La tentation de Saint-Antoine - Corto (1898)

Audace. Tecnicamente non offre nulla più della solita tecnica dello stop-motion per far apparire e scomparire oggetti e/o persone, ma la messa in scena della “Tentazione di S. Antonio” sposa il sacro, l’erotico, il macabro e persino il blasfemo: dalla discinta fanciulla che cerca di distrarre il santo orante sostituendosi a Gesù Crocifisso al momento in cui egli bacia un teschio in segno di penitenza. Sul fondale è disegnato un cupo antro, che ricorda certi dipinti del Medio Evo.

Davvero niente male. In questo breve corto un santo in pregheiera viene tentato da numerose fanciulle. Da citare la scena in cui un crocifisso si trasforma in ragazza a va verso l'uomo che stava pregando. Ottima tecnica come al solito, merita veramente.

Sant'Antonio prega il crocifisso, ma leggiadre donzelle cercano di farlo cadere nel peccato. Delizioso filmato che con la scusa religiosa ci mostra ragazze poco vestite e perfino una scena che oggi avrebbe scatenato le ire dei bigotti, e cioè una donna crocifissa. Ben fatto e, a suo modo, simpatico.

La tentazione di Sant'Antonio vista da Méliès. In pochissimi secondi riesce a comunicare tutto ciò che vuole, attraverso immagini sacre/profane, dove la tentazione è più nell'affidarsi alla morte/male (il teschio), che a cedere alle tentazioni della carne. L'immagine della donna sulla croce, dà forza ed intensità al film, oltre che ad essere (per i tempi) decisamente audace.

Piuttosto sorprendente. Non soltanto per le fanciulle che tentano il santo (alla fine dei conti sono in vestaglia...), addirittura toccandolo, ma per l'ultima parte, nella quale il protagonista, oramai bersagliato dalle tentazioni femminee, vede additittura una ragazza al posto di Cristo in croce. Decisamente coraggioso. ***

All'interno di una spelonca, sant'Antonio viene tentato da alcune fanciulle apparse dal nulla usando la solita tecnica dell'arresto della ripresa: gli effetti speciali sono gli stessi usati da Méliès. Il merito della pellicola è che nell'arco di un minuto viene mostrata l'intensa sofferenza del santo che tentato, afferra un teschio (simbolo della morte, come lo scheletro) allegoria del confronto psicologico che viene compiuto. Il film è da segnalare perché è il primo di genere religioso.

Georges Méliès dirige un cortometraggio a sfondo religioso che ha per protagonista Sant'Antonio tentato dalle grazie muliebri mentre è intento a pregare. Benchè assasi breve il corto è alquanto ripetitivo anche se mostra un "colpo d'ala" nel finale con la scena (davvero azzardata per il senso morale, specie all'epoca) di una donna crocifissa.

Georges Méliès anticipatore del surrealismo? Domanda retorica: Cristo crocifisso che si trasmuta in bella fanciulla fa pensare a un'idea di Breton o Buñuel... Il Maestro - anche attore protagonista - è qui alle prese con un soggetto religioso; la magia della sua arte giocherà tutta la partita. Il risultato è un flusso frenetico, ambiguo (erotico, mistico) che culmina nell'apparizione di un angelo salvifico. La tecnica è di interesse quasi esclusivamente archeologico ma il segno grafico ha fascino fulmineo, originalità e attitudine lungimirante.