Perdizione - Film (1987)

Perdizione
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Titolo originale: Kárhozat
Anno: 1987
Genere: drammatico (bianco e nero)
Regia: Béla Tarr
Note: Aka "Dannazione", "Damnation".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/09/10 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 23/09/10 09:05 - 9635 commenti

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E' un vero naufragio della speranza quello dei frequentatori del bar Titanik, in una città bagnata dalla pioggia e dal fango, in una terra desolata, biblica, abitata da persone che attendono il nulla, tra storie d'amore finite. Folgorante, malinconico, visionario, disperato: gli aggettivi cercano di colmare il vuoto devastante che Tarr sa raccontare in modo straordinario, nella lentezza esasperante di carrellate laterali che ampliano la cornice dello schermo rivelando ulteriore vuoto in un b/n struggente. Implacabilmente disperato.

Mickes2 24/12/12 18:27 - 1670 commenti

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Ricognizione epica e dolente di esistenze fluttuanti dentro un acquario a cielo aperto. Sguardo egoista e disincantato racchiuso in un limbo spazio-temporale che assiepa naufraghi in un bagno di anime sole, annebbiate, distrutte. La consapevolezza di un’impossibilità di cambiamento, di una svolta, giunge improvvisa ed è impossibile fuggirne. Nella ragnatela del destino non vi sono aperture da cui districarsi: è una ricerca effimera che vaga nel Nulla, nella pura perdizione, nel nichilismo esistenziale, nell’attesa di ritornare fango e terra.

Rebis 7/01/13 16:23 - 2332 commenti

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Cani randagi sotto la pioggia battente. Gli avventori del Titanik Bar fagocitati dalle ombre, in attesa della rovina, perduti nelle danze dell'oblio. Non era facile addentrarsi così a fondo nella rappresentazione del Nulla senza esserne inghiottiti: immersivo, abissale, il cinema di Béla Tarr incede sul crinale che separa il cinismo più terrifico dall'umanesimo più compassionevole con un andamento liturgico che antepone all'esegesi delle immagini - bellissime - la sensorialità filmica. Un solo rammarico: il primo incontro con il suo cinema rimane un'esperienza non replicabile.

Enzus79 24/01/13 15:45 - 2873 commenti

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La rovina morale non solo di una persona, ma di un'intera cittadina che sotto la pioggia incessante attende chissà cosa: la fine di tutto? Bela Tarr non annoia, anzi. I lunghi piani sequenza sono coinvolgenti dato che fanno riflettere. Sotto certi aspetti Perdizione ha qualcosa in più di Satantango.

Bizzu 17/12/13 00:25 - 217 commenti

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L'umanità è naufragata, regredita, senza speranza. Qualcuno si accorge della sua condizione ma non fa nulla per cambiarla, chi ci prova fallirà miseramente quasi senza una spiegazione. Encomiabile l'integrità del regista nel rappresentare perfettamente la sua idea, però capendo subito dove vuole andare a parare secondo me le due ore di vuoto, carrellate, nichilismo e pessimismo sono parecchio debilitanti. Ho trovato piu piacevole leggere le varie analisi della critica rispetto alla visione del film.
MEMORABILE: La canzone della donna nel bar; L'insegna del Titanic sotto la pioggia; La guardarobiera che appare ogni tanto a fare il suo pistolotto e poi se ne va.

Giùan 9/09/14 22:38 - 4539 commenti

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A testimoniare il geniale grigiore di Tarr, basta il primo estenuante piano sequenza di Karrer impegnato a "farsi osservare" dai carrelli della teleferica. Un immagine in grado, col suo assurdo rigore metafisico, di precipitarci in una mise en abyme di plumbea originalità. Il film poi, com'è ovvio e in qualche modo fortemente voluto dall'autore ungherese, rischia di adagiarsi in un ermetismo stentoreo e a tratti manieristico, senza però mai perdere il suo grigiore mistico, la sua meccanica indecifrabile, in cui neppure il ballo può essere liberatorio.
MEMORABILE: Il racconto del suicidio della moglie che Karrer fa alla sua amante intenta a sgrancchiar biscotti.

Schramm 27/11/14 15:49 - 3490 commenti

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Basterebbero i primi 3' di ellittica carrellata a semicerchio a consegnare all'Immortalità il film: quello di Tarr è un neo-neorealismo talmente portato oltre ogni estrema conseguenza da carnificare struttura essenza e densità del sogno (la fotografia petrolifera; il passo lunare di una mdp subacquea; il clima spettrale da perenne diluvio universale): un cinema in dormiveglia, all'estero di se stesso e di tutto, in ammollo nella limbale atemporalità, impregnato di fatalismo, più che mai transitivo: ripaga la pazienza richiesta con qualcosa non dissimile da una crisi mistica scintoista.

Cotola 3/08/15 13:02 - 9009 commenti

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Il cinema di Bela Tarr stupisce sempre dal punto di vista visivo (splendida la fotografia) e questo film non fa eccezione regalando leccornìe di grande bellezza (grandissima la regia) sin dai primi fotogrammi. E i contenuti? Interessanti anche quelli, come sempre, seppure con qualche punta criptica ma meno che altrove. I ritmi sono quelli soliti ovvero dilatati ed anche più: eppure non mancano il fascino ed una certa capacità ammaliante ed avvolgente. Molto bella anche la colonna sonora. Non proprio per tutti ma i fan del regista esulteranno.

Paulaster 4/07/20 10:15 - 4389 commenti

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Uomo si innamora di una cantante sposata e resterà deluso. La campagna ungherese, tra pioggia, nebbia e cani randagi, è teatro di una storia di solitudini e abbagli di ambizione. Lo stile di Tarr è subito riconoscibile per i piani sequenza che passano sui volti persi dei protagonisti. Meno visionario di lavori successivi, punta al realismo diretto con lievi simbologie (il finale). I dialoghi son troppo lirici e tolgono spontaneità alla miseria rappresentata. 
MEMORABILE: La canzone al Titanik; Il trenino alla festa al bar; Il freddo rapporto sessuale.

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  • Discussione Rebis • 20/12/12 23:40
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Verrà trasmesso lunedì prossimo da Fuori Orario con il titolo Perdizione.

    Non me lo lascerò sfuggire. Da quando Pigro mi ha parlato di Satantango (che ancora rincorro...) sono stato letteralmente sedotto da Béla Tarr: un universo cinematografico tra i più immersivi e perturbanti.
  • Discussione Pigro • 20/12/12 23:52
    Consigliere - 1659 interventi
    Ah che bello! In questo film ci sono dei momenti memorabili che ho ancora ben stampati nella memoria, ma è tutta l'atmosfera a essere memorabile. Insomma: chi se la sente di affrontare i ritmi super-lentissimi di Bela Tarr, lo guardi e vivrà un'esperienza unica!

    Riguardo al titolo, sì, in effetti credo che sia più corretto chiamarlo Perdizione.
    Per cui, Zender, dovresti sostituire il titolo italiano con Perdizione, spostando Dannazione (che comunque vedo che è stato usato) tra gli aka.
  • Discussione Rebis • 20/12/12 23:59
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Ho cominciato con Il cavallo di Torino, ed è stata una folgorazione. Le armonie e L'uomo di Londra mi sono parsi più manierati e meno "necessari", ma comunque bellissimi. Ho il sospetto che spingendomi verso gli esordi troverò un Bela Tarr più genuino :)
  • Discussione Zender • 21/12/12 07:33
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Ok, cambiato il titolo.
  • Discussione Rebis • 21/12/12 08:39
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Grazie Buio per averlo segnalato in TV!
  • Discussione Buiomega71 • 21/12/12 10:10
    Consigliere - 25934 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Grazie Buio per averlo segnalato in TV!

    Grazie a te Rebis per averlo avvistato...Avevo digitato Perdizione per segnalarlo nel mio solito settimanale "palinsesto televisivo davinottico", ma mi usciva solo la Perdizione di Ken Russell
  • Discussione Mickes2 • 24/12/12 18:28
    Addetto riparazione hardware - 335 interventi
    riaggiungo il trailer, visto che quello presente ora è saltato per questoni di diritti :)

    http://www.youtube.com/watch?v=Edf_MSQv0HU
  • Discussione Didda23 • 24/12/12 19:30
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Stasera lo registro, ma non so se troverò mai il coraggio di affrontarlo.
  • Discussione Didda23 • 24/12/12 19:44
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    perchè il titolo è stato cambiato in perdizione dopo la segnalazione tv che riportava il titolo vecchio.