A game with stones - Corto (1965)

Sono banalissimi ciottoli di fiume partoriti da un rubinetto-orologio a pendolo, i protagonisti di questo curioso corto materico che tende prima all'astratto, grazie alle forme e ai movimenti dei sassi (anche frantumati), e poi al figurativo, con la composizione delle pietre in figure. Delicato, grazioso, perfino divertente e, in qualche modo, magico nello svelare la fantastica "vita" di inerti agglomerati minerali: un esperimento che va al di là della semplice sperimentazione per trasformarsi in un'esperienza visiva di grande fascino.

Piccola chicca del giovane Svankmajer: un film fatto di sassi che lascia di sasso. Un balletto per oggetti inanimati un po' astratto e un po' no... zero narrazione, solo 8 minuti di piacere visivo, solito ottimo montaggio e un "compositing" davvero avanti.

Geniale ed interessante uso delle pietre da parte del maestro Svankmajer. Come al solito il corto risulta ipnotico e cattura lo spettatore che non può distogliersi dalla visione. La tecnica soppraffina del regista fa il resto. Da vedere assolutamente.

Nove minuti (scarsi) di giochi "petrosi" ma per nulla duri e noiosi, anzi dai ritmi abbastanza vertiginosi, firmati da Svankmaher che già stupisce lo spettatore con pochi e ripetitivi elementi. Tale penuria non va a scapito del divertimento e soprattutto colpisce il gusto figurativo del maestro ceco capace di "avvincere" di regalarci dei puri divertissement che vanno goduti appieno così semplicemente, senza sforzarsi sempre ed ogni volta di carpire oscuri e profondi significati. La tecnica è già sopraffina.

Dal rubinetto situato sopra a un orologio a pendolo escono pietre di varie forme e dimensioni pronte a dare spettacolo. L'inanimato prende vita grazie alle straordinarie composizioni del regista ceco capace di rendere possibile l'inimmaginabile. E' la manifestazione dell'arte che riesce in modo surreale a suggellare vita e morte in una continua girandola di frantumazioni e ricomposizioni.