Se lo si guarda al volo si rischia di considerare la classica Bardot everlasting sex symbol here at her best e poco altro e anch'io ho fatto così la prima volta e mi sono lustrato le pupille... devo però dire che oltre che divertente è anche terribilmente drammatico, perché dimostra che i caratteri leggendari (e ce ne sono due e tutti e due uomini!) prima o poi fanno acqua dappertutto... Ci si rimane male per come finisce, ma per estetica e per situazioni da sogno ben espresse nel film, se ne esce comunque contenti...
Troppo breve per far discernere il pianeta amore, la vita di coppia, le relazioni extraconiugali, i sapori corporali e la chimica sessuale. Troppo blando per enfatizzare le sensazioni sottopelle di chi resta travolto dai sensi. Il regista fa leva sulla coppia (bellissima) al centro del film, ma la sensazione è che resti molto di inesplorato. D'altronde nel 1967 non si poteva osare più di tanto a livello di erotismo. La resa filmica non convince appieno per via di un'eccessiva timidezza.
Il dissidio tra la comodità del ménage borghese e l'anelito all'amore libero e avventuroso è un elemento diegetico che caratterizza parecchio cinema tra fine anni Sessanta e Settanta; la pellicola di Bourguignon ne costituisce esempio succinto e molto visivo - in particolare rilievo estetico i servizi fotografici delle modelle e il paesaggio scozzese -, in cui la coppia Bardot-Terzieff, giovane e passionale, infonde i propri umori palpitanti sia nella serenità vacanziera del carpe diem che nella pungente consapevolezza del drammatico epilogo.
MEMORABILE: L'adorabile cane di Terzieff; Le telefonate al marito; Lo scontro con i teppisti in motocicletta; Le lacrime finali.
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MusicheZender • 21/05/18 08:22 Capo scrivano - 47698 interventi
Come scrive Marcel M. J. Davinotti jr. nella sua recensione a Wider Horizons, nella colonna sonora di "Io, l'amore" (A coeur joie, 1967) sono contenuti due brani scritti da Michel Magne ("Do You Want To Marry Me" e "I Must Tell You Why") che David Gilmour, non accreditato, cantò prima di unirsi ai Pink Floyd l'anno successivo (venne chiamato dagli autori del film e si limitò, per l'appunto, a cantarli). L'ha svelato lo stesso chitarrista durante l'intervista rilasciata in Wider Horizons.