Into Paradiso - Film (2011)

Un mite professore si ritrova per sbaglio in mezzo a una faida di camorra e trova rifugio presso la comunità srilankese di Napoli. Simpatica opera prima della Randi che assembla bene dei personaggi ispirati al teatro napoletano (da un grande Imparato a Peppe Servillo), combinando gusto dell'assurdo di marca partenopea e fascino etnico. Qualche calo nel ritmo ma godibile e diretto con sufficiente personalità.

Il cinema italiano ha ancora molto da dire se riesce a parlare nuovi linguaggi e si internazionalizza uscendo dalla atavica sindrome del parlarsi addosso. Lo dimostra questa piacevole commedia partenopea che parla con toni leggeri ma non banali di argomenti come il multiculturalismo e la tolleranza inter-razziale, adoperando uno stile che ricorda alcune riuscite commedie britanniche e talora presenta un'impostazione chiaramente teatrale. Ottima la scelta di Gianfelice Imparato affiancato al bravissimo (anche come attore) Peppe Servillo.

Realtà, attualità e fuga con la fantasia sono una miscela esplosiva se coniugate coi colori, le difficoltà e le tradizioni di un quartiere srilankese. Poi la presenza scenica di Gianfelice Imparato e l'idea del finale, davvero "sognante" e di speranza. Tutto ciò condurrebbe alla gloria se non ci fossero cali pesanti nella narrazione, soprattutto nella parte di Saman Anthony, troppo semplice e sciocca e causa di una sorta di stasi che si ripercuote anche nell'intreccio di Imparato.

Il supermercato deserto con la cassa numero quattro dal numero lampeggiante, il boss camorrista che si ingozza di dolci, i tirapiedi ignoranti e poi il finale. Sono già buone basi per un commento positivo. Ma poi ci sono altre cose, come la comunità srilankese e Cacace, un nome una garanzia. Paola Randi milanese che parla di Napoli, partendo dalla "innocua raccomandazione", per arrivare in un attimo al nocciolo del problema. La chiave di commedia sembra migliore di quella realistica e drammatica, ormai spuntata e inefficace. Capito Cacace?