The castle of Otranto - Corto (1977)

Il più irriverente e lunatico fra i registi alle prese col più oscuro e mistico fra i romanzi gotici. Il castello d'Otranto, con la sua trama articolata e malsana (elmi affetti da gigantismo che piallano eredi al trono, figlie scannate per caso, fantasmi che sventrano castelli) fa (non si sa come) rima con Svankmajer, che frulla animazioni da Intervallo-Rai (che abbiano ispirato l'Armata Brancaleone?) ed interviste dispensando più cultura in 17 minuti che il Tg1 in un'intera annata di speciali. Finale ad effetto con beffardo colpo di scena che ricorda le prime cose di Woody Allen. Va visto.

Serissima intervista giornalistica a un ricercatore che spiega di aver identificato in un rudere boemo il vero "castello di Otranto" che ispirò a Walpole il primo romanzo gotico della storia. L'intervista è in realtà finta, e solo alla fine ci si rende conto della bufala, non senza aver prima ascoltato le prove inconfutabili e aver ripercorso il romanzo grazie a (bellissimi) disegni animati. Il geniale Svankmajer, inviso al regime comunista, racconta con questo gioiello le subdole strade della mistificazione, e ci fa ridere di gusto.

Documentario letterario e illustrazione animata s'incrociano in un collage di finta realtà e vera fantasia che in pochi minuti creano un servizio televisivo (il presentatore è un noto personaggio della tv cecoslovacca) che c'inganna e diverte, in una fusione di stili con finale di classe, ottime le animazioni (modernissime le carrellate sul testo) per un film perfettamente architettato.

Il corto propone un’intervista ad un appassionato-studioso che espone la tesi secondo cui il Castello del romanzo in questione non si troverebbe in Puglia ma in Cecoslovacchia. Il tutto alternato a delle animazioni che illustrano alcuni dei momenti più importanti dell’opera di Walpole fino a quando non si giunge alla divertentissima rivelazione finale che chiude in modo gustoso ed assolutamente corto questo delizioso lavoro.