Neds - Film (2010)

Duro racconto di formazione, con tanto di discesa agli inferi (quasi) senza ritorno. Mullan si conferma un regista interessante: dirige con mano sicura e con la giusta sobrietà, senza indulgere in violenze gratuite, facili pietismi o scene madre effettistiche. Ne viene fuori un film ben confezionato e sorretto da una convincente prova del cast. Qualche perplessità le suscitano invece i due innesti onirico-grotteschi anche se il secondo, quello finale, sembra più necessario e lascia intravedere un barlume di speranza.

Gran film quello di Mullan, soprattutto per l'asciuttezza stilistica applicata a una materia per la quale è facile deragliare nel sociologismo spicciolo. La gioventù bruciata "british" viene tratteggiata con mano sicura e mezzi espressivi efficacissimi, senza indulgere nello stereotipo di facile effetto. Ottima la prova attoriale del giovane protagonista, che riesce a rendere in pieno tutta la disperante e disperata ambiguità di uno status sociale in cui sembra annegare ogni sogno di emancipazione, carnefice e vittima allo stesso tempo.

Mullan presenta il tema del sopruso come arma a doppio taglio. Se l’ambiente deve proteggere i suoi simili, alla lunga incattivisce anche i più ingenui e si chiude in un cerchio che stritola qualunque cosa si trovi all'interno. La scuola, la famiglia, gli amici... se ti trovi nei quartieri malfamati di Glasgow nulla dà conforto e anche la religione ti presenta il conto. Diretto, a tratti ironico, imbocca violenza piano piano e, nella spirale, si intravede il limite, oltre l'estremo.

Chi nasce tondo talvolta muore quadrato. L'uomo nasce buono e muore corrotto dalla società. Catabasi di un Candido secchione che dai banchi di scuola fa doppio slalom sulla pista nera del darwinismo stradaiolo. Mullan ce la fotografa poco compartecipe, con secchezza quasi algida e con in testa echi del Clarke di Scum. Scatta in avanti quando si tratta di creare alogie di natura surreale e quasi blasfema, per il resto ci lascia in panne nel sopore e nel disinteresse. Quando la classe non è acqua, bensì camomilla.

Glasgow anni '70, protagonista un ragazzino che, nonostante la difficile situazione familiare, riesce ad ottenere ottimi risultati scolastici. Ma crescendo la violenza che lo circonda finisce per compenetrarlo per osmosi... Bel film di formazione di Mullan, nel ruolo del padre alcolizzato e violento, con sequenze crude molto riuscite, che trova forse un limite nel contrasto fra l'impianto realistico e le escursioni allegoriche, come quella del finale aperto, in sé suggestive ma poco congruenti con il resto. Comunque interessante, da vedere.

Dopo ben otto anni dal bellissimo Magdalene, Mullan ritorna in cabina di regia e in scrittura offrendoci un occhio spalancato sulla gioventù bruciata scozzese degli anni ’70, probabilmente il punto più basso di una società incapace di proseguire sulla retta via e che anzi, distorce i soggetti migliori riusciendoli a trasformare in quello che non sono. Stilisticamente e visivamente ricercato, cupo, rigoroso, evita con mano esperta facili percorsi ma dato il soggetto un po’ abusato era lecito aspettarsi qualcosa di più.

Neds ovvero esattamente il genere di film che ti aspetti dal grande Peter Mullan. La scuola è quella di Ken Loach, così come suoi sono gli ambienti di cui si parla. Impossibile quindi per chi ama questi autori non gradire la storia ruvida di un ragazzino intelligente (de)formato da un contesto violento in una Scozia che, anche con il sistema scolastico, abbracciava i più bravi e affossava tutto il resto. Tra pestaggi, primi amori, liti familiari e tanta violenza le generazioni crescono portandosi sempre addosso gli errori dei propri genitori.