Lo snuff: alle origini di un (pessimo) mito
L'utilizzo del termine
to snuff (tradotto letteralmente significa "estinguere") associato all'atto dell'omicidio (e quindi all'
estinzione della vita, all'esalazione dell'ultimo respiro) risale, in letteratura, ai primi anni del XX secolo, ad esempio è riportato in
Tarzan and the Jewels of Opar (1916) di
Edgar Rice Burroughs.
L'estensione
snuff film, invece, è stata coniata da
Ed Sanders allorché l'autore scrisse, nel 1976,
The Family: The Story of Charles Manson's Dune Buggy Attack Battalion, in relazione a voci (non confermate) che volevano la setta mansoniana coinvolta nella realizzazione di film clandestini, di che tenore è facile intuire.
A consolidare l'utilizzo del termine, in gergo cinematografico, ci pensarono poi
Michael e
Roberta Findlay quando nel 1971, tra Cile e Argentina, realizzarono con un budget modestissimo (sui trentamila dollari) il pessimo
The Slaughter.
The Slaughter narra di una congrega di motocicliste capeggiate da Satan, un emulo di
Manson, in perfetto eco alla strage di Bel Air avvenuta nell'estate del 1969.
Il film ebbe svariate traversie produttive e fù solo a seguito di un tetro battage pubblicitario, adatto a valorizzare un sequenza finale aggiunta da un altro distributore, che trovò certo successo - a distanza di cinque anni - con il titolo alternativo di
Snuff, solleticando il lato morboso del pubblico, accorso nelle sale credendo di assistere a reali brutture commesse su esseri umani.