L'ultimo numero del signor Schwarzewald e del signor Edgar - Corto (1964)

Due illusionisti con la testa enorme e ricca di sorprese, in caparbia competizione, si alternano con i loro trucchi mirabolanti sulla scena. Geniale opera d'esordio di Svankmajer, che sfrutta in maniera gustosa e brillante la tecnica praghese del teatro nero. Il film è spiazzante fin dai titoli di testa, e continua a sorprendere con le gag inventate e soprattutto con l'incredibile gusto visivo surreale e poetico del regista. Curioso e misterioso il leit motiv dello scarafaggio come anima di ciascun trucco.

Geniale. L'uso dei 2 pupazzi dipinti rende il risultato ancora più inquietante e straniante. Il tutto in un crescendo (tipico di Svankamjer) che arriva fino al distruttivo finale. Da citare la citata distruzione, le mani, la musica di sottofondo. Ottimo.

Dopo essersi diplomato nell'arte delle marionette, Svankmajer ne dà un'immagine completamente nuova: surreale, non sense e anche un po' costruttivista, usando in maniera eccelsa la commistione tra attori e i classici trucchi da sfondo nero delle care vecchie marionette. Al primo film l'autore boemo stupisce con l'imperfezione grezza che renderà leggendario il suo cinema.

Sfida senza esclusione di colpi tra prestigiatori: ne succederanno di belle. Splendido esordio di Svankmajer che infarcisce questo corto di temi ed elementi che diventeranno topoi e stilemi che poi torneranno spesso nel corso della sua carriera: la magia, le marionette, l’importanza degli insetti (c’è uno scarabeo che fa da misterioso filo conduttore), la distruzione e la morte. C’è già anche tutto il pessimismo del regista: alla fine ogni possibilità di dialogo non può che finire in maniera distruttiva. Undici minuti ad alto ritmo e già pieni di belle trovate visive.

Due prestigiatori si sfidano a suon di numeri strabilianti sino all'incredibile finale. Primo cortometraggio del grandissimo Jan Svankmajer dove troviamo gran parte di quelli che saranno gli schemi ricorrenti della sua arte fatta di accumuli di oggetti surrealisti e bizzarri che impazzano sullo schermo. Anche l'illogicità qui trova una sua logica e si manifesta nel tarlo che corrode la mente sino a farla implodere.