Ultima parola - Corto (1968)

Con questo corto Herzog si cimenta in un finto documentario. Attraverso poche frasi di abitanti di un'isola greca veniamo poco a poco a sapere la storia di un uomo che è stato "a forza" salvato dalla solitudine e dalla follia come ultimo abitante di Spinalonga, isola abitata in precedenza da lebbrosi. Niente viene raccontato esplicitamente ma assistiamo a interviste chiaramente realizzate all'uso, in cui i protagonisti ripetono varie volte sempre le stesse frasi. Esperimento curioso che rimanda a opere successive con interprete Bruno S.

Alcuni abitanti di un'isola greca raccontano di qualcuno che prima era lì e poi se n'è andato. Mi è oscuro il senso di questo corto, che per metà si limita a riprendere musiche etniche. La presa in giro di autentici pescatori o poliziotti del posto, costretti dal regista a ripetere a macchinetta frasi senza senso come fossero pappagalli idioti, farà ridere qualcuno, ma il mio senso dell'umorismo è un po' diverso. L'idea delle testimonianze sull'uomo misterioso poteva essere decente, ma qui è buttata via. Da evitare.

Spinalonga, un'isola ferma con la sua storia come l'acqua che la circonda. Il tempo sembra immobile, ma quanta storia ha alle spalle... Se da un lato è discutibile l'uso che il regista fa rimontando i vari ciak fatti sul posto, offrendoci un girato scherzoso, dall'altro è innegabile il fascino che emana un lembo di terra come questo, un tempo abitato da lebbrosi e oggi terra di ruderi e di una chiesetta a testimonianza di un presunto miracolo. Suggestivo.

Interviste tra il demenziale, il surreale e il cinema verità agli abitanti di Creta e Spinalonga, isole greche segnate dalla storia, misteri, malattia e disumanità. Soprattutto la seconda, accoglitrice di lebbrosi, solitudini e miserie raccontate per non dimenticare, anche se lo sguardo folkoristico e bizzarro non appare quello giusto e ci si perde in futilità pleonastiche tutto sommato evitabili.

Non mi ha colpito quasi per nulla e di sicuro non è tra i migliori lavori del grande regista tedesco; interessante nella location, nel soggetto e nello stile, si perde comunque nella pochezza del narrato e nella ripetitività di dialoghi e situazioni. Poco chiaro e fine a se stesso, vale giusto un'occhiata.