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Titolo originale: The Fall of the Roman Empire
Anno: 1964
Genere: peplum (colore)
Regia: Anthony Mann
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/12/10 DAL BENEMERITO GIACOMOVIE
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- Non male, dopotutto:
Giacomovie, Rigoletto - Mediocre, ma con un suo perché:
Daniela, Flydown
Film dove la cornice conta più del quadro: risaltano soprattutto le imponenti scenografie, i costumi e l'ambientazione, che producono immagini degne di nota, spesso paragonabili a dei grandi affreschi. La vicenda parte con la cadenza descrittiva di un documentario, poi assume un certo rilievo ma non acquista mai un grande peso. I dialoghi sono semplici, la colonna sonora ha una gradevole connotazione sinfonica e la trentenne S. Loren si fa notare per bellezza e bravura. Troppi i momenti in lingua originale sottotitolati. **!
L'ambientazione storica è la stessa del Gladiatore: il malvagio Commodo diventa imperatore dopo aver assassinato il babbo Marco Aurelio, con la disapprovazione della bella sorella Lucilla, amante di un fustacchione. Le premesse per un kolossal c'erano sono tutte: cast prestigioso, scenografie e costumi di lusso, regista di polso. Ed invece, per colpa di sceneggiatura e dialoghi fra il didascalico e il trito, ne è sortito fuori un polpettone insulso, pure privo di quell'aura di "fallimento d'autore" che hanno invece altre celebri romanate.
MEMORABILE: Alec Guinness come Marco Aurelio fa sempre la sua figura
Kolossal sicuramente costosissimo per il cast, di prim'ordine e per le sfarzose scenografie. Peccato che a tale impiego di risorse non corrisponda una sceneggiatura degna. I dialoghi in alcuni casi sfiorano quelli delle telenovelas argentine, mortificando le capacità artistiche dei protagonisti, di Sophia Loren in particolare. Per il resto è seguito lo stesso schema tracciato qualche anno prima da Ben-Hur. Cose già viste.
In una Roma ormai privata di ogni certezza, divenuta capitale dell'Impero del dubbio, lacerata a metà fra il perverso buonismo di Marco Aurelio e la follia di Commodo, l'eco della sofferenza arriva lontano. Perché questo film ha toppato? Non certo per il cast (nominarli tutti sarebbe arduo), né per la sfarzosità, la storia o le scene di massa. Ma soffre due pecche: una sceneggiatura debole e musiche che non coinvolgono lo spettatore. Inoltre, è un prodotto in ritardo coi tempi (il peplum era al crepuscolo). La rovinosa "caduta" al botteghino sarà altrettanto "kolossal".
MEMORABILE: Le belle prove di Boyd (scomparso ancor giovane), di Plummer e della Loren.
Anthony Mann HA DIRETTO ANCHE...
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http://www.youtube.com/watch?v=ySSOXgbj-NM&feature=player_embedded - Sceneggiato da Ben Barzman, Philippe Yordan e Basilio Franchina, che così spiega le sue ambizioni storico-intellettuali:"ho voluto narrare la follia del mondo in disfacimento, il declino e la morte dello spirito". (da "La Repubblica").
- E' il film che detiene il primato del più grande set cinamatografico mai realizzato. John Moore e Veniero Colasanti impiegarono ben 2 anni per progettare ed edificare, su un'area di oltre 24 ettari alla periferia di Madrid, il più fastoso scenario mai visto prima e tutto in grandezza naturale, comprese le statue (400, quella di Giove Capitolino alta più di 30 metri e sistemata a 80 metri dal suolo), colonne (628), edifici (35), scalinate percorribili (7400 metri). Il tutto costruito con 200.000 blocchi di cemento e consolidato dal lavoro di oltre 1000 operai.
(da "cinekolossal") - Il budget del film fu elevatissimo; circa tre anni di tempo per la realizzazione dei set, diecimila comparse e oltre mille e cinquecento cavalli per la sequenza della battaglia nella foresta germanica, ottomila costumi comprensivi di corazze, veli, tuniche e cose del genere. La catastrofe commerciale concretatasi al botteghino fu giustificata in maniera paradossale dal regista, il quale ebbe a dire: "...il pubblico, nei film storici, è abituato da decenni ad assistere a un continuo trionfo dei romani. Qui, l'impero ho voluto rappresentarlo alla sua fine; la grandezza e lo splendore appariscente è figlio della corruzione e dell'arroganza perpetrata nei secoli dai romani. Per questo motivo, forse, lo spettatore è rimasto deluso...". (da "cinekolossal")
