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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/10/10 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Schramm 29/10/10 23:33 - 3490 commenti

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L'ideale evasione passa per la liquoproduzione corporea e la protesta si afferma tramite la devastazione di sé. Il potere cieco, l'ottusa burocrazia della violenza. Gli anni di piombo trasformati in eoni di sterco. Il cupio dissolvi come ideale sit-in. Politicamente pasoliniano, registicamente impressionante, visivamente trascendentale, emotivamente sconquassante, quanto a durezza e necessaria incompromissorietà fa un bel terzetto con Ghosts of the civil dead ed Everynight...everynight!, dei quali è ideale trait d'union. Uno di quei film per cui la parola capolavoro torna ad essere sensata.

Brainiac 7/11/10 20:57 - 1083 commenti

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Ecco un film lunatico. Taciturno (i 20'iniziali) e chiaccherone (i 20', un quasi guinnes, del botta-e-risposta prete/ recluso), superficiale (il lacrima-inserto dell'antisommossa) e didascalico (l'invettiva scritta col "suo" piede sinistro), tarantiniano (i dialoghi iperrealisti) e fassbenderiano (l'interpretazione "senza sonno"), partecipe (il bagno forzato) ed assente (la madre ensangrada), brutale (le feci sul muro a mo di performance art) e freddissimo (l'indigeribile macchina fissa). McQueen e la sua regia spericolata: larve, pistole, unghie, specchio.

Mickes2 23/02/11 10:57 - 1670 commenti

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Dialoghi ridotti all'osso, che si concentrano tutti in una sequenza di 20 min circa nella parte centrale del film. Grande regia di McQueen che gioca con gli sguardi, le sensazioni e le inquadrature. Con pochissimi dialoghi è difficile rapire lo spettatore, ma lui ci riesce e bene (anche grazie alla durata del film). Un bravissimo attore Michael Fassbender (mai sentito nominare), che rispecchia benissimo la prigionia di questo repubblicano in piena protesta; non mancano scene violente, crude, che rappresentano molto bene la vita carceraria. Da vedere.

Greymouser 27/02/11 19:47 - 1458 commenti

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Una gelida rappresentazione di un dramma politico-carcerario, e del suo corollario di disfacimento che culmina nel lento suicidio per fame del protagonista. Però, manca a questo film una vera tensione drammatica, e i personaggi non hanno una storia sufficiente ad innescare un processo di coinvolgimento. I tempi cinematografici sono spesso maltrattati (vedi l'interminabile colloquio centrale: caro Steve, quello al massimo è buono per la televisione). Troppo abuso di piani sequenza statici. Troppo documentaristico. No, non mi ha convinto.

Jandileida 13/12/11 16:33 - 1560 commenti

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Gli escrementi come simbolo di rivolta, il corpo come mezzo di lotta ed infine la morte come simbolo da consegnare alla storia. Forse poco cinematografico perché molto statico e poco parlato (se non per un bel intermezzo), il film di McQueen è però un pugno nello stomaco, emotivamente difficile, ma che ripaga lo sforzo con una regia fatta di ottime inquadrature e sequenze cesellate nel freddo marmo di una vicenda che inquieta come la voce della Thatcher, come e più delle Malvine. La trasfigurazione di Fassbender è decisamente impressionante. Da vedere.

Cotola 4/05/12 19:50 - 9009 commenti

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Splendido e durissimo esordio di McQueen che colpisce più volte lo spettatore e lo fa veementemente, specie negli ultimi venti minuti in cui si assiste al disfacimento corporeo di Sands-Fassbender (forse il migliore attore degli ultimi anni). La regia è sontuosa, con scelte difficili ma condivisibili. Inutile sprecarsi in tante parole (ad eccezione di quel dialogo centrale di 20 minuti): le immagini parlano chiaro e lo fanno meglio di tanti inutili discorsi che si potrebbero fare. Scabro, cupo, angosciante, violento, emotivamente squassante ma anche magnifico e soprattutto necessario.

Rebis 6/05/12 11:39 - 2331 commenti

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Il corpo come resistenza; la deiezione come espressione irriducibile dell'umano. Un carcere mattatoio che macella diritti politici e identità. Film lancinante, di una bellezza che sconvolge e abbaglia, coniuga l'Arte alla denuncia civile e lascia ferite indelebili nella memoria. Rigoroso nella costruzione figurativa – con riferimenti alla cristologia rinascimentale e all'iconografia del martirio, da Mantegna a Bacon - è sensuale ed urticante, conquista l'emotività devastandola. Sceneggiatura ellittica che impone alla parola il linguaggio sublime delle immagini. Fassbender superlativo.

Capannelle 10/05/12 13:47 - 4398 commenti

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La storia di Bobby Sands portata sullo schermo con dettagli che colpiscono e una buona cifra stilistica. Peccato che coinvolga poco, complici i silenzi insistiti e un sottofondo programmatico. Va comunque dato atto a McQueen di non aver abusato di clichè e di forzature epiche o da tg, limitando lo sguardo alla vicenda personale e alla devastante trasformazione corporea che ha permesso a Sands di sfidare la determinazione thatcheriana.

Myvincent 13/05/12 08:51 - 3726 commenti

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L'accoppiata McQueen-Fassbender ancora assieme in quest'opera prima dalla connotazione fortemente politica che narra l'estremo sciopero della fame che porta alle tragiche conseguenze i prigionieri dell'IRA, uno di loro in particolare. Il film è una lente d'ingrandimento sugli stati d'animo e le torture subite, lasciando poco spazio all'espressione dei dialoghi, se si esclude un lungo piano-sequenza centrale. Troppo evidente è l'intento di stupire a tutti costi a scapito dell'imparzialità intellettuale che certo non avrebbe nuociuto.

Nancy 12/06/12 23:09 - 774 commenti

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Buon esordio per McQueen, che usando il pretesto delle lotte a colpi di scioperi della fame dei carcerati dell'Ira irlandese, dà un buon inizio alla sua ricerca sul corpo e sui suoi limiti (d'altronde quale miglior contesto?). Il film è sostanzialmente buono a parte qualche lentezza, specie nel secondo tempo; anche l'indagine caratteriale dei personaggi è notevole e la storia condotta piuttosto bene (almeno più coraggiosa del successivo Shame). Registicamente buono e forse addirittura un po' autocompiacente, ma McQueen se lo può permettere.
MEMORABILE: Il lungo pianosequenza - dichiarazione d'intenti dialogato tra Fassbender e il prete.

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Deepred89 12/06/12 11:59 - 3704 commenti

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Film discutibile. Narrazione indecisa sia a livello di trama che a livello di focalizzazione, regia che passa senza continuità da uno stile quasi classico ai virtuosismi più gratuiti, personaggi che vanno e vengono. Nel complesso ci si annoia e se va riconosciuta a McQueen un'indubbia abilità (e inventiva) nei movimenti di macchina, va anche detto che l'essenzialità e la funzionalità proprio non sa dove stiano di casa. Fenomenale Fassbender, indubbiamente l'elemento migliore del film. Il resto è quello che è.
MEMORABILE: Il long long take: nella sua gratuità non si dimentica.

Lupoprezzo 3/11/12 20:08 - 635 commenti

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Per il suo esordio Steve McQueen confeziona un biopic sulla tragica fine di Bobby Sands, dissidente politico irlandese che si lasciò morire di fame in carcere per protesta. Le pene dello spirito si tramutano in martirio della carne, con un Fassbender incredibilmente aderente al personaggio: scavatissimo, silenzioso e convinto nel perseguire il suo ideale. Grande lavoro sul corpo, soprattutto da parte del protagonista. La regia, costantemente sul pezzo, con piani fissi e dialoghi risicati pecca un po' di formalismo nell'ultima parte.

Saintgifts 12/12/12 23:40 - 4098 commenti

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Le didascalie finali riportano tutto a livello di cronaca, di storia, o politico; insomma, a un piano di concretezza che, in un certo senso, vanifica tutto il lavoro di immagini, di sentimenti e di sensazioni portato avanti per tutto il film. La sporcizia, la violenza, le morti... tutto per nulla. Di sicuro rimangono i cerimoniali, le divise, le visiere che nascondono gli sguardi, lo sbattere dei cancelli e il tintinnare delle chiavi assieme al rumore dei passi nei corridoi. Al film, morto, si può coprire la faccia con il lenzuolo e archiviarlo.
MEMORABILE: Dalla vagina all'ano, segreti (o quasi) nascondigli umani.

Didda23 10/05/13 10:30 - 2426 commenti

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Troppo supponente e algido il lavoro di McQueen per entrare sotto pelle, soprattutto per colpa di una sceneggiatura scellerata che opta per un dosaggio pessimo dei dialoghi condensandoli tutti in un corpo centrale da latte alle ginocchia. Rimane qualche discreto pugno nelle stomaco (la sporcizia, le ispezioni corporali) e la prova di un eccelso Fassbender, che mette il proprio corpo a disposizione dell'opera. Mancando la "romanzazione", l'empatia non si crea e sembra tutto un esercizio di stile sterile e immobile. Deludente. **

Nando 22/05/13 13:14 - 3810 commenti

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La drammatica protesta del militante Sands nei confronti della perfida Albione. Una narrazione cupa e forte che vede un monumentale Fassbender soprattutto nella sua inquietante quanto veritiera trasformazione fisica. Lievemente prolisso ma appassionante il dialogo centrale, esplicativo il giusto.

Pinhead80 6/06/13 10:58 - 4719 commenti

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La rappresentazione della vicenda trova la sua massima espressione nel raccontare in tono asciutto la violenza tra detenuti e guardie. Nei silenzi, negli sguardi e nella sporcizia si ricava il tessuto della protesta. Poi la necessità di parola prende il sopravvento in una sorta di delirio tarantiniano. La parte finale è dura ed efficace come la prima. La parte centrale appesantisce un film molto bello e è davvero un peccato. Da vedere sia come documento storico sia come opera filmica.

Pigro 2/07/13 08:40 - 9634 commenti

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McQueen racconta lo sciopero della fame di Bobby Sands scegliendo uno stile gelido e implacabile, straniante e perciò impressionante, fatto di dettagli crudi, di interminabili silenzi, di meticolosi automatismi di poliziotti-travet che regolano la prigione e che ci arrivano in tutta la loro offensiva naturalezza. L’unico fittissimo e illuminante dialogo arriva dopo 40 minuti di alienazione e torture ed è oltre un quarto d’ora a camera fissa: un colpo magistrale! La raffinatissima cura visiva e uno strabiliante Fassbender completano a dovere.

Giùan 15/02/14 07:05 - 4537 commenti

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Il primo elogio da fare è alla irripetibile struttura cinematografica ideata da McQueen, con la prima parte sfrangiata e molteplice cui fa seguito lo straordinario minuetto Cunningham/Fassbender (da anni non si vedeva un dialogo così ben filmato), preludio al solitario calvario finale dall’impatto fisico/visivo talmente “violento” da risultare dialogicamente sgradevole per chi guarda. In tutto ciò il giudizio politico, pur ineludibile, resta pure comunque sospeso e “imprigionato” nella totalizzante corporeità del film. Appena artefatta la chiusa poetica.
MEMORABILE: Le nocche insanguinate della guardia carceraria; Tutto il dialogo in carcere.

Kinodrop 15/04/14 20:42 - 2921 commenti

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C'era bisogno di un altro film sulla crudeltà della prigionia, delle botte, dei soprusi, dell'ostinazione dei condannati e così via? Il regista sembra influenzato dalla video-art e a essa sacrifica l'interesse e l'incisività dell'argomento. Perché un colloquio così statico, snervante tra il prete e Sands? Perché quel morboso seguire la lenta agonia di un personaggio di cui lo spettatore sa poco o nulla? L'ideologia è a dir poco confusa, quindi filmicamente poco coinvolgente. Musica impercepibile, sarebbe stato meglio senza. Pretenzioso e lento.
MEMORABILE: La violenza dei poliziotti; L'agonia del personaggio; Il passaggio di oggetti nascosti nelle parti intime.

Thedude94 14/08/17 19:10 - 1089 commenti

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Un Fassbender magistrale e autentico, nei panni dell'attivista dell'IRA Bobby Sands, viene diretto bene da McQueen, che con le sue inquadrature fisse mescolate a movimenti di camera davvero incisivi, ci mostra la realtà crudele delle carceri destinate ai terroristi politici. Una buona sceneggiatura e belle scenografie rendono il film interessante sotto diversi punti di vista; ma la cosa che più risalta è la crudeltà unita alla violenza, che qui viene mostrata per ciò che è realmente. Nel complesso buono.

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Paulaster 31/07/20 09:23 - 4389 commenti

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Attivisti dell'IRA fan lo sciopero della fame per rivendicare lo status politico. Non un film prettamente di denuncia ma in cui vengono mostrati vari tasselli di lotta carceraria irlandese. Stile asciutto sia per le violenze che per le conseguenze e riprese statiche per evitare spettacolarizzazioni. L'effetto produce scarsa empatia ma tende a far riflettere. Fassbender appare dopo un lungo preambolo e evidenzia con la sua magrezza il duro periodo passato dal protagonista Bobby Sands. La Thatcher è presente solo con un paio di audio.
MEMORABILE: La cella ricoperta di feci; La radio nella vagina; Il lungo dialogo col prete; Le piaghe.
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  • Discussione Cotola • 21/04/12 11:16
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Dopo il successo di Shame, lo hanno rispolverato: esce il 27 aprile al cinema.


    Dal trailer sembra promettere molto. I davinottiani sono divisi. Staremo a vedere. Io
    cercherò di non farmelo scappare.
  • Discussione Cotola • 2/05/12 18:23
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Zender, andrebbe messo tra i film al cinema. Come annunciato, infatti, è uscito venerdì.
  • Discussione Cotola • 4/05/12 20:10
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Uno dei classici casi in cui 500 sole parole sono troppo poche e forse non nebasterebbero nemmeno il quadruplo. Esprimo perciò qualche pensiero a poche ore dalla visione.

    Premesso che il film può ovviamente non piacere, non credo invece ci piova sull'alto valore morale e civile della pellicola.
    Non solo per la storia di cui parla, peraltro nota, ma anche per tanti altri motivi. Non è, infatti, un semplice atto d'accusa contro il sistema carcerario organizzato dalla Tatcher contro gli
    irlandesi (e già solo così sarebbe un ottimo film) ma è qualcosa di più alto. A questo proposito trovo fondamentali quei venti minuti centrali (tra i pochi dialogati e da alcuni criticati) in cui Bobby spiega le ragioni della sua scelta. Una scelta estrema
    in cui si sostanzia il libero arbitrio ai livelli più alti: usare il proprio corpo come
    strumento di protesta (e ciò avviene sia nella parte iniziale che in quella in cui Bobby inizia lo sciopero della fame) e farlo fino all'ineluttabile.

    Per il resto ben poche sono le parole in un film dalle scelte registiche coraggiose, che sceglie di restare quasi muto per tutta la sua durata e che parla attraverso immagini spesso durissime, non poco sgradevoli e a tratti difficili da sostenere. La macchina fissa, obbliga l'occhio, che vorrebbe tanto "fuggire", a guardare l'orrore in tutte le sue forme, senza dare via di scampo allo spettatore. Alla fine è difficile non restare provati da tanta violenza e da tanta cupezza. Ma dinanzi al coraggio di Sands, continuare la visione è necessario: è quasi
    un imperativo categorico, un obbligo civile e
    morale.

    Insomma a me è piaciuto moltissimo e mi ha non poco "sconvolto". McQueen si candida a diventare un grande regista, considerato anche il fatto che ha superato le secche della seconda opera: Shame è anch'esso un
    bellissimo film.
  • Discussione Didda23 • 4/05/12 20:29
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Grazie Cotola del prezioso intervento. Senza dubbio è un'opera da recuperare al più presto.
  • Discussione Cotola • 4/05/12 22:46
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Spero solo di non farti incappare in una delusione.
  • Discussione Didda23 • 4/05/12 23:56
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Figurati...Tanto in questi giorni al cinema non c'è niente di entusiasmante
  • Discussione Rebis • 5/05/12 15:29
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Visto anch'io pochi giorni fa: condivido in pieno l'intervento di Cotola. Un film potente, devastante, che riesce a far coincidere il cinema d'impegno civile con il film d'arte. Figurativamente impressionante, non solo per i richiami pittorici (perlopiù cristologici e rinascimentali), ma per il rigore assoluto della messa in scena, per la costruzione imprevedibile del narrato. Con solo un limite: bisogna davvero essere pronti ad accoglierlo, e difficilmente si sarà pronti ad una seconda visione.

    Aggiungo: ed è "solo" un film d'esordio...
    Ultima modifica: 5/05/12 15:33 da Rebis
  • Discussione Raremirko • 26/06/18 21:31
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    McQueen si riconferma regista acuto e dotato; film intenso e ben ricostruito, con almeno un piano sequenza memorabile (quello del dialogo tra Fassbender e Cunningham prete, che sarebbe opportuno aggiungere al cast).

    Fassbender sempre ottimo: qua poi, si è ridotto peggio di quanto fece Bale per The machinist.


    Acuto film di denuncia.