Due ore ancora - Film (1950)

Due ore ancora

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/03/10 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 23/03/10 00:00 - 9043 commenti

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Remake di un vecchio film francese, è un noir in cui si narra la disperata lotta contro il tempo di un uomo che sa di dover morire e cerca di capirne il perchè e di scoprire un antidoto. Quintessenza del genere noir col destino segnato del protagonista che cerca di opporsi all’ineluttabile. Non mancano tensione e ritmo che tiene botta fino alla fine. Rifatto dopo parecchi anni con risultati nettamente inferiori all’originale.

Saintgifts 3/11/12 00:13 - 4098 commenti

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Coinvolge fin dai titoli di testa, seguendo un uomo che si reca dalla polizia per autodenunciarsi per poi cambiare registro all'inizio del lungo flashback con il protagonista donnaiolo e i fischi musicali ad avvenenti signore, per ripiombare definitivamente nel noir più scuro dopo la scoperta del proprio avvelenamento. Bigelow (Edmond O'Brien) vuole scoprire chi lo ha avvelenato e perché, ma scopre anche (quando sa che gli resta poco da vivere) di amare veramente e profondamente la sua ragazza. Merita ampiamente una visione.

Il Gobbo 20/11/12 10:21 - 3015 commenti

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Quando il pregio del film è anche il suo limite: il meccanismo è inesorabile e precisissimo, ma - appunto - è puro meccanismo, scandito da una regia senza fronzoli (e va bene) ma un po' legnosa. Coerentemente quindi mancano i chiaroscuri psicologici e gli svolazzi espressionistici da noir classico: niente deve distogliere le rotelle dal loro girare. Ma la suspense è assicurata. Ottima (oltrechè cruciale nell'economia del racconto) la sequenza jazz.

Tarabas 28/02/14 11:48 - 1878 commenti

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L'uomo comune americano, la linea d'ombra tra normalità e devianza, la tranquilla vita di provincia e le lusinghe della metropoli. Tutti temi che il noir Usa anni 50 avrebbe sovrapposto al classico schema "bandito vs società". Matè è per certi versi un anticipatore, gira con grande libertà sfruttando la povertà di mezzi più che subirla. A partire dal carrello inziale, si capisce che il film non seguirà regole ovvie. La trama non manca di ingenuità, ma tutto funziona e visivamente è un esempio di gusto e spregiudicatezza.
MEMORABILE: Ogni volta che, al passare di una bella ragazza, il protagonista si volta, si sente un ululato in sottofondo, chiaramente "off" (gag mica male nel 1950).

Daniela 3/07/14 20:41 - 12662 commenti

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Formidabile l'inizio, con l'uomo che si reca in una stazione di polizia per denunciare il proprio omicidio. Quel che segue è un thriller stringente e ben oliato, sceneggiato impeccabilmente, diretto con mano sicura e senza fronzoli dall'artigiano Maté. Se non è un capolavoro assoluto del genere, lo si deve alla scelta del protagonista (il pur bravo O'Brien stenta a trasmettere l'angoscia di un uomo in procinto di morire), ad alcune soluzioni sbrigative, ad una colonna sonora a tratti troppo esortativa anche se dovuta a Tiomkin, maestro nel creare tensione. Buono ma le premesse erano da ottimo.

Ciavazzaro 14/12/15 16:59 - 4770 commenti

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Un piccolo gioiellino. Nero e disperato. In questo cupo noir si sa già quale sarà il destino del protagonista e per questo l'affannata ricerca della giustizia risulta ancora più disperata e coinvolgente. La trama è un meccanismo eccellente, con un bel movente dietro i delitti e la loro costruzione. Bravo O' Brien, si sente un po' la mancanza di una presenza femminile di spessore (nonostante le attrici si impegnino lodevolmente), ma è solo una pecca minore di fronte all'ottimo risultato finale. Senza speranza.
MEMORABILE: Il tanto sospirato incontro nel pre-finale.

Jdelarge 16/11/17 13:52 - 1000 commenti

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Bel noir diretto da Maté, il quale rispetta tutti i codici del genere senza, però, riuscire a dare veramente vita a situazioni memorabili, fatta eccezione per la frenetica sequenza girata nel club "The Fisherman", valorizzata da un montaggio "isterico" molto coinvolgente. Il resto è normale amministrazione, anche se il finale appare troppo frettoloso.

Pessoa 20/12/18 21:14 - 2476 commenti

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Gran bel noir di Maté che parte da un'atmosfera festosa per diventare sempre più "claustrofobico" fino al vorticoso finale. Il ritmo incessante rischia di travolgere dettagli importanti di uno script curatissimo privo di fronzoli. Anche la parentesi sentimentale, invece che alleggerire il racconto, porta istericamente la lancetta della tensione ancora più in alto. O'Brien rincorre il suo destino con l'abnegazione di un maratoneta inseguito dalle angoscianti musiche di Tiomkin. Purtroppo di film così non se ne fanno più. Visione consigliata!
MEMORABILE: La scena iniziale con l'arrivo alla stazione di polizia.

Myvincent 4/06/21 08:48 - 3741 commenti

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Porte che si aprono e si chiudono in continuazione, in questo noir in cui non c'è tempo da perdere per scoprire chi e per cosa si è avvelenata una persona in vacanza a San Francisco. La trama è troppo ingarbugliata per sembrare verosimile e le continue peregrinazioni del protagonista (il buon Edmund O' Brien) a volte producono un effetto involontariamente comico. L'epilogo invece è tragico e giustifica il titolo originale dell'opera. Si è visto certamente di meglio.

Bubobubo 18/12/21 16:58 - 1847 commenti

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Nel suo molto influente e ancora oggi frequentemente citato, nonostante nell'immaginario popolare non si posizioni tra i noir post-bellici più ricordati, al di là della brillante originalità dell'idea di partenza il film di Maté riesce a catturare magnificamente la strisciante aura di paranoia complottistica che stava avvelenando dall'interno una società americana alla vigilia della piaga maccartista. Sebbene qualche snodo narrativo sia in debito d'ossigeno (e di logica), la durata contenuta e la costruzione ad anello ne rilanciano il dinamismo. Laurette Luez splendida femme fatale.
MEMORABILE: Prologo ed epilogo.

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Nicola81 11/12/23 19:15 - 2857 commenti

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Più ascrivibile al genere thriller che al noir, è un inesorabile marchingegno ad alta tensione, reso ancora più opprimente dal fatto che il tragico destino del protagonista risulti segnato già in partenza. Maté imprime un ritmo frenetico e, nonostante la povertà di mezzi, può contare anche su un comparto tecnico all'altezza (fotografia di Ernest Laszlo, musiche calzanti di Tiomkin). O'Brien è più bravo nel trasmettere ansia che la sensazione di morte imminente, il resto del cast è nella media ma il ghigno dell'odioso sgherro di Brand si fa comunque ricordare.
MEMORABILE: L'inizio; In mano ai gangster e successiva fuga; Il finale.
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  • Homevideo Cotola • 2/09/10 11:29
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Esce in dvd a poco prezzo 7,50

    Ecco alcune caratteristiche:

    Produttore Kinos
    Distributore Terminal Video
    Anno pubblicazione 2010
    Area 2 - Europa/Giappone
    Codifica PAL
    Formato video 1,33:1
    Formato audio 1.0 Dolby Digital: Italiano Inglese
    Sottotitoli n.d.
    Tipo confezione Amaray


    C'è da fidarsi?

    Noir, nonostante il tuo nome, o forse proprio
    per quello, attendiamo lumi da te.
  • Homevideo Noir • 10/09/10 23:15
    Galoppino - 573 interventi
    Non saprei, penso che questa Kinos sia un ramo della Ermitage quindi può essere un buon prodotto come una ciofeca. Purtroppo con certe etichette è sempre un terno al lotto :-)
  • Homevideo Il Gobbo • 20/11/12 10:15
    Segretario - 762 interventi
    Io ho una precedente edizione Lux Vide, dalla grafica raccapricciante. Film vedibile tutto sommato, orrido ridoppiaggio (anche in finto 5.1), ma per fortuna con l'inglese originale e i sottotitoli. Insomma un classico dvd da cestone d'ipermercato, a 5 € passabile. Non so come sia il Kinos ma come ha detto Noir è la stessa famiglia Ermitage...
  • Curiosità Daniela • 23/02/20 21:59
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Il titolo originale recita D.O.A., acronimo di "Dead on Arrival": definizione usata in medicina legale per indicare che il paziente era clinicamente morto al momento dell'arrivo in ospedale o comunque prima che potessero essergli prestate cure.

    Il film ha avuto un remake nel 1988 con:
    D.O.A. - Cadavere in arrivo (D.O.A.) diretto da Annabel Jankel e Rocky Morton, con Dennis Quaid e Meg Ryan.