Oggetto strano e alquanto bizzarro questo
5150, Rue des ormes
Inizia come il più classico e risaputo kidnapping movie sulla stregua di
Rogue River, poi muta in altro, in una dimensione incubotica tra allucinazioni e follie di famiglie assai disfunzionali
Il placido quartiere residenziale di una piccola cittadina canadese, nasconde orrori e marciume, ben nascosti sotto lo zerbino di casa
Il giovane aspirante regista che ci capita dentro vivrà una condizione di follia galoppante e risucchiato in un coacervo di putridume , sangue, prigionia e deliri divini, che , forse, solo una partita a scacchi può decretarne la sua liberazione
Una famiglia all'apparenza tranquilla, ma che cova , al suo interno, il seme della pazzia e del giustizialismo portato all'eccesso, tra passioni necrofile e autopunizioni corporali
Una madre succube, timorata di Dio e insoddisfatta, una figlia che non riesce a trattenere la sua furia violenta, la secondogenita chiusa in un mutismo perenne, spezzato da momenti di schizofrenia acuta (il budino risputato a tavola, l'odio per il padre, il veleno per topi), il padre che si crede una sorta di giustiziere divino, dove l'eliminazione del marcio nella società, lo spinge a atti omicidi e spedizioni punitive
Tessier tesse la tela intorno ai suoi personaggi, e pur con qualche rallentamento, riesce a creare tensione, malessere e putridume, trasformando la sua opera in una deviata sitcom sputata dall'inferno
Tra allucinazioni cronenberghiane (il muro organico che vomita sangue), incubi barkeriani (lo stanzino che si riempie di sangue, la macabra scacchiera umana fatta di cadaveri imbalsamati), giustizie divine alla
Frailty (il pedofilo massacrato in stile
Kill List), ancora Cronenberg (quello di
Brood) nella figura della bambina che fugge dalla casa di cura e la sua ira scatenante nel prefinale nello scantinato (con schegge di ferocia e spietatezza , tra attacchi all'istituzione paterna e terribili fucilate), di stati allucinatori visivi e uditivi, di autoflagellazioni (camminando a piedi nudi sui cocci), di disperati, quanto disastrosi, tentativi di fuga (da gustare i panegirici della videocassetta con dentro il messaggio d'aiuto del prigioniero), il cadaverino del neonato, adorato come nel finale di
American Gothic, di disperazione che si tramuta in suicidio (con rilasso della vescica), di madri di famiglie che riescono a stento a resistere ai richiami della carne, di figlie "malate" e "interrotte", che esse siano prigioniere di un mutismo cronico o non riescano a tenere a bada i propri istinti violenti (con mazze da baseball, calci e mani infilzate o telecamere contundenti spaccafaccia), l'ossessione per gli scacchi che tramuta la mente, fino al punto di non ritorno, fino a plasmare la vittima stessa , in una prigionia mentale irreversibile.
Alice nel paese delle meraviglie letto dal protagonista (poi dalla figlia maggiore del suo aguzzino) non passa invano, perche il giovane affronterà il lato oscuro e melmoso dell'animo umano in una partita a scacchi antropomorfa che odora di carne putrefatta, dove le pedine bianche sono il bene, quelle nere il male
Non tutto fila liscio, si avverte una certa ambizione registica (le pedine di Bergman) e le visioni apocalittico/allucinatorie delle partite a scacchi (che sembrano uscite da un
Nightmare versione auteur) soffrono di una brutta CG
Ma la famiglia di Tessier mette i brividi, per la normalità nell'anormalità, per l'orrore nella quotidianità, per la semplicità , quasi naturale, nell'uccidere e nella necrofilia, per la distinzione netta (e deviata) tra cose è bene e cosa è male, per l'infezione "virale" di menti distorte e sindromi di Stoccolma
Da plauso Normand D'Amour , raggelante come serial killer della porta accanto e la bambina muta (quando guarda in tv il documentario sulle formiche, che hai suoi occhi sembrano quelle giganti e minacciose di
Assalto alla terra)
Opera peculiare, magari non riuscitissima, ma che tanfa di morte e (sani) squilibri mentali, dove il sangue sgorga denso da un muro "videodromeniano", o riempie le stanze, si confonde con l'odore acre dell'urina e della carne putrefatta che giace nella cantina, come immobili templari ciechi ossorioniani
Partita finale decisiva tra mummie mutate in macabri scacchi, la giustizia sommaria e divina in un delirio di onnipotenza alla
Suspect Zero, e sprofondamenti nell'orrore "parentale" che terrà bene a mente la Jennifer Lynch di
Chained (il tassista, il "figliuol prodigo" tenuto in prigionia, associazione nell'uccidere)
Come diceva Drayton Sawyer "la famiglia è la famiglia"
C'è molto di più del marcio in Canada
Per chi cerca qualcosa di diverso, al di fuori dei soliti standar preconfezionati.