Il porto delle nebbie - Film (1938)

Il porto delle nebbie

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/02/10 DAL BENEMERITO SAINTGIFTS
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Saintgifts 23/02/10 00:48 - 4098 commenti

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Quante cose possono succedere in due giorni in una città con un porto e quanti personaggi si muovono tra luci velate e umide, tutti in cerca di qualcosa e ognuno con la propria idea della vita e dell'amore e dove tutti vanno fatalmente incontro al loro destino. Tratto dal romanzo di Pierre MacOrlan, Carné, con la sceneggiatura di Prévert, ne ha fatto un film di grande spessore con inquadrature di primi piani non comuni sui volti di una giovane Morgan che incanta un indurito, ma generoso, Gabin. Solo il piccolo cane riuscirà ad essere libero.
MEMORABILE: La Morgan a Gabin: la gente si ama. No, la gente non si ama: non ne ha il tempo.

Cotola 24/02/10 23:43 - 8998 commenti

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Il realismo poetico trova una delle sue massime vette in questo splendido film firmato da Carné. Notevole sotto molti punti di vista: la regia, la sceneggiatura (del grande poeta Prevert), l’ottima fotografia di Schufftan, le scenografie, gli attori. Insomma ogni parte è di grande qualità ed alla fine i pezzi si incastrano perfettamente l’uno nell’altro. Coinvolgente ed emozionante. Sarebbe un peccato perderlo.

Pigro 30/09/10 08:17 - 9623 commenti

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Altro che nebbia: c'è la più cupa delle oscurità nelle vite di tutti i personaggi di questo film che tinteggia il melodramma con tonalità pre-esistenzialiste. Il disertore che vuole imbarcarsi è testimone e protagonista di uno scontro fra perdenti che si dibattono come pesci fuor d'acqua senza rendersi conto che tutto è finito ancor prima di iniziare. Suggestiva l'atmosfera messa a punto da Carné, l'identità quasi archetipica dei personaggi, i cenni simbolici (il suicida all'inizio, il cane randagio) e ovviamente attori carismatici.

Pau 16/07/10 13:07 - 125 commenti

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Ci sono film che invecchiano assai bene e forse non è il caso de "Il porto delle nebbie": troppo spesso risulta artificioso, studiato, quasi stucchevole, "letteratura filmata" in cui la poesia, a settant'anni distanza, rischia di tracimare nella pedanteria. Merita per la resa del cast (l'intensa Morgan e il patetico Simon più del'ingessato Gabin), per alcune trovate di Prevert (la figura del cane su tutte), per le bellissime e brumose inquadrature notturne girate da Carnè, per il senso struggente di sconfitta che aleggia sui protagonisti.
MEMORABILE: (Zabel, il personaggio interpretato da Michel Simon, a Nelly/Michèle Morgan): "Ma cosa avete tutti con l'amore?! C'è forse qualcuno che ami me?"

Galbo 2/10/10 05:40 - 12372 commenti

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Primo film del sodalizio artistico tra Carné e Gabin, Il porto delle nebbie si avvale della sceneggiatura di Prevért; un film che riassume tutte le caratteristiche della cinematografia del regista francese, a partire dal profondo pessimismo che trasuda dalla storia ed impregna il carattere dei personaggi. Quà e là la messa in scena e la struttura narrativa appaiono artificiose, ma si tratta senza dubbio di un'opera di grande impatto.

Stefania 8/03/11 23:40 - 1599 commenti

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A Le Havre c'è uno strano bar-rifugio che si chiama Panama, nome allusivo ad un irraggiungibile altrove. Jean, disertore in fuga, randagio senza padrone, la incontra proprio al Panama, Nelly, in fuga anche lei dalle viscide attenzioni del patrigno. Troppo simili per completarsi, Jean e Nelly si annulleranno a vicenda. Melodramma forse appesantito da dialoghi un po' impostati, ma realistico e impietoso nel raccontare la disfatta di un sogno di libertà che vorrebbe salpare da un porto senza navi, accerchiato da un invalicabile muro di nebbia.
MEMORABILE: "La gente non si ama: non ha il tempo per farlo".

Il Gobbo 22/11/12 14:48 - 3015 commenti

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Titolo celeberrimo, che conferma come non ci sia niente di più artefatto del realismo al cinema. Per carità, attori giganteschi, la rielaborazione (assai poco fedele, specie per la figura di Nelly) dello splendido romanzo di Mac Orlan, il Destino Cinico e Baro in una delle sue più esemplari rappresentazioni filmiche, non discutiamo nulla. Ma un vago sentore di muffa, uno straterello di polvere, una ragnatela qua e là, beh, ci sono.

Didda23 1/07/14 09:25 - 2424 commenti

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La prima collaborazione del trio Carnè-Prévert-Gabin genera un'opera interessante per l'impatto emotivo e per il pessimismo che aleggia per tutta la durata. Straordinario Jean Gabin, impersonificazione del perdente "con cuore" che è incapace di contrastare il volere maligno e beffardo del destino. Eccellente fotografia (del teutonico Schüfftan) dai colori tenui, con netta prevalenza delle sfumature del grigio. Un classico della cinematografia d'oltralpe, invecchiato malino ma ancora in grado di suscitare partecipazione nello spettatore.

Tarabas 12/09/16 18:24 - 1878 commenti

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Un disertore attende la nave che lo porti fuori dalla Francia, verso una nuova vita, ma al porto conosce una ragazza e tutto cambia. Film dall'aura mitica, anche per le vicende legate alla censura (di Vichy e successiva) e alla coppia Gabin-Morgan. Molte cose ancora colpiscono: innanzitutto la recitazione appassionata dei due, poi la bizzarra comunità che ruota intorno alla baracca di "Panama". Però il tempo si fa sentire, c'è un po' troppo melò e anche un po' di retorica (il personaggio del pittore).

Il Dandi 5/03/19 21:19 - 1917 commenti

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Censuratissimo all'epoca (soprattutto nelle versioni estere), definito un "film fascista" dal collega e commilitone Jean Renoir (in una Francia quasi occupata da lì a breve), "Il porto delle nebbie" è uno dei manifesti del realismo poetico, definizione che è già un ossimoro e di cui incarna perfettamente caratteristiche e contraddizioni del genere. Film di atmosfere e di milieu ma sopratutto di Jean Gabin, nel quale il duo Carné-Prévert trova per la prima volta la credibilità fisica e vocale del suo attore-feticcio. Tra i fondamentali.
MEMORABILE: Il cane.

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Magi94 19/05/20 23:53 - 942 commenti

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Famosa pellicola del realismo poetico francese, con sceneggiatura firmata nientemeno che da Jacques Prévert. Film affascinante ma non perfetto, che alterna momenti di rara poesia (l'arrivo in città, la ripresa del cane che zampetta dietro al protagonista...) ad altri un po' più stanchi, in cui i dialoghi scadono nella banalità o in ogni caso non rispondono bene al mezzo cinematografico. La sceneggiatura non è gran cosa ma lo è il soggetto, che ci presenta una serie di reietti della società condannati al loro destino. Attori meravigliosi.
MEMORABILE: Le scene avvolte da un realismo magico: il camion dell'incipit, il cane, le strade avvolte dalla nebbie e le riprese del porto.
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  • Homevideo Homesick • 23/03/10 10:13
    Scrivano - 1364 interventi
    Dal 26 maggio in dvd per Cecchi Gori/D Cult. Edizione restaurata e rimasterizzata.
  • Homevideo Cotola • 23/03/10 12:41
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    E' giornata di splendide notizie. Grande Homesick!!
  • Homevideo Il Gobbo • 22/11/12 14:50
    Segretario - 762 interventi
    In effetti la discontinua Dcult stavolta è andata in gol
  • Homevideo Tarabas • 22/11/12 15:49
    Segretario - 2069 interventi
    Ah, 2010. Stavo per scrivere "che senso ha produrre ancora rimasterizzazioni di film così importanti su dvd".