Another year - Film (2010)

Another year
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Another Year
Anno: 2010
Genere: drammatico (colore)
Regia: Mike Leigh
Note: Candidato all'oscar come "Miglior sceneggiatura originale".
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L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/02/11 DAL BENEMERITO DIDDA23 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/12/12
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Didda23 8/02/11 14:51 - 2426 commenti

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Leigh ci regala un piccolo gioiello grazie soprattutto ad una sceneggiatura impeccabile ed elegantissima. Il regista riesce a mostrare la quotidianità con semplicità e i personaggi che la vivono sono molto realistici (gran merito va agli attori, tutti eccellenti). Fa sorridere, fa riflettere e soprattutto commuove. Il tema della solitudine della condizione umana è reso ottimamente. Al cinema un paio di persone sono uscite prima del termine, segno tangibile che si tratta di Gran Cinema!

Qed 12/02/11 15:44 - 54 commenti

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Frammenti di esistenze più o meno distanti abbozzano una sineddoche ("alcune vite" per "la vita"), il risultato è riuscito e senza forzature: il gioco delle parti che a ciascuno tocca suo malgrado, con gli intoppi, le felicità, le inerzie, le prospettive distorte, le apparenti banalità. Alcune sequenze hanno momenti di debolezza, con qualche insistenza eccessiva; resta però il merito indiscutibile di lasciar spazio (forse persino troppo libero) alla riflessione, specialmente su sé stessi. Cast sbalorditivo, musiche e fotografia adeguate.

Rebis 17/02/11 20:45 - 2339 commenti

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Il cinema di Mike Leigh fa bene alla salute. Qui si beve e si mangia a più non posso, si chiacchiera a non finire, scorrono le lacrime trattenute dai segreti, scoppiano le risa sottaciute alle bugie; ecco che riaffiora cosa è rimasto di ciò che eravamo in quello che siamo diventati... Un cinema d'attori - personaggi senza interpreti - innamorato della vita, dove il tempo che trascorre è più importante delle storie che racchiude, e il quotidiano si fa arte dell'esistere. Eccezionale la rosa d'attori. Illuminato.

Cotola 18/02/11 20:51 - 9052 commenti

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Splendido ed isolato fiore nel semi-deserto del cinema contemporaneo. Narrando una storia fatta di pochissimi eventi (scanditi dal ritmo delle stagioni e dai lavori dell'orto), il regista inglese continua ad indagare sulla natura umana e continua a farlo con grande acume, maestria e sobrietà, suscitando emozioni a profusione che scaturiscono dalle cose più "semplici" e "banali". Grande sceneggiatura, meravigliosi tutti gli attori con una Manville indimenticabile. Cento di questi "anni" mr Leight e, ovviamente, cento di questi film.

Ilcassiere 24/02/11 21:26 - 284 commenti

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Delicato affresco di Leigh che racconta quattro stagioni che scorrono insieme alle vite dei protagonisti. Si intrecciano solitudini ed amicizia perché "la vita non è sempre generosa". La casa di Tom & Jerry (!!!) è un rifugio accogliente per tutti, dal figlio finalmente innamorato all'amica disperatamente sola. Un buon film, anche se un po' troppo lento.

Xamini 14/04/11 12:58 - 1253 commenti

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Una non storia in cui a farla da padrona è il quotidiano, il banale, se vogliamo, nell'interpretazione minuziosa di un cast più che mai alla ricerca del realismo. Leigh gioca con la distanza dal suo pubblico, mettendo in scena gioie e tristezze nel trascorrere delle stagioni: se i personaggi restano assisi alla loro condizione iniziale (amara o gioiosa che sia), è nella presa di coscienza (anche fisica) di Mary che emerge lo scorrere del tempo, assieme a una nuova empatia con lo spettatore nel momento in cui si rende conto che esistono i ghetti della disperazione e della felicità, dietro a un'apparenza di comunicazione. Sottile lavoro che rimane.
MEMORABILE: L'inquadratura finale, il modo in cui la camera si sposta e taglia in due di netto i volti e le parole.

Belfagor 14/08/11 17:12 - 2690 commenti

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Lo scorrere delle stagioni si unisce ad una cronaca familiare di gioie e dolori che scaturiscono dalla poesia delle piccole cose. Leigh unisce un cast di prim'ordine per osservare lo scorrere apparentemente semplice degli eventi più quotidiani. E così, fra chiacchiere, cene e bevute, gli spettatori entrano in un mondo popolato non da semplici personaggi, bensì da persone descritte con un sorprendente realismo. A dispetto di un cinema che sembra incapace di slegarsi dalla finzione costante, Leigh ci offre un film serio, maturo, illuminante.

Galbo 26/08/11 07:10 - 12399 commenti

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Un grande regista si vede quando riesce a raccontare con maestria anche storie apparentemente minori, come la quotidianità delle persone. Ce lo dimostra Mike Leigh in questo bel film in cui la scansione delle stagioni è parallela alla vita di un piccolo nucleo famigliare. Sceneggiatura di ottimo livello e grandissima prova di un cast eccellente per un film solo apparentemente lento ma in realtà efficacissimo per descrivere il passaggio del tempo e i suoi testimoni.

Capannelle 30/08/11 08:26 - 4412 commenti

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Another year comprende quei personaggi realistici che Leigh ama tratteggiare con l'abilità che gli è propria e che lo rende una garanzia nel campo. Non ci sono enfatizzazioni ricorrenti come le nevrosi strombazzate, i drammi dal passato o coppie apparentemente perfette di cui si scoprono gli altarini. La storia prende e fila via brillantemente (e con notevole eleganza) per almeno tre quarti di pellicola per concludersi con una splendida scena finale. Ottimo il parco attori.

Mickes2 2/01/12 15:22 - 1670 commenti

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Mike Leigh si conferma narratore di sublime delicatezza e pregnanza sentimentale, in questo spaccato di vita sentito e intriso di umanità. Le stagioni si susseguono, gli stati d’animo mutano in divenire fino a scontrarsi inevitabilmente con le proprie paure, le sfaccettature caratteriali, i malesseri che si covano e non trovano sfoghi o appoggi morali in grado di assecondarli o accudirli. Commovente e viscerale la splendida interpretazione di Lesley Manville immersa nella sua ineluttabile solitudine. Grandissimo cinema. ***!

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Lupoprezzo 22/10/12 11:10 - 635 commenti

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Il cinema del quotidiano vivere sembra appartenere di diritto al regista britannico che con sensibile introspezione si divincola tra gli interstizi umorali, portando in superficie l'urgenza d'amore e d'affetto, indispensabili per l'equilibrio vitale. "Un altro anno" raccontato con il fluire delle stagioni, tra mangiate, bevute, sguardi e dissolvenze (insomma il cinema di Mike Leigh). I due protagonisti (un po' antipatici) sono il faro nella notte che ancora disperatamente alla vita i personaggi. Il film scorre senza una vera sceneggiatura, come la vita.

Pigro 15/04/13 09:24 - 9673 commenti

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Hai l’impressione di averli conosciuti tutti: bravura della stratosferica scuola attorale inglese, che qui si rivela in interpretazioni magnifiche. A cominciare da Manville, dolente vittima dell’esistenza, amica di famiglia di due coniugi che sembrano usciti da un film di Capra. E che non a caso si chiamano Tom e Gerry, avvolti in una inossidabile serenità, mentre il mondo fuori soffre, ferito dal tempo che passa e che a loro due porta solo una maggiore tenerezza, soffusi in un’aura che ricorda quella che avvolge Marge e marito in Fargo.

Giùan 26/02/14 15:03 - 4562 commenti

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Leigh fa un rischioso passo avanti nella sua fenomenologia delle relazioni umane spingendo lo spettatore ad assumere il punto di vista dei Tom & Gerry nati con la camicia, salvo poi farcene quasi vergognare, lasciandocene percepire (con lenta inesorabilità) la frustrante glacialità e l'egoismo non impietoso ma sì autoprotettivo. Azzardo che il regista inglese calcoli dall'alto di un magistero espressivo che incalza verosimigliaza e naturalezza come nessun altro. Un altro anno, un altro film, Mary verso il baratro, noi a guardare con accondiscente superiorità.
MEMORABILE: La formidabile prova recitativa di Lesley Manville (la sciroccata Mary); Gerry a Mary: "Mi hai profondamente delusa".

Kinodrop 16/02/17 20:37 - 2957 commenti

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Intorno a una matura coppia colta e gentile ruotano personaggi con problemi affettivi ed esistenziali, che cercano in essa una sorta di punto fermo e di conforto. Splendida commedia che fa tesoro della grande tradizione teatrale inglese e su un cast perfettamente nei rispettivi ruoli, che stupisce per la naturale professionalità. La lentezza scandita nel succedersi delle stagioni e nel lavoro dell'orto costituisce la cornice temporale e affettiva delle storie. Manville superlativa e non certo da meno gli altri attori. Ancora una volta un grande Leigh.
MEMORABILE: Il "sorriso" di Sheen; Le sfumature del volto di Manville; Il finale.

Myvincent 4/03/17 16:09 - 3744 commenti

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Una storia come tante, un altro anno che passa con la solita vita e le novità: il film racconta questo e con una messa a fuoco della quotidianità sorprendentemente semplice ma efficace. Al centro di tutto una famiglia forte, la cui casa sarà l'ambiente preferito di tanti personaggi, dove troveranno rifugio in vario modo. Ci manca solo qualche bel musetto in più, giusto per soddisfare l'aspetto estetico che non è mai da sottovalutare.

Jandileida 7/12/17 09:48 - 1567 commenti

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Sinceramente l'ho trovato abbastanza piatto, con il peccato grave di essere popolato da personaggi che mi sono parsi più che altro stereotipi dei diversi modi in cui si affronta la vita: ci sono la sola, la comprensiva, lo sconfitto, il soddisfatto ma tutto così, un po' in superficie, senza avere in fondo molto da dire. Attori comunque bravissimi, regia a tratti anche non banale ma sono rimasto deluso. La fidanzata del figlio è tra i personaggi più insopportabili del cinema universale.

Paulaster 12/04/19 10:36 - 4427 commenti

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Quattro giornate di un anno per un gruppo familiare. Sceneggiatura in ambito domestico raccontando le microesperienze e i legàmi decennali. Straordinaria la coppia protagonista, che interpreta perfettamente i ruoli coniugali dando l'impressione di un'alchimia e intimità sincera. Qualche ruolo secondario appare invece troppo carico per le circostanze. Ultima parte che volontariamente offre una sorta di stacco temporale e appare fin troppo diretta nei toni.
MEMORABILE: Il ruolo depresso della Staunton; Il parcheggio obliquo; La prima buca a golf; Il figlio in ritardo al funerale.

Gottardi 14/05/21 10:48 - 396 commenti

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Coppia di mezza età con interessi comuni e figlio cresciuto vive il passare delle stagioni nelle piccole grandi cose quotidiane. Film armonioso ed equilibratamente british come la famiglia descritta, in cui il rapporto tra i coniugi è solido come il passare del tempo, in contrasto stridente con gli affanni delle persone che li circondano. Fa piacere veder narrato così bene un mondo disagiato con la serenità che nasce dal tentativo di dialogarvi senza esserne contaminati. Un equilibrio interiore aperto al mondo cui non appartiene. Un’oasi di serenità come le 2 ore che il film regala.
MEMORABILE: Il tentativo di seduzione da parte dell’amica di famiglia al figlio; La scena dopo il funerale.

Daniela 7/12/21 09:51 - 12672 commenti

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Nell'arco di un anno, presso la casa di campagna di una affiatata coppia di cinquantenni si raduca periodicamente un piccolo gruppo di amici e colleghi... In una delle prime sequenze, c'è una donna che soffre di insonnia, un'apparizione di pochi minuti che lascia la voglia di conoscerla meglio, di scoprire le ragioni della sua angoscia. E' proprio questo il pregio maggiore di questo splendido film: fa affezionare a tutti i suoi personaggi, grazie a interpreti in stato di grazia, una sceneggiatura curatissima e una regia capace di rendere straordinaria l'ordinarietà della vita.
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  • Homevideo Gestarsh99 • 6/06/11 11:40
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione dvd dall'08/06/2011 per Bim Distribuzione:

    DATI TECNICI

    * Lingue Italiano
    * Audio Italiano 5.1
    * Sottotitoli Italiano
  • Discussione Raremirko • 10/08/21 00:03
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Probabilmente non il miglior Leigh, che si limita a mostrare uno spaccato sociale e familiare in maniera talvolta un pò piatta, o comunque risultando alla fin fine non cosi' interessante; lo stile ricorda alla lontana Loach, che però come autore riesce a parer mio a mettere a fuoco maggiormente il narrato

    Discreti attori (qui però conosco solo la Staunton, sempre brava), regia statica, un pò lunghi 120 minuti per mettere in mostra vicende e situazioni un pò trite; comunque un'opera discreta.