Partita d'azzardo - Film (1939)

Imporre la legge in una cittadina del West senza usare le pistole sembra impossibile, ma è quello che tenterà di fare Tom Destry (James Stewart), nominato vice sceriffo da un vecchio amico di suo padre. Western classico per certi versi e anomalo per altri (ma per rientrare poi nei canoni usuali al momento giusto). Molto divertente per i dialoghi e le situazioni, a volte da pura commedia. Belle scenografie: il saloon, ben ricostruito, è il regno della Dietrich, che incanta con le sue canzoni. Personaggi centrati, comprimari compresi. Da riscoprire.

C'è un nuovo vicesceriffo in città, uno spilungone che gira senza pistole e racconta storie... all'inizio nessuno lo prende sul serio ma al momento buono saprà riportare la legge e l'ordine. Western con accentuati caratteri da commedia per buona parte della sua durata, salvo rientrare nei binari canonici del genere nell'epilogo. Accanto a Stewart, perfetto per la parte, Marlene, splendida vestita da pistolera in paillettes, canta canzoni da salooon con la sua inconfondibile voce roca, pronta a riscattarsi per amore.

Vera e propria bellezza da saloon, Marlene Dietrich è una vera e propria femme fatale e domina la scena in questo western dai temi piuttosto insoliti. Contaminazioni brillanti quasi da commedia e un ricorso solo parziale agli archetipi narrativi del genere. Peculiare il personaggio interpretato da Stewart, quasi un pistolero riluttante. Buona ricostruzione ambientale per un film godibile.

Adorabile western commedia, prototipo (anche se è già un remake) di molti western a venire in cui il presunto tontolone di turno la mette nel sacco a tutti. Commistione di western commedia e dramma dal finale agrodolce. Stewart insostituibile e come sempre magnifica bellezza sfrontata e virago la Dietrich. Battute fulminee e sagaci (Dexeter...). Da mandare a memoria il finale con un Auer che ristabilisce il ruolo di "chi porta i pantaloni" (che aveva perso al gioco all'inizio con Marlene).

Western ancora oggi godibilissimo, che trova una giusta misura tra parti da commedia (soprattutto nella prima metà) e i classici canoni del genere. La Dietrich disegna ancora una delle sue antieroine, fatale e cinica all'apparenza ma in fondo desiderosa di riscatto, mentre Stewart mette a punto già qui la sua figura di uomo del west diverso dal solito, che preferisce il ragionamento alle pistole (salvo poi non poterne fare a meno nel finale). Gran bel contorno di caratteristi e ritmo spedito, imperdibile.

Favolosa commedia western con due giganti come Stewart e la Dietrich. Lui improbabile vice sceriffo contrario alle armi in un paese violentissimo e corrotto, lei impulsiva e carismatica prima donna del saloon/casinò. Dialoghi sempre ficcanti, ritmo indiavolato, cast mirabile anche nelle seconde file, partendo dallo sceriffo più "alcoolico" mai visto, Winneger. Si ride spesso e di gusto, soprattutto nei litigi, la lotta fra i due protagonisti è meravigliosa con lei lanciatrice scatenata di sedie e bottiglie, lui flemmatico a scansare tutto. Piccolo capolavoro.

In una cittadina dove predomina l'abuso arriva un vicesceriffo che non usa le armi. Western a tutti gli effetti nel quale il messaggio di non violenza passa. Dialoghi brillanti per dimostrare la forza della giustizia e che il buon senso è la soluzione migliore. Stewart viene penalizzato solo dal doppiaggio; la Dietrich dimostra la sua poliedricità in un ruolo furbo e manesco, e sottilmente perdente. Lievi divagazioni più da commedia alleggeriscono i toni da testosterone a suon di pallottole.