Vivere in fuga - Film (1988)

Vivere in fuga
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Titolo originale: Running on empty
Anno: 1988
Genere: drammatico (colore)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/09/10 DAL BENEMERITO ZEITGEIST
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Zeitgeist 11/09/10 11:32 - 4 commenti

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Ottimo film ispirato ad una storia vera la cui porotagonista è una famiglia che fugge continuamente lungo gli Stati Uniti cambiando identità ogni volta poiché i due genitori Arthur ed Annie Pope sono ricercati rei di sabotaggio all'epoca della guerra in Vietnam. Notevole Phoenix che con questa interpretazione sfiorò l'Oscar e notevole la regia di Lumet, per me una delle sue migliori pellicole anni ottanta. Da riscoprire!
MEMORABILE: Quando di notte River Phoenix confessa la sua vera identità a Martha Plimpton (sua compagna anche nella vita in quel periodo).

Galbo 12/01/11 05:52 - 12392 commenti

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Sempre attento al contesto politico e sociale della società americana e alla caratterizzazione psicologica dei personaggi dei suoi film, il grande regista Sidney Lumet trova una sintesti dei temi del suo cinema in questo film ingiustamente considerato una sua opera minore. La quotidiana normalità di una famiglia in perenne fuga dalla giustizia, viene descritta da una sceneggiatura di buon livello e da un'ottima interpretazione del cast, che il regista valorizza al massimo.

Daniela 30/06/15 15:55 - 12660 commenti

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Per evitare l'arresto come responsabili di un attentato al tempo della contestazione contro la guerra in Vietnam, da anni una coppia si trasferisce da un luogo all'altro, cambiando ogni volta identità, ma il figlio maggiore, che vorrebbe studiare musica ed è alle prese col primo amore, mal sopporta questa situazione... Da una storia vera, un bel ritratto adolescenziale, reso con sensibilità e partecipazione da River Phoenix, angelo inquieto che vorrebbe mettere quelle radici che i genitori pur amorevoli non possono offrirgli. Regia sicura, bel cast.

Alex1988 26/10/16 18:39 - 728 commenti

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Ingiustamente tra i meno conosciuti dei film di Lumet, è la toccante storia di una famiglia in continua fuga dalla polizia e di uno dei due figli che vorrebbe condurre la propria vita, indipendentemente. Non si tratta di un road-movie, ma di un buon spaccato di vita americana. Bravi anche gli attori, il povero Phoenix a parte.

Paulaster 4/11/20 09:54 - 4417 commenti

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Genitori idealisti fan vivere in clandestinità l’intera famiglia a causa di passate azioni di protesta. A livello di sceneggiatura sembra che i fuggitivi riescano comunque a condurre una vita abbastanza ordinaria e l’unica leva che fa vacillare l’equilibrio è la crescita del figlio maggiore. Lo scontro tra i valori pacifisti (benché loro siano bombaroli) e il desiderio di libertà vira nell’ultima parte nel romanzato e sembra destinato a un pubblico più giovane. Phoenix dimostra una certa fragilità evitando smanie amorose.
MEMORABILE: Il pezzo suonato a scuola davanti al professore; L’organizzazione che supporta la latitanza; La confessione alla ragazza.

Kinodrop 2/12/20 20:14 - 2948 commenti

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Una famiglia perennemente in fuga a causa di un passato attivamente antimilitarista deve cambiare identità e indirizzo per non essere scovata. La passione per la musica e il primo amore del figlio maggiore faranno precipitare le cose. Una storia insolita che mostra un' America diversa guidata da un'etica alternativa e dai solidi ideali, anche se ormai superati. Una sceneggiatura ben congegnata, più coesa nella prima parte, scivola poi un po' nel sentimentale con qualche inverosimiglianza di troppo (il pianoforte). Intensa e quasi commovente la parte del bravissimo Phoenix.

Max dembo 14/08/23 22:58 - 427 commenti

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Buon film intimista e anche, come sempre in Lumet, interessante per la visione del mondo e della società americana del tempo in cui è stato realizzato. Parte dal familiare per abbracciare anche un discorso politico e storico, quello dei "Weatherman", il più famoso gruppo eversivo e clandestino di sinistra radicale negli Stati Uniti dei '70. River Phoenix con la sua fama soprattutto postuma ha fatto un po' di "ombra" allo stesso film come agli altri cui partecipò, ma pure Judd Hirsch, Christine Lahti e un monumentale Steven Hill nella breve parte del padre di lei, danno gran qualità.
MEMORABILE: La sequenza dell'incontro dopo lunghi anni della Lahti con il padre Steven Hill, al ristorante: senza ombra di dubbio la scena più intensa del film.

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