiarli anche di notte che il giorno dopo scopre come lei tanto normale non sia: osservandola di lontano mentre è in barca sul lago, infatti, si accorge che sta annegando il cadavere del povero rampollo, precedentemente massacrato in casa. Il detective tuttavia, invece di smascherarla, sceglie, pur restando nell'ombra, di coprirla facendo credere che il giovane sia fuggito. La sua attenzione è ormai definitivamente attratta da quella donna che cambia look appena può e avvicina - sfruttando la propria svenevole bellezza - nuovi uomini (ma anche donne) da sedurre, derubare e infine ferocemente uccidere. Una serial killer in piena regola, che sfoga la sua follia a colpi di rasoio e di pistola. “L'Occhio” la segue nelle sue peregrinazioni in viaggi esotici (Marrakech, Roma, Biarritz...), la sovrappone alla figura di quella figlia che non ha mai potuto vedere e invece di fermarne le pulsioni criminali... la asseconda! Tutto costruito sulle figure dei due protagonisti, il film di Claude Miller trova in Serrault un interprete azzeccatissimo di grande sensibilità, capace di dare spessore a un personaggio tormentato, turbato, solitario, che pensa spesso ad alta voce senza nemmeno accorgersene, che non smette un attimo di occuparsi della sua preda spiando da dietro porte, finestre, alberi; col cannocchiale, scattando fotografie, approfittando del fatto che Catherine (il cui nome cambia spesso quanto gli abiti) sembra perennemente in trance e quindi non pare faccia troppa attenzione a chi la segue. Chi quindi meglio della meravigliosa, ambigua Isabelle Adjani poteva rendere l'enigmatico distacco della giovane? Perennemente assente anche quando non sembra esserlo, sfoggia nuovi, irresistibili look ad ogni scena finendo quasi col rendersi irriconoscibile; dea inafferrabile, irresistibile mantide religiosa che il detective segue anch'egli stupefatto come in un rapporto alieno, lontano dalla realtà, senza cercarne l'incontro e arrivando a uccidere a sua volta, per gelosia. E' questo ciò che meglio funziona: l'abile disegno dei personaggi che la sceneggiatura fissa con abilità e gusto e che le musiche della jazzista Carla Bley accompagnano con toni sofisticati mentre l'azione si sposta in luoghi diversi che sembrano sovrapporsi. Il finale irrompe livido, inaspettatamente spettacolare e definitivo. Molto meno intrigante il rifacimento con Ewan McGregor e Ashley Judd.
In un certo senso sono due solitudini che si rincorrono. Il noir è solo un manto di nebbia onnipresente che devia il cammino; solo attraversandolo si potrà svelarne la direzione, dapprima oscura. Una vicenda ben più intimista, fatta di fantasmi interiori, piloti della mente e delle azioni, con i suoi vuoti da colmare. Serrault è ammirevole nel suo tenero paternalismo, non immune da una notevole dose di ironia; altrettanto meritoria è la algida Adjani: misteriosa, letale e bellissima.
Splendido noir francese che avvolge e coinvolge lo spettatore grazie a una sceneggiatura spiazzante, ricca di risvolti imprevedibili e di colpi di scena. Si resta così sempre più intrigati ed interessati dalla progressione delle vicende narrate e dall'evoluzione del personaggio del detective, interpretato magnificamente da Serrault. Buona anche la prova della Adjani. Azzeccati gli innesti ironici e gustosa la colonna sonora. Una perla misconosciuta che, purtroppo, non ha avuto il successo che avrebbe meritato.
Classico noir francese che intriga soprattutto grazie alla lady killer Adjani, calata perfettamente nel ruolo di femme fatale seguita da un investigatore di lei infatuato. Gli affari e l'attrazione per la bellissima donna metteranno a repentaglio le indagini e la carriera stessa dell'uomo che in forza di questa attrazione arriverà anche a commettere un delitto-incidente. Convince poco il personaggio di quest'ultimo, che riesce a seguire troppo da vicino la donna, riuscendo ad entrare nelle proprietà private con estrema facilità. Comunque suggestivo.
Detective privato segue una serial killer. Quello che a prima vista sembra un thriller con la caccia alla colpevole si dimostra un noir psicologico. Tolti i primi ammazzamenti, si pensa solo a scandagliare i sensi di colpa di Serrault e la fredda consapevolezza della Adjani (sempre adatta a questi ruoli misteriosi). L'ultima parte diviene più rarefatta e l'ingresso degli altri investigatori non aiuta, ma il finale stupisce come soluzione per la doppia catarsi dei protagonisti. Male il doppiaggio.
MEMORABILE: Le rasoiate al viso; La pistola in gola all'autostoppista; Il volo della macchina.
Gran bel film. I personaggi sono da noir, l’andamento è quello di un thriller psicologico magari non all’insegna del realismo a tutti i costi (i due protagonisti fanno e disfano con troppa facilità), ma raffinatissimo (la sceneggiatura porta la firma di Audiard padre e figlio) nel raccontare due ossessioni e solitudini che si seguono a distanza, destinate fatalmente a incontrarsi in un epilogo di struggente malinconia. Grandi prove di un Serrault ossessivo e finemente ironico e di una Adjani bellissima e letale con la sua aria innocente. Non male le musiche di Carla Bley.
Buon film in cui si nota una certa classe e stile nella direzione. Cast ottimo: una bella e brava Adjani, una valida Audran; c'è anche la Mèril in una piccola parte, mentre è inutile spendere parole sulla sempre ottima prova di Serrault. Splendidi paesaggi di città francesi, con un piccolo scorcio della stupenda Roma dei primi anni 80. Da vedere. Trama complicata e discrete musiche completano il film.
Noir di indubbia originalità che trova nella sua ambiguità il suo maggior pregio e, al tempo stesso, il suo limite principale, con personaggi - incluso quello principale - le cui azioni spesso al limite nel nonsense limitano fortemente il coinvolgimento dello spettatore, che si ritrova così spaesato tra i meandri di uno schema narrativo che, a ben vedere, tende a ripetere continuamente la stessa variante cambiando solamente la location e qualche dettaglio secondario. La sobria regia e la presenza scenica dei due protagonisti riescono a rendere digeribile il tutto. Musiche mediocri.
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Ma guarda Gesta, tu non ci crederai, ma nel periodo che si furoreggiava con gli scambi di copie in vhs ( ah, bei tempi) , ho trovato molti appassionati più al sud , che non al nord. Uno di Napoli, uno di Messina, uno di Reggio Calabria, uno di Lecce, e uno di Potenza. Al nord solo uno di Treviso. E ti dirò di più, Gesta, in vita mia - dal vivo- non ho mai conosciuto un vero cinefilo, che non mi guardasse strano se le parlavo di Josè Ramon Larraz o Javier Aguirre, senza che mi dicesse " E chi diavolo sono? Giocatori della nazionale Colombiana?" . Credo che Il Davinotti sia il mio habitat naturale, conoscendo persone VERAMENTE possedute dal demone della cinefilia. Magari, chissà, un giorno o l'altro discuteremo di queste cose davanti ad una bella pizza ;)
Sei fortunato ad aver vissuto in pieno quel magico periodo "analogico", in cui ci si dava advvero da fare per riuscire a recuperare film all'epoca irreperibili e costosissimi, magari anche in copie disastrate frutto di riversamenti e duplicazioni multiple.
Oggi, per fortuna o per sfortuna (dipende dai punti di vista), è tutto molto più semplice, c'è l'immensità della rete, ci sono le riedizioni ultra-lussuose in digitale, ci sono i canali satellitari e terrestri che trasmettono film 24 ore su 24...E' tutto diventato semplicissimo, con un aumento spropositato dell'offerta che sta a sua volta creando una saturazione eccessiva, soprattutto per chi è un patito incallito.
Ci sono giorni che, te lo dico apertamente, non riesco a scegliere il film da guardare, tante sono le alternative a disposizione...
Avrei voluto davvero viverlo quel periodo d'oro di sole vhs, anche solo per confrontarlo in prima persona con quello attuale.
Bhè, i tempi cambiano, ma forse è giusto così. Ricordo le liste mandate per posta, le copie di "Reazione a catena " della Gvr o di " Paura nella città dei morti viventi". Non vedevo l'ora che arrivassero i pacchetti, li aspettavo come l'oro. Copie infami, scannate, con drop out vistosissimi, ma erano come l'oro. Non esisteva alcun lucro, ma solo passione " Io ti faccio la copia di " Avere vent'anni", e tu mi mandi " La casa sulla collina di paglia", se ci ripenso mi commuovo, e conservo ancora quelle copie con nostalgia. Peccato Gesta, che un cinefilo a 360 gradi come te, non abbia vissuto questi magici momenti.
Caro Gest,anche per me è un peccato non conoscerti!Pensa vado spessissimo al Sud ma in Puglia mai.Pensavvo di venirci quest'estate con i miei amici.Penso che sia più facile incrociare il mitico Galbo a Reggio Calabria,visto che vado spesso in Sicilia!
Cotola ebbe a dire: Caro Gest,
a dire il vero anche io sono un davinottiano
terrone, precisamente di Napoli. Ora però da due
anni vivo a Torino.
Si, avevo già "captato" da alcune discussioni questa tua napoletanità.
Anch'io per lavoro ho dovuto passare un paio d'anni al nord (Val D'Aosta per la precisione), poi è venuto fuori un impiego proprio nel mio paesino barese e son tornato con piacere all'ovile.
Didda23 ebbe a dire: Caro Gest,anche per me è un peccato non conoscerti!Pensa vado spessissimo al Sud ma in Puglia mai.Pensavvo di venirci quest'estate con i miei amici.Penso che sia più facile incrociare il mitico Galbo a Reggio Calabria,visto che vado spesso in Sicilia!
La Puglia è un po' una "deviazione senza uscita" in quella lunga autostrada che è l'Italia: non si ha la possibilità di passarci casualmente ma ci si va solo di proposito.
Io vorrei conoscervi tutti ma le distanze son quel che sono.
D'estate comunque mi sposto spesso un po' più in alto (in Romagna), quindi chissà :)
In questo film ho notato una cosa curiosa, in tv (nelle varie situazioni e scene distanti tra loro per luogo e tempo) vengono trasmessi principalmente dei documentari di animali, fanno eccezione 2 scene: una dove vediamo tramesso un vecchio film in bianco e nero, una dove parla un conduttore di telegiornale. Le scene con animali sarebbero circa 6, ne riporto solo 3 per motivi di spazio.
al minuto 20 vediamo 2 cetacei, credo siano delfini