A Venezia muore un'estate - Film (1975)

A Venezia muore un'estate

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Proviamo a immaginare che la storia tra la Bolkan e Musante finisca in un altro modo, a Venezia... Che lei non si rassegni a vederlo morire e decida di ibernarlo. E' la bizzarra idea attorno alla quale ruota un film che dal classico di Salerno sembra prendere non solo i simbolismi di una città destinata a suggerire struggenti incroci tra amore e morte ma anche una colonna sonora d'impronta classica, l'impianto da lacrima movie... abbandonando tuttavia i contrasti di coppia in favore di un idillio senza fine, francamente un bel po' stucchevole. David (Burns) e Anna (Frederick)...Leggi tutto s'incontrano, si piacciono, si sposano e sembra che nulla possa spezzare un'unione perfetta. Lui, architetto di successo, riesce magicamente a dividersi tra il lavoro e un rapporto che non conosce punti deboli, consolidatosi durante una luna di miele semplicemente perfetta a Venezia, in cui non serve alcuna parola per sottolineare ciò che sguardi e affettuosi gesti già comunicano ampiamente (accompagnati dalle note suadenti della colonna sonora di Antón García Abril). Poi il dramma, la scoperta di una rara malattia che porterebbe Anna a morire entro pochi giorni e la conseguente decisione di lui, su consiglio del medico (Rigaud), di ibernarla in attesa che qualcuno possa scoprire chissà quando la cura per salvarla. Avverrà nel 2014 - allora un futuro lontano - quando ancora David è in vita, ma sarà così facile la nuova convivenza? Una riflessione sulla forza dell'amore, sulla possibilità di recuperare un rapporto anche dopo 40 anni di forzata lontananza. Lo stile scelto è quello tipico dei film strappalacrime, ma Burns l'affronta infondendo una buona credibilità al suo personaggio che a dire il vero stride con l'anticonvenzionalità dell'espediente dell'ibernazione, tradizionalmente più legato alla fantascienza. L'effetto rischia di far scivolare il film nel grottesco, vista anche la regia zoppicante di Lazaga e il look non proprio futuristico di certi personaggi. A mantenerlo nel solco del melodramma ci pensano però i volti corrucciati di David, dell'amica Irene (López)... Il futuro viene visualizzato senza gran fantasia, Venezia fa da sfondo giusto per la breve parentesi in luna di miele e per tutti i ricordi ad essa collegati che tornano nei filmati in Super8 di David: scorci scontati, senza che la città riesca a togliersi di dosso quella patina flou da sognante meta d'innamorati sfortunati. Se i sentimenti emergono con forza è tutto ciò che ruota intorno a non convincere appieno, a partire da uno svolgimento fin troppo lineare che conduce a un finale debole, semplicemente consequenziale.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/09/10 DAL BENEMERITO LUCIUS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/11/16
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Lucius 24/09/10 18:16 - 3015 commenti

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In una Venezia suggestiva, una pellicola all'avanguardia (per i tempi in cui è stata realizzata) che porta lo spettatore nell'essenza dell'amore, oltre il tempo, in un contesto futuristico dove la criogenetica è l'ultima spiaggia per non perdere chi si ama. Le sequenze goderecce sono ben realizzate ed il film è riuscito: convince ed emoziona. Peccato che la pellicola sia finita nell'oblio: merita assolutamente di essere recuperata.

Uomomite 27/02/11 06:54 - 174 commenti

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Anna e David sono innamorati, innamoratissimi, la loro è una love-story perfetta. Quando il tasso zuccherino raggiunge il picco, arriva la mazzata e si piomba nel più cupo melodramma. Esaurite le lacrime ci ritroviamo nel bel mezzo di un film di fantascienza con finale malinconico. La pellicola di Pedro Lazaga è una giostra di emozioni. Non un film, tre film e mezzo. Delizioso.

Corinne 20/03/14 23:40 - 420 commenti

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Parte come la più classica delle love-story in pieno mood anni '70: lui e lei si incontrano, si amano, si sposano, lei si ammala. E qui la svolta fantascientifica: lui la fa ibernare in attesa si trovi una cura e passano quarant'anni. Lui invecchia, lei ovviamente no. Miele e melodramma in quantità industriali non ne inficiano la bellezza, perché se il finale a un certo punto diventa scontato, molto altro non lo è, o perlomeno io mi aspettavo un'evoluzione differente.
MEMORABILE: Il risveglio di Anna; L'incontro tra Anna e David dopo quarant'anni.

Faggi 26/05/17 16:43 - 1549 commenti

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Perlomeno capriccioso questo ibrido tra glucosio-movie con lacrime e fantascienza sinistra. Il plot è un diabolico congegno per stordire attraverso l'inoculazione di notevoli dosi di sostanze edulcoranti prima e parca malinconia tecnologica poi. Tecnicamente non tutto quadra, la regia non ha estro e l'iperglicemia (specie nella prima parte) è ossessiva e onnipresente ma, a sorpresa, si assiste a una seconda parte suggestiva e strana (da poco prima dell'ibernazione al pre-finale); così strana da illudere in un epilogo meno convenzionale.

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  • Curiosità Lucius • 24/09/10 19:28
    Scrivano - 9063 interventi
    La scritta sulla locandina italiana:
    "Oggi è il primo giorno del resto della mia vita...".