[1.2] Tre enigmi: L'uomo dei venti - Miniserie TV (1975)

[1.2] Tre enigmi: L'uomo dei venti (miniserie tv)
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Durata: 2 episodi
Anno: 1975
Genere: fiction (colore)
Note: Secondo episodio della serie tv "Tre enigmi".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In quel di Agordo, tra le montagne del bellunese, giunge un geologo (Guerrini) chiamato a studiare i venti locali, in particolare il Föhn. Alloggiato in una pensione, prende atto fin da subito di non essere troppo benvoluto, in paese. Gente chiusa, che ti guarda con sospetto, ti evita... In aggiunta, quando è in campo aperto a utilizzare i suoi attrezzi per svolgere il singolare mestiere, di lontano vede una donna colpita da un colpo di fucile che la ferisce. E' Alessandra (Panfili), che il geologo soccorre scoprendo che chi l'ha colpita è il suo amante, Luciano (Ombuen), ma che del fatto è bene che nulla si sappia in giro. Non voleva certo ucciderla, è stato...Leggi tutto un incidente; o almeno così sente dire nella casa degli Jaeger, la famiglia più influente del posto: il capofamiglia (Quaglio) e sua sorella Anna (Méril), moglie di Luciano, stanno peraltro pensando a un'avventata speculazione edilizia: il villaggio Jaeger, la cui progettazione pare nascondere non solo ricatti di ogni sorta ma forse addirittura un omicidio, quello di una donna morta due anni prima e che ha lasciato un marito (Brunetti) e soprattutto una figlia adolescente, Lia (Farenzana), traumatizzata al punto d'aver quasi perso la parola. Ci sarà una nuova morte poco chiara e sospetti che coinvolgeranno anche il protagonista, al cui alibi penserà a sorpresa proprio Anna, la quale con lui stabilisce fin da subito un rapporto particolare tutto da interpretare. Si capisce dalle prime scene che un ruolo fondamentale nello sceneggiato lo ricoprirà l'ambientazione, coi silenzi tipici che si legano al clima di montagna e soprattutto col sibilare senza sosta dei venti del titolo, che riempiono le pause e le frequenti camminate tra la neve. Sotto il punto di vista dell'intreccio non siamo ai livelli dei migliori lavori Rai, anche se il finale lascerà sorpreso più d'uno (per quanto sconti una relativa implausibilità). Guerrini, spesso ripreso in primi piani che ne esaltano la straordinaria intensità nello sguardo, ha per le mani un personaggio modellato sui canoni del tempo e al quale riesce a infondere buona umanità, la Meril pretende di recitare un po' troppo con gli occhi e non sembra alla stessa altezza, benché non demeriti. Si fa leva sull'ambiguità di quasi tutti gli abitanti del paese, tanto più evidente quando contrapposta alla limpida onestà del protagonista, il quale non si capacita del comportamento irritato di chiunque nei suoi confronti (si pensi all'impiegato comunale che timbra meccanicamente senza rispondere), come se non riuscisse a squarciare quella coltre di mistero che avvolge l'intero paese. Si fatica invece a rendere davvero interessante la figura (centrale) della lentigginosa Lia, con la sua bambola, il cane e il rifiuto a parlare anche con chi le si avvicina amorevolmente. Le musiche di Sergio Endrigo ruotano quasi tutte intorno a un tema che si ripete ossessivo e ben si sposa a ciò che commenta, pur tuttavia la regia di Carlo Tuzii è particolarmente statica, con i tempi lunghi dello sceneggiato che, stiracchiati ancor più della media, mettono a dura prova il non cultore del genere. Ha un suo fascino e una sua singolarità, è indubbio, ma la trama gialla e gli sviluppi non convincono granché.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/10/10 DAL BENEMERITO FAUNO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/01/21
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Fauno 11/10/10 22:27 - 2212 commenti

I gusti di Fauno

Nettamente inferiore al primo episodio della serie, nonostante l'ambientazione ad altissima quota e la bravura della Meril e di Guerrini. Centrato il tema della speculazione edilizia, fenomeno negativo che avviene anche in uno sperduto paesino sulle Dolomiti, ove ignoranza e superstizione regnano incontrastate. Il motivo musicale si adatta bene alle valli montane sperdute e a grosso rischio di slavina. Quaglio sembra un blocco di marmo e mette quasi soggezione.
MEMORABILE: Il lancio della bambola.

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