New York, I love you - Film (2009)

Parigi valeva bene una messa, giusto una, la vedevi e morivi. New York sarebbe meglio non vederla affatto: l'amore annunciato, mancato, differito, divenuto routine, nato o ucciso per caso, per inganno, perché quel giorno non si aveva niente di meglio da fare. Da un confettino antalgico si passa a un confettino anodino, da un episodio sciapo a uno amorfo, e via così fino al traguardo della più insignificante carineria che caramella ogni frame. A completare questa pentalogia del bacio perugina ci sarebbero anche Shanghai, Africa e Sudamerica, ma mi tengo lo zero in cinegeografia dei sentimenti.

Sulla scia di Parigi, ma con una coesione maggiore tra i racconti che lo rende leggermente più scorrevole. Rimane comunque un puro esercizio di stile per ogni regista, dove non tutti riescono davvero a creare episodi interessanti. I migliori sono il simpatico segmento di Ratner con il grande Caan, quello chiacchierone e diviso in due di Attal (interpretato bene da tutti) e i divertenti battibecchi Wallach-Leachman. Nel complesso merita una visione, ma non tutto funziona allo stesso modo.

Insieme di episodi di diversi registi che tratteggiano vari aspetti di New York. La città fa da sfondo a relazioni fatte di incontri, affari, ammiccamenti, per la maggior parte in un atteggiamento favolistico o intimo. Come interpretazioni i migliori sono Hawke e la Wright Penn, come regìa si distinguono Attal, la Portman e Akin. Nelle situazioni, specie coi più giovani, si assiste a divagazioni in stile indie già viste in altre pellicole.