Cinque amici dispersi al largo su un canotto incrociano di notte una nave che pare abbandonata, sulla quale è installato un misterioso laboratorio oceanografico. Saliti a bordo, i cinque (tre sventole e due ragazzi) la ispezionano, scoprendovi un solo superstite, mentre qualcosa si muove in soggettiva ad altezza terra seguendo i nostri eroi. Scopriremo che sono le soggettive del plancton contaminato cui fa riferimento il titolo, che ha già immesso un virus nei pesci da laboratorio: una dei cinque furbescamente se ne cucina uno per cena ed ecco il patatrac! Dal momento che in regia c'è l'effettista Al Passeri non è difficile immaginare quanto siano le mutazioni e lo...Leggi tutto splatter, al centro dell'attenzione. D'altra parte il soggetto è talmente minimale e tanto scarsamente supportato dal cast che in molto altro non c'era da sperare. I cinque nella prima parte si sorprendono di cosa ci sia sulla nave e si perdono nei classici dialoghi da "prossima carne da macello"; le sventole si tolgono il reggiseno o si fanno la doccia e per il resto girano sempre in costumino o quasi, tutti in attesa che finalmente l'azione al sangue cominci. Qualche buon effetto c'è (per quanto ridicolo) e questa versione povera della COSA carpenteriana se non altro non annoia troppo. La trasformazione "a vista" da uomo a pesce e un paio di colpi di scena colpiscono.
Al Passeri, artigiano del cinemabis italiano, iniziò le riprese del suddetto film nel 1990 ma lo completò solo nel 1994; fu poi distribuito con altrettanta fatica. E si capisce perché: un film degno delle peggiori cose marchiate Troma, basato su una trama a dir poco demenziale (plankton assassino mutato geneticamente!) e su clichè tipici del genere; non mancano scene al limite del demenziale e del comico involontario, citazioni e via delirando. Si salva qualche SPFX (a parte il plankton gigante, che fa pietà) e il ritmo sostenuto. Avvilente.
MEMORABILE: Il tizio che durante un amplesso si trasforma in un plankton gigante!
Imbarcazione in avaria induce cinque passeggeri ad approdare su una nave abbandonata, al cui interno esperimenti di ingegneria genetica hanno dato vita a mostruosi ibridi tra la razza umana e i pesci. Alvaro Passeri (attenzione: non Massimiliano Cerchi!) realizza a fatica un lungometraggio che risente, principalmente, di un budget risicato e di attori fuori-parte. L'approssimazione è dietro l'angolo, ma gli spfx (campo di provenienza del cineasta) sono sanguinosissimi ed efficaci per l'epoca al punto che il film venne distribuito in alcuni paesi tipo Germania e Giappone.
Trashone di grana grossa che resta impresso per i suoi eccessi exploitativi: da un lato le ragazze pressoché sempre svestite (se non nude) e dall'altro le trasformazioni così spassose che rasentano il sublime ("boy becoming fish during sex" su tutte). Da chiudere gli occhi e trattenere il conato la scena del vomito con tanto di larve e liquido marcilente. Il menù che ci offre l'effettista-regista Passeri è questo. Ci si accomodi o si passi ad altra mensa.
Il visionario Al Passeri ci regala (fuori tempo massimo) questo catastrofico eco-vengeance marino, ricordato dagli amanti del trash per la coraggiosa idea di sfruttare il plancton geneticamente modificato come minaccia. La vicenda, mal spiegata all'inizio e dalla crescente confusione nelle battute finali, si umilia ripetutamente con desueti SFX e goffi tentativi di spaventare. Il cast, completamente imbambolato, non aiuta per niente e anticipa anzitempo l'unico destino possibile per un film del genere: il dimenticatoio.
MEMORABILE: La ragazza che stringe il membro della statua di un nano per eccitare il ragazzo e spingerlo all'amplesso; Il pesce volante; I pesci in padella.
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Plankton è ricco di momenti trash tanto che varrebbe il punteggio massimo nel rispetto del "so bad so good": non ci si annoia mai di fronte alle continue assurdità di sceneggiatura, dialoghi e spfx...
Ad esempio Passeri riesce a spacciare per Oceano una piscina (quella dove agitano i remi i protagonisti su un canotto prima di prendere possesso della nave oceanografica); sbatte soggettive raso terra di tipo circolare (tipo a un occhio) che non si capisce bene a chi appartengano; mette in bocca ai protagonisti dialoghi allucinati ("Che strano modo hai di dormire: nuda e a gambe aperte"); fa gridare pesci surgelati dopo due minuti di cottura in pentola (!) ...
Una disanima delle assurdità presenti nel film richiederebbe un sacco di spazio, ma non si può non menzionare questa evidenziata nella foto:
Cosa diavolo ci sta a fare una lampada come quella su una prestigiosa nave di ricerca scientifica? Più avanti nel film sarà accesa con piacere da una delle protagoniste!
Il film è ITA Credo che Plankton vada messo come aka
Dovrei andare a rispolverare Fangoria, ma credo che all'epoca fosse stato prodotto per l'estero come Plankton. Non sono sicuro fosse uscito in VHS, non ne trovo prova, la titolazione italiana del DVD credo sia stata fatta ad hoc per l'uscita. Quindi in tal caso sarebbe corretto, il titolo originale è Plankton, la rititolazione italiana è Creature degli abissi, pur essendo un film italiano.
DiscussioneZender • 30/12/23 07:45 Capo scrivano - 47778 interventi