Un gelido inverno - Film (2010)

Un gelido inverno
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Titolo originale: Winter's bone
Anno: 2010
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Woodrell. Presentato in concorso al 28° Torino film festival. Ha vinto il premio per il miglior film e quello per la migliore attrice. Prima di Torino aveva già vinto il premio per il miglior film al Sundance.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/12/10 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 6/12/10 10:31 - 9009 commenti

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Il viaggio di Ree alla ricerca del padre scomparso non è il solito percorso iniziatico all’età adulta. Dietro la convenzionalità dello spunto di partenza c’è, per fortuna, molto altro. Uno storia intensa, popolata da una variegata “fauna” maschile e femminile, che si fa sempre più forte man mano che si dipana e che presenta, oltre all’insolita ambientazione nel Missouri, toni molto cupi, esaltati dall’ottima fotografia, che raggiungono il loro climax nel terribile prefinale. Notevole la prova del cast muliebre.

Greymouser 7/12/10 21:49 - 1458 commenti

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Dramma cupo e glaciale, in cui non è tanto lo spunto narrativo ad imporsi, ma lo sguardo privo di retorica su una (dis)umanità disarticolata e svilita, le cui leggi sono violenza, indifferenza e cinismo. Ottima la prova della giovane protagonista, misurata ed intensa allo stesso tempo; e apprezzabile il finale struggente, non scioccamente buonista ma neppure chiuso a tenui barlumi di speranza.

Lupoprezzo 30/01/11 00:03 - 635 commenti

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Non mi ha convinto molto: la storia è interessante ma la sceneggiatura è piena di buchi, anzi voragini, che rendono indigesto lo svolgimento e c'è una stucchevole estremizzazione dell'ambiente, per non parlare dei personaggi che sono piatti e poco credibili, mentre la protagonista (brava) è costretta a girare senza senso e a vuoto per tutto il tempo. Personalmente, oltre alla protagonista, ho gradito la piega thriller che prende il film nel finale e la fotografia.

Inseminoid 27/02/11 13:40 - 32 commenti

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Rappresentazione inconsueta dell'angoscia americana. Il film ci fa entrare nei meandri della cultura montanina di chi non avendo altra chance per sopravvivere si butta a coltivare droga, anzi a fabbricare, droga. Metafora sull'universalità di certe droghe, che possono arrivare anche dove non si penserebbe mai. Nella società degli uomini, le donne qui ci stanno bene anzi sono loro a fare il lavoro sporco, quello finale. Un gelido inverno è un vero film d'essai ovvero è un oggetto di cinema poco definibile: né minimalismo né cinema di genere. Jennifer Lawrence è la versione indipendente della True Grit dei Coen.
MEMORABILE: Sull'esterno della casa della famiglia una mutanda stelle e strisce: simbolo?

Galbo 2/03/11 05:52 - 12380 commenti

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Jennifer Lawrence e John Hawkes sono i magnifici interpreti di questo bellissimo film della regista Debra Granik, realizzato nel pieno spirito del cinema indipendente americano, ancora capace di unire profondità di contenuti e professionalità nella realizzazione. Raramente si è vista negli ultimi anni in un'opera cinematografica una tale forza nella rappresentazione di una realtà desolata e desolante nella quale un personaggio (la giovane protagonista) emerge nel suo intento di solidarietà familiare. Un film che lascia il segno.

Rebis 7/03/11 14:38 - 2332 commenti

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Tutto il mondo è paese; anzi, provincia. C'è il ronzio della motosega che risuona dalle campagne del massacro; c'è Laura Palmer, reduce dal padre e dalle droghe, ma svuotata da ogni mitologia. Nel country side del sogno americano il minore dei mali si chiama Happy Ending. Spiace parlarne male, ma il film di Debra Granik, troppo insistito nella resa di un clima di livore esistenziale (fotografia slavata, ritmo monotono, natura esausta, volti incisi dall'amarezza) rischia di sbandare dai binari del naturalismo verso un'angusta allegoria del sopravvivere. Edulcorato il titolo italiano. Depressivo.

Xamini 13/03/11 01:21 - 1247 commenti

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Il gelo non sta tanto nei rigori della stagione (la neve si vede giusto nei titoli di coda), quanto sul volto della protagonista, riflesso di quanto si trova a subire. Sta nella fotografia priva di vita (se ci penso mi vengono in mente scene in bianco e nero, sebbene sia a colori), nel sentimento monocorde di depressione che permea questo dramma dall'inizio alla fine. Pulito, ben girato, privo di retorica. E di un qualsivoglia barlume d'allegria.

Mickes2 19/03/11 19:04 - 1670 commenti

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La regista racconta, senza alcun eccesso o compiacimento (il che è un gran pregio, specie per un mestierante quasi all’esordio), il ritratto spietato, asciutto, asettico, di una comunità rurale dove vive una famiglia in condizioni disagiate. La fotografia, con colori che virano alla gamma di grigi, richiama benissimo uno scenario caratterizzato da un clima di grande miseria, sia materiale che emotiva. Tuttavia, ho trovato la narrazione poco ficcante, ed il ritratto di questa America livida, poco incisivo. Il film in alcune sequenze risulta abbastanza soporifero.
MEMORABILE: Una bravissima Jennifer Lawrence.

Jofielias 5/11/11 08:42 - 170 commenti

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È facile raccontare con cinismo un mondo cinico, ma è difficile farlo con uno sguardo attento e partecipe, comunicando l'angoscia del protagonista senza pietire alcuna lacrima. In Winter's Bone è assente il compiacimento artistico da parte dell'autore e la lusinga verso lo spettatore. La Granik - che mette in scena una sceneggiatura perfetta - si pone in un angolo, osserva e racconta l'odissea di una ragazzina caparbia in un mondo durissimo. Ne scaturisce una delle storie più belle, oneste e sensibili mai raccontate dal cinema americano.
MEMORABILE: Il ritrovamento del cadavere.

Fabbiu 10/01/12 02:16 - 2136 commenti

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Con zero buonismo e nemmeno troppa enfasi del dramma, questa lotta alla sopravvivenza è data da una narrazione ben scandita perché pur non prevedendo mai veri colpi di scena, grazie alla grande interpretazione della Lawrence e la buona fotografia sull'ambientazione dell'altopiano d'Ozark avanza verso il finale in modo chiaro e pacato; d'altra parte però, molti dei personaggi di contorno mi sono sembrati un po' piatti e poco caratterizzati, e a conclusioni tratte il film è piacevole e ben diretto, anche se senza forte impatto emotivo.

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Nando 27/06/13 17:11 - 3810 commenti

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Solido dramma in cui la difesa di una fattoria diventa il bene primario. Narrazione efficace nonostante non vi siano eclatanti colpi di scena. La disperazione e la cattiveria sono adeguatamente rappresentate mentre il finale appare liberatorio. Brava la Lawrence.

Delpiero89 9/08/13 14:37 - 263 commenti

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Ambientato tra le gelide montagne del Missouri, il film di Debra Granik è buono e si distingue per gli insoliti luoghi, per l'aridità che caratterizza i diversi personaggi (che siano uomini e donne) e per un'ottima interpretazione della Lawrence. Purtroppo una sceneggiatura scarna e una mancanza quasi totale di frizzantezza frenano un qualsiasi giudizio che sia superiore a "buon film".

Beffardo57 10/08/13 21:20 - 262 commenti

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Una America marginale, minore e inconsueta, povera, sporca, popolata di uomini tossici o brutali e di donne volgari e incattivite, in uno scenario di assoluto degrado morale e materiale. In mezzo al disastro antropologico lei, la ragazzina protagonista, si fa carico dei fratelli più piccoli e cerca di sopravvivere alle esperienza traumatizzanti, al dolore e al peso dell'esistenza. Cupo e angoscioso, ma molto coerente e stilisticamente compiuto: non sono comprese consolazioni a buon mercato.
MEMORABILE: L'angoscioso silenzio della madre mentre la figlia la implora di parlare, di dire almeno qualche parola.

Furetto60 24/10/13 11:55 - 1193 commenti

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Attraverso le peripezie di una diciassettenne mossa più dalla disperazione che dal coraggio, un quadro di una parte depressa degli Usa, una comunità montana nel Missouri. Le tinte sono fosche, l’atmosfera grezza e selvaggia, colpiscono gli sguardi delle donne quasi tutti trasognati e disillusi, forse sconfitti, unico tratto in comune con i propri uomini. L’estrema cura dei particolari (notare come tutto sembri sporco e decadente) e la tensione palpabile che attraversano l’intera durata del film ne fanno un piccolo capolavoro sulla dannazione.
MEMORABILE: Il taglio delle mani del cadavere; Il finale è come un timido fiore in un mare di spazzatura.

Homesick 26/10/13 18:20 - 5737 commenti

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Se lo scopo era trasporre in immagini la rigidezza dell’inverno, la Granik c’è riuscita perfettamente con il fosco, scabro algore della fotografia di Michael McDonough; ma con pari perfezione e duro realismo – quasi sempre più suggerito che mostrato – ha saputo raffigurare un microcosmo primitivo in cui dimorano tribù minacciose e ostili, pratiche di fucili e motoseghe come quelle di Boorman e Hooper. Pur giovanissima, Jennifer Lawrence ha già portamento fiero e professionalità da attrice navigata: e nel cinema di oggi, purtroppo, questo accade assai di rado.
MEMORABILE: Il pestaggio della Lawrence (è fuori campo, ma poco lascia all’immaginazione); il recupero delle ossa del padre.

Disorder 29/01/14 15:14 - 1416 commenti

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Un film atipico, perché i fuorilegge del cinema americano sono spesso ritratti come figure affascinanti o addirittura epiche. Questi invece sono dei poveracci che raffinano droga nei boschi e svernano in baracche di lamiera. La pellicola regge tutta sulle spalle della giovanissima Lawrence, nel suo primo e giustamente acclamato ruolo da protagonista. Lascia il segno anche Hawkes, veterano delle serie tv Usa fino ad allora poco considerato dal mondo del cinema. Buona ma un po' fredda la regia.
MEMORABILE: Il recupero delle ossa umane nella palude.

Buiomega71 3/11/14 01:07 - 2901 commenti

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Immerso in una natura glaciale e arida che ricorda gli Appalachi boormaniani, permeato di un'umanità imbruttita ridotta quasi allo stato brado dove le donne picchiano a sangue, di una ragazzina risoluta e coriacea in mezzo a un pezzo di America ruvida e degradata. A volte ricorda certo cinema dei Coen e dei Dardenne; la Granik getta uno sguardo realistico, quasi documentaristico, su volti scavati, boschi raggelanti, bestiame e spelonche squalidissime. Ma nonostante la regia aspra e l'atmosfera di desolazione, pare tutto un po' troppo stucchevole. Lascia l'amaro in bocca il finale buonista.
MEMORABILE: La festa di compleanno con canzoni countrycheggianti; Il pestaggio femminile di Ree nel garage; Ree che insegna ai fratellini a sparare col fucile.

Crusow92 5/06/16 18:56 - 19 commenti

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Il sogno americano è inesistente o forse tristemente utopico in quest'affresco di un America rurale e spietata. La Granik confeziona un thriller cupo, dal ritmo lento ma penetrate come una gelida brezza. Una flebile speranza nel finale non basta a cancellare il sentimento di malinconia che pervade l'opera.
MEMORABILE: I personaggi di Ree e Teardrop; Il pestaggio; La scena nel lago; Il finale.

Paulaster 26/04/17 10:46 - 4389 commenti

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Diciassettenne si mette alla ricerca del padre spacciatore per non perdere la casa. Storia ai margini dove l’ambiente rurale e degradato è descritto bene, tra case che sembrano baracche e dove la comunità vive di leggi proprie e rancori. Il mancato uso di musichette enfatiche toglie ritmo ma ridà alla vicenda una maggiore veridicità. Alcune scene (l’asciata al vetro, le risposte al poliziotto) sono disequilibrate rispetto al finale con frase epica, ma il taglio delle mani è da storia del noir.
MEMORABILE: L’offerta di crescere appena un fratellino; Le mani nel sacchetto; Il sottolineare che solo le donne hanno picchiato.

Capannelle 30/11/18 00:09 - 4398 commenti

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Buon film, solido nell'atmosfera che disegna e nei personaggi calati dentro, ognuno con la sua maschera cupa e di abbandono esistenziale. Non che la desolazione rurale e i toni plumbei siano oggetto sconosciuto per il cinema alternativo a stelle e strisce. Ma la Granik sa maneggiarli con cura e far della Lawrence un'ambasciatrice validissima per il proprio messaggio, coadiuvata dai visi consumati di Hawkes e della Dickey e da un cast azzeccato. Da antologia la scena del taglio delle mani: ai fratelli Coen piacerebbe "un sacco".

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Myvincent 6/09/22 10:20 - 3726 commenti

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Una giovane ragazza è alla ricerca del padre coinvolto in una sordida storia di droga, ma dovrà scontrarsi contro un muro di omertà e accollarsi anche il peso di tante responsabilità familiari. Un road-movie dentro alle dure realtà dei posti montagnosi del Missouri, nel quale sulle facce della gente è scritto tutto il loro destino. Ottima la prova di tutto il cast, diretto da un regista che sa come bene intrattenere, scavare e appassionare fino in fondo. Il titolo originale dirige verso una soluzione già “scoperta”.

Daniela 15/06/23 01:06 - 12625 commenti

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Padre pregiudicato assente, madre malata, a 17 anni Ree si trova a dover badare da sola ai fratellini più piccoli. Quando il padre non si presenta in tribunale, il rischio di perdere la casa che è è stata impegnata per pagare la cauzione la spinge a mettersi alla sua ricerca... Una storia cupa di "poveri bianchi" ambientata nell'altopiano di Ozark, in cui il degrado morale replica quello ambientale, la criminalità è pervasiva, l'omertà una legge da rispettare e le donne menano come fabbri. Forse troppo programmatico ma ben diretto e ancor meglio interpretato da Lawrence e Hawkes.
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  • Discussione Zender • 7/03/11 15:06
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Cedo alle imposizioni :) Aggiunta.
  • Homevideo Gestarsh99 • 14/05/11 14:18
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 28/06/2011 per Cecchi Gori:



    DATI TECNICI

    * Lingue Italiano , Inglese
    * Sottotitoli Italiano
    * Schermo Anamorfico 1080p High Definition
    * Audio Dolby Digital 5.1 True Hd
  • Discussione Galbo • 21/05/11 14:37
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    @lupoprezzo

    Lupo, rivedi Furore (se ti è possibile) e vedrai che l'accostamento con questo film (Per quanto molto diverso) regge.
    Un caro saluto
  • Discussione Lupoprezzo • 21/05/11 23:05
    Fotocopista - 38 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    @lupoprezzo

    Lupo, rivedi Furore (se ti è possibile) e vedrai che l'accostamento con questo film (Per quanto molto diverso) regge.
    Un caro saluto


    Certo Galbo,lo farò con immenso piacere visto che adoro John Ford (Furore tra l'altro non lo vedo da un sacco di tempo).Un caro saluto anche a te e speriamo di rivederci prima o poi,magari dalle tue parti,chissà... :)
  • Discussione Fabbiu • 10/01/12 01:53
    Archivista in seconda - 652 interventi
    Ciao Rebis che ruolo interpreta l'attrice che ha fatto anche Laura Palmer? perchè ho visto il film ma non l'ho proprio per niente riconosciuta.. tra l'altro è incredibile, guardando il film ho pensato a Twin Peaks; l'ambientazione non è nemmeno troppo simile, ma lo sguardo un po acceso su quella provincia Americana montanara e solitaria mi ha fatto pensare necessariamente al clima (invernale) della serie, e quindi è stato un bell'effetto sapere che c'è anche "Laura" :)
    Ultima modifica: 10/01/12 01:59 da Fabbiu
  • Discussione Rebis • 10/01/12 17:05
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ciao Fabbiu! Essì, l'atmosfera da Twin Peaks si avverte eccome... Sherilyn Fenn interpreta April, un personaggio secondario (ma vado a memoria perché il film l'ho visto un pò di tempo fa): dovrebbe essere un'abitante del paesino, frequentatrice (cameriera?) della locanda. Se non ricordo male, è stata abbandonata dall'amante o qualcosa del genere...
    Ultima modifica: 10/01/12 17:06 da Rebis
  • Discussione Buiomega71 • 3/11/14 00:44
    Consigliere - 25934 interventi
    Zendy, nel commento di Mickes2 si parla di "esordienti alla regia", in realtà e il secondo film della Granik.
    Ultima modifica: 3/11/14 00:44 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 3/11/14 07:40
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Ok, messo "quasi" all'esordio.
  • Discussione Mickes2 • 3/11/14 08:50
    Addetto riparazione hardware - 335 interventi
    Erroraccio, grazie :)
  • Discussione Buiomega71 • 3/11/14 09:59
    Consigliere - 25934 interventi
    Mah, non mi ha convinto del tutto

    Pregevole l'atmosfera degradante (che però risulta alla fine stucchevole), con lampi di certo cinema coeniano, la natura ruvida e selvaggia alla John Boorman (non solo c'è in comune i monti Appalachi, ma pure il ragazzino ritardato che suona il banjo nell'intensa festa con musiche countrycheggianti), nella desolazione di ambienti (spelonche, cani alla catena, bestiame, miseria un pò ovunque), nel tratteggio di varia umanità regredita ad uno stato quasi tribale (ritratto realistico di certi redneck di certo cinema horror rurale), imbruttita, dai volti scavati, solcati da fame e sofferenza. Qualcosa riaffiora della comunità cajun delle paludi hilliane

    La Granik getta uno sguardo quasi documentaristico (non per nulla mi e balzato subito alla mente certo cinema dei Dardenne, in primis Rosetta), aspro e gelido su tutto quello che circonda la giovanissima Ree, Alice nel paese di un pezzo di America desolante e squallido, che sembra un posto sperduto e dimenticato da Dio dell'est europa, o una distesa spettrale da post-atomico

    La regista, inoltre, dà un tocco femmineo pregnante (Ree ragazzina risoluta, decisa, responsabile, forse anche troppo, donne picchiatrici che hanno dimenticato di essere donne, capeggiate da un intensa, dura e cinica Dale Dickey) e sceglie bene i volti imbruttiti da una situazione di degrado che si abbatte come i lividi cieli grigi fotografati magnificamente da Michael McDonough

    La narrazione si fà lenta e sospesa, intervallata da buoni momenti (Ree che insegna ai fratellini a sparare col fucile, la festa country, l'apparizione di Sheryl Fenn anche lei con il volto scavato e indurito, il pestaggio di Ree nel garage da parte delle nerboute donne, mastine assoggettate agli uomini, capeggiate dalla Dickey, Ree che si vuole arruolare nei marines al colloquio con il soldato, il pre finale notturno, gelido, quasi horror con laghi placidi e gelidi, motoseghe e mani amputate)

    Però c'è qualcosa che alla fine non mi ha del tutto convinto. Nonostante la Granik dia una visione pessimistica in un atmosfera deprimente di miseria e degrado, c'è un larvato buonismo di fondo che stride e infastidisce (alla fine, poi, non tutti sono cattivi e disumani come sembrano), che si rivela nel finale deludente e fin troppo accomodante, che penalizza non poco la riuscita del film

    Esageratissima la candidatura all'Oscar come miglior film (mentre ci stava quella alla Jennifer Lawrence, bravissima, nulla da dire, ma non di meno agli altri attori "secondari"-su tutte Dale Dikey, maschera di rughe e sofferenza che non si dimentica-)

    Un pò troppo studiato a tavolino, che non si discosta molto dal classico film Sundance , tipico prodotto da festival un pochetto ruffiano
    Ultima modifica: 15/05/22 20:54 da Buiomega71