The ossuary - Corto (1970)

Le immagini sono quelle, impressionanti e incredibili, dell'ossario di Sedlec; la voce è quella della petulante custode che intrattiene i bambini di una scolaresca in visita. Il corto circuito tra le sculture di ossa e la cicerona stufa di lavare i teschi su cui i ragazzi scrivono il nome con la penna a biro, è assolutamente spiazzante. L'effetto non è comico, ma semmai un sorriso di disagio, in cui il senso della sacralità della morte è due volte sconfitto: prima dall'ossario kitsch e poi dalla visita guidata.

Molto interessante. Inquietante, ottima la scelta di girarlo in bianco e nero, l'inquadratura dei teschi e delle varie ossa (sia all'inizio in contrapposizione con la panoramica della chiesa, sia nel finale totalmente dedicato a loro); non può lasciare indifferente lo spettatore. Ottimo, una scoperta!

Viene da chiedersi perché dei bambini debbano visitare un monumento così kitsch e macabro, ma poi Svankmajer ce lo mostra a modo suo, in maniera così veloce e moderna che le domande si fermano un attimo; unico appiglio con la realtà la voce della pedante guida che ferma il rapimento delle nostra lucidità di spettatori.

L'ossario di Sedlec viene qui rappresentato da Svankmajer attraverso l'escamotage del commento fuori campo di una guida intenta a raccontare a un gruppo di ragazzi le macabre meraviglie. Le immagini scorrono al solito in maniera vorticosa, ma il soggetto per sua natura orrorifico impedisce al regista di sviluppare ulteriori mostruosità a lui care. L'impatto visivo, soprattutto per chi non ha mai visitato un ossario, sarà sicuramente grande.