Per tutti sarebbe traumatico non riconoscere il proprio volto ma, per un musicista, il vero incubo è non riconoscere, dopo un trapianto, le proprie mani, specie se quelle "nuove" appartengono a un assassino appena giustiziato! Greville decanta la storia dai più ovvi elementi horror, e stringe sul dramma umano di Orlac, non più padrone dei suoi gesti, incapace di accarezzare la sua donna, di sfiorare il suo pianoforte... Resta purtroppo solo sullo sfondo il bieco personaggio di Neron (Lee!), illusionista ricattatore. Discreto, ma spreca le più inquietanti potenzialità dello spunto.
MEMORABILE: L'ultimo numero di illusionismo di Neron. La crisi di panico di Orlac al suo primo concerto con... le mani dell'altro!
Il tempo non è stato clemente con questa pellicola, che risulta ultradatata (le manone ingessate, ad esempio, fanno parecchio ridere). In più la colonna sonora, in alcuni momenti è quasi imbarazzante, risollevandosi solo quando subentrano i pezzi al pianoforte. Il protagonista non se la cava male e Lee, nella parte del perverso illusionista, pur rasentando la macchietta, ravviva il tutto. Ma purtroppo, ciò non è sufficiente ad ottenere un buon prodotto, anche perchè l'idea sembra troppo stiracchiata e i rallentamenti non mancano. Si può anche vedere, ma lo si dimenticherà molto presto.
MEMORABILE: "Se ne vada o l'ammazzo!" urla il protagonista. E Lee, che ha assistito al suo fiasco al pianoforte: "Ha già assassinato Beethoven; credo che basti".
La peggiore versione cinematografica del romanzo di Maurice Renard sul pianista con le mani “assassine”. Scarsamente interessante, condito da poca suspence e da gratuiti accenti erotici. Regia e sceneggiatura vanno di pari passo: male. Il cast è sprecato. Insomma, molto meglio vedersi la pellicola di Wiene.
Il trauma della perdita si trasforma nell'orrore di non riconoscere una parte del proprio corpo. Niente si può gustare come prima e tutto il piacere viene negato. Un'opera che affronta la perdita in modo estremo ma efficace. Il risvolto horror permette di enfatizzare la deprivazione sensoriale del protagonista rivelandoci il lato oscuro, la zona d'ombra che messa alla luce del sole disintegra in un attimo l'esistenza. Meglio la parte concettuale che quella horror.
Dal romanzo di Renard (Les mains d'Orlac) sono scaturite svariate versioni cinematografiche: per prima l'opera omonima a questa, diretta da Wiene (1924) e a seguire, per riuscita, Amore folle di Freund (1935). Qui ci troviamo di fronte a una coproduzione anglo francese che può vantare un cast di richiamo che di fatto propone uno svampito Mel Ferrer nel ruolo del pianista che ha subito trapianto di mani e un monocorde Christopher Lee in una parte poco sensata, pur se molto presente, da stalker. Finale sottotono e piatto come l'intero girato.
MEMORABILE: Le mani ingessate dopo l'operazione... di proporzioni abnorme!
Protagoniste le "manoni" di Mel Ferrer, qui nei panni di uno sfortunato pianista tormentato dall'interrogativo sul trapianto a cui viene sottoposto. La regia è diligente, ma decisamente piatta e la storia si divide su tanti elementi, senza che nessuno si sviluppi nella direzione terrore. Concludono il cast Christopher Lee e Donald Pleasence in un piccolo ruolo. Tratto dal romanzo di Maurice Renard, è un classico esempio di fanta-horror.
Fiacca trasposizione del romanzo di Maurice Renard in questa coproduzione anglo francese che si trascina stancamente per una durata abbastanza consistenze. Niente a che vedere con le sensazioni espressioniste del film di Freund del 1935, qui mancano totalmente l'atmosfera e la suspense. Christopher Lee si impegna a essere cattivo e sollevare le sorti della pellicola ma invano; Donald Wolfit e Donald Pleasence fanno appena dei camei. La colonna sonora è veramente pessima. Nota positiva è l'unico delitto, che però arriva troppo tardi e sembra del tutto gratuito.
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Sorvolando sulle qualità artistiche del film, tanto di elogio alla Sinister, che propone l'ennesima versione de Les mains d'Orlac per la regia di Greville in una esemplare versione DVD con video (1.66:1) di altissima qualità, corredata da un reparto audio (italiano o francese con sottotitoli) altrettanto validissimo (mono ovviamente, ma con traccia estremamente potente e pulita).
Al solito purtroppo il vano extra è invece molto ridotto, e presenta una striminzita presentazione (circa 3 minuti) di Cozzi nella quale rientra la pubblicità della riedizione letteraria come evidenziata nelle curiosità del film di Wiene.
Correda la pregevole, almeno qualitativamente, edizione un mini poster all'interno, con rappresentato il manifesto originale Las manos de Orlac.