CONTIENE PARECCHI SPOILERS
Ok, Lucius, come promesso l'ho rivisto, confermo il 110 e lode con abbraccio della Commissione, anche se ti dico che sono giuste le tue puntualizzazioni.
Mi permetto però di dire che forse con la tua onestà non hai afferrato al meglio lo spirito del film, e soprattutto non hai notato che il discorso omofobico non lo fa la Berenson, bensì la Casini, che nel film assieme a Moroni, Lovelock e ancor più Venantini costituisce una quaterna di personaggi che dire ripugnanti è dir poco...Si salva, scusami il gioco di parole, solo Salvino, che, per quanto permaloso, suscettibile e soprattutto con orecchie da mercante, visto che Sibilla era stata chiara nei suoi intenti, va capito, visto che il suo amore per lei, per quanto tradizionale, era davvero sincero.
Ma le frasi omofobiche davvero odiose, la Berenson non le accenna neanche...é solo portata a chiedere nel bel mezzo del dialogo, viste le infami provocazioni della Casini "prova a immaginarti due f.... che facciano le loro cose per eccitarti", ma solo perchè prima quell'altra schifezza di Lovelock aveva proposto il triangolo con l'orgia saffica annessa.
Sai meglio di me che nella vita di tutti i giorni si fa questo e altro, ma un conto è farlo segretamente e custodire il segreto come un Sacro Graal, come un bellissimo ricordo dal quale attingere energie nei momenti peggiori, un conto è servirlo in tavola e commmercializzarlo sboccatamente come si fa nel film e come purtroppo si fa oggi per la maggiore...
Quindi per me la genialità del regista sta proprio nell'aver identificato i semi di quello che 40 anni dopo avrebbe costituito delle piante rampicanti su una cultura di base ormai ridotta a un rudere.
Il colmo è poi quando la stessa Casini afferma che le les....e sono meno contronatura dei f...., e anche lì la Berenson controbatte subito, e giustamente, che niente di ciò che è spontaneo è contronatura, ma ancora non contenta la Casini serve il poker alla fine tirando fuori quella nobile avente un figlio solo, f....., e pertanto anche lei ha paura che il suo lo diventi.
Mentre quella di Venantini è molto meno omofoba, perchè tira in ballo persone anche celebri che si sono sposate per mascherare il loro status, e i rotocalchi ne sono pieni di questi esempi, ma la sua è una frase molto meno grave di tutti i suoi monologhi tesi a considerare le donne come fattrici.
In sintesi, abbiamo a che fare con una mosca bianca, Sibilla ovvero Berenson, che anticipa i tempi di quello che a breve sarà raggiunto, ma, si badi bene,che sarà MOLTO POCO APPLICATO, anche ai giorni nostri, contro una quaterna di personaggi volgari, villani, beceri, pressappochisti, opportunisti e con tante altre doti negative che al giorno d'oggi sono tutt'altro che estinti, e di questo bisogna prenderne atto se si vuole apprezzare il film.
Certo, ci sarà anche chi avrà tesi opposte alle mie, che magari gli darà sottozero, ma questo non conta.
Volevo rispondere anche a Legnani. Lei non si vorrebbe assolutamente fare il ragazzino, ma dal momento che è una donna emancipata, quando si fa la doccia lascia la porta aperta, specificando bene che in tal modo gli è possibile continuare il dialogo con lui, che verte sì sul sesso, ma è stato lui ad averlo introdotto dicendo peste e corna sulla madre...Allora lei arriva a chiedere se lui ha un'attività sessuale, e, dopo una sua prima risposta gli spiega l'inutilità di andare con le prostitute, ed è il ragazzino che fa il gesto di volerci provare asciugandola. Il vero vomito è quando lei gentilmente e teneramente gli chiede "Non vorrai mica iniziare con me?" e lui risponde proprio da idiota "Ma non sei tu la migliore amica della mamma?" La Berenson a questo punto sbaglia a limitarsi a dire "Ho sbagliato a considerarti uomo" ma avrebbe dovuto dargli due manrovesci e dire "Ma sì, come no, un bel lavoretto fatto intra nos in casa...visto che consideri tua madre una tarda, una porca, una ridicola, vedrai che a me considererai come l'ottava meraviglia del mondo, visto che sono la sua migliore amica..."
E non di meno, lui, da megaidiota, cosa risponde? "Sei tu che non sei una donna". Come si può ben vedere i segni dell'ignoranza e del pressappochismo hanno già attecchito come un tumore maligno, e lei può solo sperare, come tutti gli eroi, di non andar fuori di testa e di restare in equilibrio con sè stessa...E qui lo posso proprio dire, perchè da anni lo sostengo: quella volta che si vince o che si hanno delle conferme c'è da toccare il cielo con un dito, ma la regola è stare in mezzo ai mulini a vento con il rischio di sentirsi emarginati, e la frustrazione è tanta ed è di quella più scottante...Ma alla fine si è sempre se stessi, ed è questa l'unica cosa che veramente conta per non buttare una vita intera. Quindi la Berenson stravince, e il film merita il massimo. FAUNO.
Ultima modifica: 2/08/14 13:10 da
Fauno