Prima della pioggia - Film (1994)

La cosa più straziante del film non sono le faide che insanguinano la Macedonia, ma la circolarità della storia: cerchio "non perfetto", come è detto, e quindi senza via di fuga ma anche inquietante. Tre episodi (la ragazza albanese in fuga in un convento, il fotografo macedone che da Londra vuole tornare in patria, e il suo ritorno) legati tra di loro dal sangue. Una notevole opera prima, che sa mediare la spettacolarità occidentale con la sensibilità slava, tra paesaggi e musiche di struggente bellezza e storie di sorda violenza. Da vedere.

Words - Faces - Pictures, questi i tre "capitoli" del racconto girato da Manchevski (regista macedone). Presenza di controluci possenti, storia intrecciata in maniera atemporale, la situazione bellica Macedonia-Albania vista cogli occhi di un ragazzo-monaco alle prese con una ragazza albanese musulmana. La storia proseguirà con le avventure di un fotografo anch'egli macedone, reporter di guerra. Il film è un cerchio imperfetto. Presenza di un "leit motiv": il vomito. La "pioggia" funge da possibile chiave di lettura.

Film di esordio del regista macedone Milcho Manchevski, si compone di tre episodi che si collegano tra loro e che hanno in comune la potente condanna morale contro la guerra e tutte le forme di razzismo e discriminazione. Il segmento centrale sembra un pò pleonastico e di raccordo ma non si può negare alla prima e alla terza parte di essere portatrici di profondi valori simbolici e di comunicare in modo inequivoco il messaggio del regista. Molto effcicaci, in questo contesto fotografia e caratterizzazione ambientale.

La guerra nella ex Iugoslavia narrata in tre episodi concatenati tra loro. Il primo e il terzo appaiono i più convincenti e permeati di quella scia sanguinolenta non solo fisica che attanaglia lo scenario bellico. Nel secondo prevale una certa forma di sentimentalismo melodrammatico che culmina con il drammatico finale. Validi il cast e le sensazioni che colpiscono lo spettatore.

Particolare film in cui viene rappresentato il tema del cerchio, il flusso che non si interrompe e sempre gira, il cerchio che da qualsiasi parte lo guardi non cambia mai forma. Così sono gli episodi di questo film: tre, che non hanno una sequenzialità rigida e possono essere visti in qualsiasi ordine, poiché sono connessi in qualche modo. Le parti più interessanti di ogni episodio sono tutte alla fine dello stesso, mentre per il resto è impegnativo da seguire.

Nel primo episodio, un giovane monaco macedone cerca di aiutare una ragazza in fuga, in quello centrale la manager di un'agenzia fotografica londinese non sa scegliere tra il marito e l'amante fotoreporter, infine nel terzo lo stesso fotoreporter tornato in Macedona trova il paese devastato dai conflitti etnici. L'imprevisto collegamento testa-coda nel finale, temporalmente sfalsato, è la cosa che resta più impressa in un film fino ad allora pregevole dal punto di vista formale e non privo di sequenze d'impatto ma troppo cerebrale nella sua costruzione per risultare coinvolgente.