Introdotta da un sintetizzatissimo brano electrodance di Marcello Giombini (cantato da Riccardo Orfei), una fantascienza all'italiana che sembra appartenere a vent'anni prima, tanto è povera la messa in scena e scarsa la fantasia negli effetti speciali. Siamo sull'astronave MK31 guidata da un comandante messo lì solo perché sulla Terra faceva danni. Non sopporta il computer di bordo Wiz a cui tutti guardano come all'oracolo e indossa come gli altri una tremenda cuffia rossa con capsule argentate sulle orecchie. Durante il viaggio di ritorno, in cui si seguono un po' le attività di bordo (compresi incontri amorosi virtuali di fianco a una palla luminescente che chissà cosa invia), la nave riceve...Leggi tutto strani segnali inviati da una potenza di 40.000 kw. C'è effettivamente uno scontro con un UFO ma, quando l'astronave viene colpita, quelli della base terrestre davanti ai giornalisti derubricano incredibilmente il tutto a "una scaramuccia nello spazio" (!): mai avevamo assistito a una minimizzazione così audace del primo incontro con gli alieni! Si continua così con l'astronave che perde il controllo e precipita su un pianeta sconosciuto. Qui nuove avventure attendono l'equipaggio: una razza extraterrestre di uomini smaltati e metallizzati vive nelle grotte oppressa da un robottone tutto luci chiamato "il mostro immortale". Come distruggerlo? L'idea più geniale viene al cervellone Wiz, che suggerisce come soluzione di "premere l'eventuale pulsante di autoeliminazione, probabile colore: rosso". Difficile trovare nella storia della fantascienza un consiglio più infantile, ma va da sé che la "forza" del film sta anche qui: debolissimo dal punto di vista di sceneggiatura, effetti speciali, recitazione e dialoghi, non gli resta che esibire il suo alto valore "trash" agli appassionati. D'altronde basta seguire il finale con l'astronauta "posseduto" per capire a cosa ci si riferisce, o i lunghi intervalli amorosi intorno alla sfera luminescente (roba da far concorrenza all'Orgasmatic di Allen, che però era volutamente comico). Notevoli anche gli scambi di sguardi goderecci tra le belle donne dell'equipaggio e il prestante abitante metallizzato, mentre il robottone nemico sembra proprio una grossa riproduzione d'un vecchio giocattolo per bambini (indimenticabile quando attacca il delirante monologo sulle sue velleità di gran conquistatore e di oppressore di un popolo di idioti che lui considera testualmente "capre da tosare"). Così, mentre i nostri s'impegnano nel cercare addosso al "mostro immortale" il pulsante rosso indicato da Wiz, sulla Terra non si pensa più alla minaccia aliena perché evidentemente c'è di meglio da fare. Un insieme mal coagulato di scenette raffazzonate per un fantafilm di quelli chiaramente derivativi e che scomodano a sproposito pure Johann Sebastian Bach, scambiato da una bella astronauta per un atleta perché... "tutte uguali voi donne, non pensate altro che allo sport": un futuro alla rovescia, nel quale peraltro il capo delle operazioni da Terra, a missione conclusa e in diretta video con tutto l'equipaggio, appoggia pesantemente la mano sul seno della collaboratrice a fianco per cominciare a palpeggiarlo col sorriso sulle labbra.
Involontariamente spassoso e inarrivabile esempio di cinema di genere fatto con due lire, dal regista di fiducia di Mario Merola. Un'astronave con a bordo un manipolo di eroi deve raggiungere un pianeta dove un gigantesco robot ha soggiogato un'intera razza grazie ai suoi poteri psichici. Per ambientazione, costumi e scenografie sembra un film di 15 anni prima. Probabili tenui riferimenti al baviano Terrore nello spazio. Una chicca la canzone "We Are Not Alone In The Space" che apre e chiude il film. Per amanti della serie Z.
Guerre stellari di casa nostra, diretto (con mano sinistra) da Brescia che adotta, inevitabilmente, lo pseudonimo di Al Bradley, sperando in tal modo di gabbare il pubblico, convinto di assistere ad un efficace film di fantascienza, sullo stile del già citato lavoro di Lucas. Invece si tratta, purtroppo, del primo tassello di una inguardabile tetralogia, seguita da Battaglie negli spazi stellari, La guerra dei robot e Sette uomini d'oro nello spazio. Qualche idea non è malvagia, e la musica - opera del bravo Marcello Giombini - fa il suo dovere; ma non ci sono mezzi e la cosa è più che evidente.
Insomma, con tutto il bene che posso volere ad Alfonso Brescia non saprei proprio da dove iniziare... certo il film non annoia, e la storia che avevano scritto -molto classica- sarebbe stata anche interessante da seguire; ma la realizzazione è davvero troppo, troppo sciatta per entrare nel film anche solo per un momento di lucida follia. Restano alcuni momenti divertenti, l'idea della musica di Bach e la splendida canzone di Marcello Giombini che varrebbe il film anche da sola, stop. Curioso Nick Jordan totalmente verniciato d'argento.
Passabile fantascientifico di Alfonso Brescia, ricordato più che altro per i suoi film con Merola e valide opere come Lo scugnizzo. La canzone "Not alone in the space" fa semplicemente pena, ma il film è gustoso, nonostante i discutibili effetti speciali. Un po' peggio di Cosmo 2000 ma guardabile.
MEMORABILE: Charles Borromel trasformato; Gli alieni con il viso verde; Il robot.
Rimarchevole esempio di no-budget nostrano firmato dall'inefabile Brescia. Gran pastrocchione, fra il comandante ribelle e un po' luddista, il fratello grosso di Hal e il contaminato sbavante, i macchinari per orgasmi passivi con sottofondo new-age e i maxi-orologi al quarzo ("offerti da Bulova") si capisce il giusto. Musiche terrificanti. Noiosetto.
Fantascienza italiana scadente non tanto per le scenografie - invero affascinanti perché rappresentative dell'artigianalità del nostro cinema a basso budget -, quanto per la fiacchezza della conduzione della storia da parte di Alfonso Brescia, che pur affronta il tema classico e sempre attuale dei rischi del progresso tecnologico quando sfugge al controllo dell'uomo. Spenti gli attori, a differenza dei rutilanti colori spaziali della fotografia; dozzinali le musiche elettroniche di Marcello Giombini.
MEMORABILE: Vassili Karis che rischia di morire corroso dall'acido che gli ha intaccato la tuta.
Spaghetti-fantascienza delirante, cucinata da Brescia con sfrontatezza di messa in scena, colori ultra-pop da allucinazioni lisergiche, scenografie e costumi curiosissimi, personaggi sopra la righe, dialoghi pindarico-farneticanti da ridere, musiche enfatiche; sceneggiatura pressoché inesistente, più che altro una serie di sequenze quasi a caso, legate da un plot luddista amatoriale. Risultato: un ambaradan imperdibile che suscita simpatia, si guarda con diletto e non annoia, nonostante sia un semi-disastro che oscilla tra la serie B e la Y.
MEMORABILE: Le scene del sesso virtuale/mentale; Le apparizioni e il monologo di quello che viene chiamato "mostro immortale" (un robot-lampadario).
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DiscussioneDaniela • 3/04/17 14:44 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Schramm ebbe a dire: se siamo dalle parti di adamson
Se ti riferisci a 7 per l'infinito... (che ho visto in questi giorni incuriosito dai vostri commenti): sono intensità di follia diverse: Adamson è più crudo (vicino ai '60 e anticipatore di deliri settantiani) Brescia più giocattoloso e pop (con premonizioni ottantiane) ; comunque la partita se la giocano.
DiscussioneDaniela • 6/04/17 22:04 Gran Burattinaio - 5930 interventi
x Faggi
se la giocano eccome!
Così, ancora sotto shock, direi che quasi quasi Brescia la spunta.
Adamson ha fatto un taglia e cuci demenziale ma almeno le intenzioni non erano malvagie nel loro tentativo di riciclo di avanzi altrimenti impresentabili.
Qui non c'è neppure la scusante ecologica: fa proprio ribrezzo dalla prima allìultima inquadratura.
SPOILER (si fa per dire)
Tanti i momenti indimenticabili (che spero di dimenticare al più presto):
Il ballonzolio nel cielo verde dell'astronauta in tuba arancione con un sottofondo musicale a ninna-ninna; Il bambinello biondo vestito argentato con la pallina disintegratrice che tutte le volte che appare parte una musichetta simil-argentiana; il portellone aperto sullo spazio prima di lanciarsi di sotto; la vittoria con le spiegazioni sull'inversione delle immagini e l'ora legale; "Abbiamo amici nell'universo..." "Amiche no, ti devo bastare io" segue bacio fra il caschetto nero maschio e la biondina spigliata.
FINE SPOILER (sempre si fa per dire)
DiscussioneDaniela • 6/04/17 22:33 Gran Burattinaio - 5930 interventi
AHHHHHH!!!!
Mi sono appena accorta rileggendo i vostri commenti di non aver visto "Anno zero - Guerra nello spazio" come pensavo, ma il suo sequel dell'anno successivo, ossia "Cosmo 2000 - Battaglie negli spazi stellari".
Santa polenta, ora mi tocca subire anche quell'altro :o(
Faggi, a questo punto, dato che nel mio caso sei responsabile della visione coatta, per fare penitenza dovresti affrontare questo Cosmo 2000...
Daniela, farò volentieri penitenza appena lo trovo. Ora,di Brescia, ho sottomano La bestia nello spazio.
Tornando al nostro capolavoro: non perderlo perché ha un secondo tempo (specialmente) con scene davvero da cinema scardinato. Certo è che la buona disposizione conta ma ti assicuro che dalla discesa sul pianeta fino al delirante finale c'è da divertirsi. E poi i colori sono da negozio di caramelle esploso. E le scenografie da Big Gim nello spazio.
Faggi ebbe a dire: Ora,di Brescia, ho sottomano La bestia nello spazio.
tantissima roba. un'altra di quelle cose indefinibili improponibili incommentabili inqualificabili che fanno rotolare strozzati dalle risa avanti e indietro nel tappeto e rialzare in piedi ridotti a un kebab di peli e lanugine. e ovviamente all'idea che anno zero (un numero un film, me sa tanto) abbia un sequel io ovviamente già sbavo a secchiate!!
DiscussioneDaniela • 7/04/17 13:04 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Schramm ebbe a dire: [all'idea che anno zero (un numero un film, me sa tanto) abbia un sequel io ovviamente già sbavo a secchiate!!
Aggiungi qualche secchio, perché qui si parla di trilogia o quadrilogia, come ho scoperto con raccapriccio: dopo Anno Zero e Cosmo 2000, ci sono anche La guerra dei Robot e soprattutto Sette uomini d'oro nello spazio, che ricicla scene, costumi e cast dei primi due.
Santa polenta, in che girone infernale ci ha tirato dentro il Faggi, noi poveri trashisti :o(
per me un poker siffatto è piuttosto uno dei 9 cieli del paradiso!! dany a questo punto dannati pure con alien 2 e la suddetta bestia, e finirai nel calendario!