Semisconosciuta produzione di metà Anni Sessanta che tenta di riciclare le atmosfere tipiche del noir, ma che non si solleva dal livello di un mediocre sceneggiato televisivo del tempo di cui riproduce fedelmente gli stilemi. Alternando sparatorie e cadaveri a digressioni sentimentali la vicenda si dipana in modo semplicistico con una conclusione molto affrettata. Si salvano il bel bianco e nero di Guglielmo Mancori e qualche buona presenza attoriale fra cui il veterano Enzo Tarascio, l'esordiente Giancarlo Giannini e la bella Dorian Gray.
MEMORABILE: Gli esterni parigini, palesemente di repertorio, popolati da Renault e Peugeot d'epoca.
È uno degli ultimi film di Dorian Gray (diretto da un suo cugino) e uno dei primi di Giannini. Modesta ma decorosa opera di imitazione, chiaramente ispirata alla serie televisiva del nostro ispettore Maigret, con ambientazioni laziali spacciate per Parigi e dintorni. Da notare lo splendido doppiaggio (c'è pure Cigoli), a testimonianza dell'arte italiana nel settore. Un po' confuso nel secondo tempo, ma guardabile.
A seguito di un contrabbando di alcolici viene uccisa più di una persona, mentre attorno alle chiome di una bionda cotonata girano tipi più o meno loschi. Noir dalla trama confusa, piatta, ha però il pregio di avere una bella, nitida fotografia in bianco e nero. Musiche tipicamente francesi contrappuntano una trama che manca di quei guizzi necessari per catturarne l’attenzione. Giannini recita in qualche scena con la propria inconfondibile voce.
Robusto noir per anni sommerso di Mangini, piuttosto insolito nel panorama cinematografico italiano dell'epoca, tanto che per sembrare credibile deve fingere (senza riuscirci) di essere francese. La vicenda è plausibile e tiene fino alla fine grazie anche all'apporto di un buon cast con molte facce note del cinema di genere come Dottesio (finalmente valorizzato da una parte non banale), il greco Karis e Calisti, senza contare un imberbe Giannini e la splendida Dorian Gray, cugina del regista, che dà parecchi punti al resto del cast femminile. Merita sicuramente di uscire dall'oblio.
MEMORABILE: La fotografia "sporca" in bianco e nero di Mancori, che fa molto noir americano anni '40.
Le atmosfere, la splendida fotografia in bianco e nero (di Guglielmo Mancori) e certi ingarbugliamenti della trama guardano al cinema noir dei due decenni precedenti, ma il ritmo e la recitazione sono quelli tipici dei coevi sceneggiati nostrani (impossibile, anche per l'ambientazione pretestuosamente transalpina, non pensare al Maigret con Cervi). Comunque un reperto del cinema di genere italiano che merita la riscoperta, anche se inevitabilmente datato alla luce dell'imminente rivoluzione stilistica che imporranno, per esempio, i vari Lizzani e Di Leo. Non male il cast.
Gino Mangini HA DIRETTO ANCHE...
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In realtà il film non è mai uscito al cinema, pertanto occorre decidere se mettere 1964 (anno in cui venne girato) o 1967 (anno in cui ottenne il visto di censura) o addirittura 1968 (vedi sotto). Lascio - ovviamente - decidere a Zender. In ogni caso, occorre modificare la Nota. Tutto quanto precede perché mi scrive, con la consueta cortesia, Alessio Di Rocco: "Non ho date di proiezioni al cinema. Il film venne girato nell'estate 64 con il titolo di rodaggio Parigi ora X. La Geosfilm, che produceva, venne dichiarata fallita nel luglio 65. Il curatore fallimentare si occupò delle pratiche burocratiche: fece sì che il film ottenesse il nulla osta di censura (n. 50190 del 2/11/67) e poi la nazionalità italiana (n. 480 del 1/4/68) e nel 71 piazzò il film a una società chiamata Mirkofilm che ne mantenne la proprietà fino al 79, apparentemente senza farci nulla, per poi cederla a un'altra società, la Stemax Film, la quale sfruttò il prodotto sulle tv private".