Svengali - Film (1931)

Svengali
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Titolo originale: Svengali
Anno: 1931
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Ispirato a un romanzo di George du Maurier, il film vanta due remake, uno del 1955 diretto da Noel Langley e l'altro diretto da Anthony Harvey nel 1983 con Jodie Foster, Holly Hunter e Peter O'Toole nei panni del protagonista. (Ermitage Cinema)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/03/10 DAL BENEMERITO CASINISTA
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Casinista 8/03/10 17:43 - 39 commenti

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Film suggestivo, sia per le particolari ambientazioni parigine che per il profilo fisico e psicologico del protagonista Svengali (John Barrymore), un musicista di origini polacche con accento tedesco, caratterizzato da particolari occhi che espimono sinistramente terrore ed angoscia. In diverse inquadrature John Barrymore ricorda Max Schreck nei panni del Conte Orlok in Nosferatu, il leggendario film del 1922 diretto da F. W. Murnau.

Cotola 31/07/13 11:00 - 9043 commenti

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Una prima parte troppo incline al "comico", rende "solo" notevole un film altrimenti straordinario sotto diversi aspetti: in primis la regia di Mayo che lavora tantissimo di movimenti di macchina (alcune riprese lasciano senza fiato) e non sarà mai più così ispirata. Splendide anche le scenografie, a tratti sghembe, che sono puro cinema espressionista. Ciliegina su una bella torta è la prova di Barrymore che dà vita ad un personaggio memorabile, specialmente per il suo sguardo letteralmente ipnotizzante.

Von Leppe 25/03/16 20:32 - 1262 commenti

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Ottimo film espressionista dalle notevoli scenografie e fotografia, con un John Barrymore ben calato nel suo ruolo. Affascinante l'ambientazione, soprattutto nella prima parte, tra gli artisti bohémien di Parigi, dove il sinistro musicista Svengali incontrerà la sua musa. La trama è molto classica e horror come vuole il più tipico espressionismo cinematografico. Buono anche il finale che non si piega alle aspettative più commerciali dello spettatore.
MEMORABILE: Svengali ipnotizza la sua preda attraverso la finestra e i tetti della città.

Rufus68 1/01/17 11:14 - 3842 commenti

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Un piccolo capolavoro del fantastico. Tra scenografie sghembe di marca espressionista, in una Parigi formicolante e cosmopolita (vi si parlano quattro lingue), ha luogo un dramma del possesso amoroso: in vita e in morte. Barrymore, barbuto, alto, insinuante, dallo sguardo avido di cose e vita (evidente una sua caratterizzazione ebraica), è eccezionale; la Marsh, nel ruolo di vittima, semplicemente adorabile. Poco conosciuto, forse proprio a causa degli afrori antisemiti di fine Ottocento, è opera da additare a una pronta rivalutazione.
MEMORABILE: Svengali richiama a distanza Trilby/Marsh coi suoi poteri da ipnotista.

Anthonyvm 19/03/22 01:52 - 5686 commenti

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Notevolissimo dramma dai toni gotici (specie nella prima metà), degno di attenzione per la prova di Barrymore nei panni del rasputinesco Svengali (figura grottesca quanto infine commiserevole, non a caso ispiratrice del Phantome lerouxiano) e per le scenografie squisitamente espressioniste di Anton Grot. La seconda parte, pur rendendo bene il decadimento fisico e sentimentale di Barrymore, non evoca la giusta tragicità romantica nel rapporto fra i due protagonisti. Comunque da vedere: il "volo" ipnotico dalla stanza di Svengali a quella di Trilby è un autentico capolavoro di regia.
MEMORABILE: La pessima cantante; La stanza dei pittori; Gli occhi bianchi di Svengali durante l'ipnosi; Gli edifici surreali e sghembi; Il finale concertistico.

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  • Curiosità Rufus68 • 1/01/17 12:06
    Contatti col mondo - 220 interventi
    A causa della caratterizzazione del personaggio di Svengali (che richiama l'immaginario antisemita a cavallo fra Ottocento e Novecento) la versione italiana del romanzo di George Du Maurier ("Trilby", edito nel 1894) ebbe vita difficile.
    Se ne conosce un'unica edizione (1944), a cura dell'Editoriale Romana (traduzione di Vinicio Marinucci).