Ennesimo grande film-affresco firmato da Kazan che al solito dispensa lirismo ed emozioni a profusione (senza però mai scadere nel patetico o puntando su
sentimenti a buon mercato), avviluppando lo spettatore in una rete narrativa
intessuta in modo impeccabile e sapiente. Difficile non appassionarsi alle vicende
dei personaggi che scorrono sullo schermo. Splendida la regia, magnifiche le ambientazioni ed il modo in cui sono rese, eccellente il cast.
Quando i sentimenti, la libertà (in un paese libero), la vita stessa vengono sepolti da inappellabili scelte "in nome del progresso". Grande sceneggiatura - tratta da due romanzi - e grande direzione di Kazan, Wild River riesce a coinvolgere per i diversi temi trattati, sentimenti, interessi piccoli e superiori, discriminazioni razziali e la bellezza selvaggia di una natura che l'uomo tenta di dominare. Un notevole cast dove spiccano figure femminili determinate più che mai, con le ottime interpretazioni della Van Fleet e della Remick.
MEMORABILE: La casa che brucia mentre, in primo piano, sventola la bandiera stelle e strisce.
La costruzione di una enorme diga sul Tennessee, per arginarne le esondazioni, crea il disappunto in una anziana signora che non vuole cedere allo sgombero della sua terra. Una simbologia contro l'incedere del cambiamento e del progresso, tra il vecchio e il nuovo, che si traduce in un racconto nel quale è impossibile non entrarci e perdersi emotivamente. Un film empaticamente esemplare con un grande Montgomery Clift.
MEMORABILE: Il fazzoletto di terra in cui si trasforma poco a poco l'isola in questione.
Per consentire la costruzione di una diga nel Tennessee che metterebbe fine alle periodiche inondazioni che colpiscono la zona, un ingegnere di città cerca di convincere una vecchia signora a vendere la sua terra, destinata ad essere sommersa... Melodramma sudista intriso di passioni che si impernia sul contrasto tra la spinta del progresso e l'attaccamento alle proprie radici sostenuto da un individualismo di stampo pioneristico. Kazan mostra come entrambe le parti abbiano le proprie ragioni e questa complessità rende il film contradditorio ma anche interessante. Grande cast.
Una vecchia signora non vuole vendere la sua terra anche se devono costruire una diga. Esempio di storia tra Davide e Golia, resa più complessa in quanto il Governo lavora per il progresso della popolazione (e la sicurezza, tra l’altro). Per sminuire i toni si inserisce anche la storia d’amore tra Clift e la Remick che verso la fine scade nel melodramma. Anche le connotazioni razziali vengono inserite, in un periodo di fervente impegno civile. Ben chiusa la vicenda, a dare una sorta di soddisfazione all’anziana protagonista.
MEMORABILE: Buttato in acqua; Gli uomini che saltano sul tetto; Lo spicchio di terra con le lapidi.
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Uno dei rari film dove io sopporti l'effeminato, problematico Clift, attore che in genere detesto. Ma soprattutto c'è una bellissima, indimenticabile Lee Remick. Incredibile lacuna davinottica, questo classico firmato Elia Kazan.