La Pivetti è azzeccatissima per questo ruolo (dopo aver visto l'intervista alle Invasioni Barbariche con la Bignardi ancora di più!), ma fuori forma. Una fiction che sembra già vista a guardare le storie, anche se in alcuni casi la Pivetti, grazie alla sua innata simpatia e bonarietà, riesce a sollevare un po' la situazione già catastrofica. Nel complesso la fiction non riesce mai a decollare, forse nemmeno a partire.
Pessima fiction Rai, con la solita Pivetti che è "brava" a recitare in queste odiose serie tv, in questo caso un Robin Hood al femminile. Sceneggiatura piuttosto scarsa, un cast modesto (questo va anche detto) e una regia alquanto elementare da parte di Vicario. L'unica cosa da ricordare in questa fiction è l'enormità di costumi che le attrici usano (un vero spreco, visti i risultati). Le storie delle varie puntate sono talmente deboli e già viste in altre fiction che non si ricordano neanche, talmente sono mediocri.
La ladra è, ne più ne meno e ancora una volta, una fiction "alla Veronica Pivetti". Protagonista quindi una donna simpatica e dalla vita inevitabilmente incasinata, specie in amore: tutto il resto è in secondo piano, le storielle (qui particolarmente improbabili) sono al limite del pretesto per ripetere un copione consolidato. Simpatica quindi, ma molto prevedibile. Vedibile e nulla più...
La prima serata domenicale di Rai uno non è esattamente il posto adatto per cercare la sperimentazione e l'originalità. Infatti La ladra non è che un discreto prodotto di intrattenimento, dalla storia collaudata e a prova di bomba già intuibile dopo il primo promo (anche se certi passaggi sono tirati via), che non ha particolari pregi ma che si fa seguire ed a tratti riesce anche a divertire ed a mettere di umore più sereno. Insomma, una "feel good" fiction come se ne sono viste tante, con un livello attoriale dignitoso e una bella location romana.
Una di quelle serie che ha la capacità di mettere di buonumore, con i suoi effetti rassicuranti e i ritmi lenti (ma non sonnolenti) della buona televisione. La protagonista è colei che possiede tale capacità, una Pivetti indaffarata a tirare avanti ristorante e vita privata in simultanea, spesso sbandando qua e là. E quello sguardo malizioso che disegna il suo viso allorquando il crimine pro bono diviene impellente, ne è ideale corollario. Simpatiche le avventure e le compagne di viaggio, oggetto del desiderio il tedesco Johannes Brandrup.
MEMORABILE: I confronti con il figlio Lorenzo.
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