Se l'originale di Jacques Tourneur era considerato uno dei massimi esempi dell'orrore suggerito, mai mostrato, ricreato con virtuosismi di luci e ombre sfruttando al massimo le potenzialità del bianco e nero, il remake di Paul Schrader ne rappresenta quasi l'antitesi: la tremenda, sanguinaria pantera nera diventa protagonista fin quasi da subito. Dopo un prologo di grande suggestione girato nel deserto, dove già intuiamo quanto una fotografia ricchissima di contrasti cromatici e davvero splendida rivestirà un'importanza capitale, la scena si sposta a New Orleans (uno sfondo ben più ambiguoe e cupo dell'originale New York), dove la...Leggi tutto pantera del titolo fa sfoggio di tutta la sua crudeltà e mostra il suo corpo sinuoso senza alcuna remora. Non si tratta però dell'incarnazione della protagonista Nastassja Kinski (meno sottilmente misteriosa di Simone Simon ma allo stesso tempo dolce e sensuale) quanto di suo fratello Malcolm McDowell, che già della particolare tara familiare sa tutto. Ci vorrà del tempo prima che anche lei si renda conto della propria natura. Schrader punta molto sulla forma, senza tuttavia dimenticare di instillare nel suo film la necessaria dose di terrore e facendo comunque grande attenzione ai dialoghi e allo svolgimento. Crea una potente opera dark cui non manca una punta di surrealismo. La splendida colonna sonora di Giorgio Moroder (molto keyboards-oriented) funge da sottofondo ideale a un film classicamente Anni Ottanta (erano gli anni delle trasformazioni a vista dei lupi mannari di Landis e Joe Dante, e nel finale nemmeno Schrader si sottrae alla pratica, con esiti felici), un po' esile nel soggetto eppure capace di raggiungere le due ore senza ricorrere a troppe lungaggini. Non poteva mancare l'omaggio all'originale e alla scena clou in piscina.
Inutile remake del capolavoro di Tourneur. Se ne riprende la storia aggiungendovi elementi morbosi, incestuosi ed orrorifici, privandola del fascino sottilmente allusivo del film precedente. Più forma che sostanza, in poche parole. La Kinski è bellissima e sensuale, ma non possiede la classe e il carisma dell'inarrivabile Simone Simon.
Pur se non priva di situazioni vigorose (la trasformazione, le immagini del passato), la pellicola non apporta nulla di veramente nuovo rispetto al film degli Anni Quaranta. Inoltre il finale è eccessivamente prolisso e disperde la carica che aveva accumulato. Poteva essere ottimo, è "solo" buono, con momenti ottimi (bellissimi gli ultimi secondi).
Remake di un capolavoro (diretto da Jacques Tourneur nel lontano 1942), riuscito solo a metà grazie alla magnetica colonna sonora di Giorgio Moroder (per il quale si è aggiudicato il Golden Globe) ed alla capacità visionaria di Schrader, che si sbizzarrisce nella composizione di splendide soggettive ed inquadrature "pittoriche". Anche la scelta di attribuire il ruolo di Irena a Nastassja Kinski infonde ulteriore motivo d'interesse. Il versante negativo è dato dalla mal sviluppata (e confusionaria) sceneggiatura e dai grossolani spfx...
Una circense reincontra il fratello, dal quale scoprirà che la famiglia è afflitta da una maledizione che li trasforma in pantere nere quando fanno l'amore e che per tornare umani devono uccidere. Il film è un dignitoso horror, ovviamente ispirato all'originale se ne discosta però moltissimo lasciando poco all'immaginazione. Persino il rapporto eros-tanatos è più letterale che metaforico. Malgrado alcuni passaggi confusi e naif, la trama è ben strutturata. Gli effetti speciali sono datati. Comunque la Kinski è bellissima e da sola vale il "biglietto".
Un horror urbano, con ottimi apici di delirio e sessualità morbosa. Piuttosto che sfruttare tutta la tecnologia disponibile negli anni 80, Schrader filtra effetti speciali e colpi di scena (altrimenti piuttosto banali) dilatando l'orrore in maniera impeccabile. Nastassja Kinski, che durante la mutazione rivela un'impressionante somiglianza con l'illustre genitore diretto da Herzog, sprigiona sensualità a non finire. McDowell è un Nicholson che purtroppo rimarrà per sempre associato al solo "drugo" di Arancia Meccanica. Musiche di Moroder e Bowie.
Remake del capolavoro di Tourner. Premesso che i due film sono imparagonabili (il secondo ne uscirebbe con le ossa frantumate) va detto che Schrader realizza una pellicola interessante soprattutto per le buone atmosfere. Altalenante nel ritmo e nella qualità è comunque un lavoro di buona fattura. Bellissima la Kinski così come la pantera in cui si trasforma a causa della maledizione. Naturalmente se cercate le suggestioni dell'originale è meglio che lasciate perdere.
Come nelle storie d'amore che contano, quello che importa è la sostanza e non la forma: e se la forma è una pantera nera si tratta di un vero problema. La drammaticità del divieto di amare (eccetto persone delle propria famiglia... felinesque) è vissuta da Natasja/Irina in modo triste e melanconico, rendendo il suo personaggio molto leggiadro e allo stesso tempo felino. McDowell matto come al solito.
Forse uno degli horror/fantasy che amo di più in assoluto, superiore nettamente all'originale tourneuriano e intriso di umori schraderiani, tra sessualità e squarci splatter. Tutto è perfetto, dallo score di Giorgio Moroder alla fotografia di John Bailey (indimenticabili le scene di apertura sul "non luogo " popolato da pantere e uomini pittati con le lance), sino alla trasformazione ferina della Kinski ad opera di Tom Burman (da antologia la perdita del sangue virginale davanti allo specchio). La Kinski mai più così magnetica. Capolavoro.
MEMORABILE: Il braccio strappato a Ed Begley jr dalla pantera allo zoo; le scene di sesso tra la Kinski e Heard; il ruggito della pantera sui titoli di coda.
Pur non paragonabile per efficacia all'originale, questa rivisitazione de Il bacio della pantera, è comunque interessante e meritevole di visione. Il regista punto molto sul lato erotico/sessuale e trova nella Kinski un'interprete decisamente adeguata e probabilmente in uno dei migliori ruoli della carriera. Il film inoltre si avvale di un'ambientazione (è stato realizzato a New Orleans) efficace. Anche la colonna sonora è di buon livello, mentre non si può dire lo stesso degli effetti speciali, che avrebbero dovuto essere più curati.
Remake che tratta il tema delicato dell’incesto, travestito con la fantasia dell’atavica maledizione che lo fa sembrare meno esplicito. Non è pienamente riuscito ma gli attori per i due ruoli principali sono indovinati. McDowell ha la faccia inquieta e il fisico giusto per rappresentare una pantera anche quando è in sembianze umane e la Kinsky è abbastanza fascinosa. C'è un certo clima di mistero ma c’erano pure i margini per fare meglio. Ci si può facilmente accontentare di un film che a suo modo propone un finale romantico. ***
Remake piuttosto degno del celebre capolavoro di Jacques Tourneur. La versione di Schrader, riveduta e corretta ai giorni nostri, presenta una fotografia affascinante e un prologo che da soli meritano già la visione. L'erotismo della Kinski e la follia di McDowell fanno il resto. Ottimo l'intermezzo onirico verso la fine della pellicola che spiega ciò che in parte già si evince dal prologo. Superba la colonna sonora di David Bowie a impreziosire il tutto.
Premetto che non ho mai visto l'originale del '42, ma questo remake di Schrader mi sembra già un capolavoro; la fusione di elementi orrorifici e torbida sessualità è affascinante, le atmosfere deliranti e malate, la colonna sonora (di David Bowie) suggestiva e funzionale. Ottimi i due interpreti principali (una giovane e bellissima Kinski ed un ambiguo McDowell). Superlativo.
MEMORABILE: Il sogno di Irina, in cui lei incontra il fratello morto che le racconta la storia della loro razza.
Ci sono cose buone in questo remake (che è inutile tentare di paragonare all'originale) come la scelta di New Orleans, le musiche, McDowell e la Kinski nonché alcune scene (la piscina, la prima volta di Irina). Ciononostante non riesce a coinvolgere, forse perché oltremodo prolisso; bisogna arrivare oltre la metà per cominciare a interessarsi, ma anche da lì non è che fili tutto così liscio. Si ha la sensazione che il corpo della Kinski e gli amplessi (specie l'ultimo) abbiano troppo influenzato la sceneggiatura verso una svolta erotico-pruriginosa.
Pregevole horror/fantasy ed esempio più unico che raro di remake che non ha nulla da invidiare all'originale. Il mutare dei tempi consente una decisa sterzata sul versante erotico/morboso, ma Schrader mantiene comunque un'indiscutibile eleganza stilistica e gestisce bene per quasi due ore un soggetto tutto sommato piuttosto scarno. Ambientazione efficace, bella colonna sonora e splendida fotografia, ma il vero punto di forza è la prova di una Kinski perfetta nel suo mix di sensualità e innocenza.
MEMORABILE: Il prologo; La prima apparizione della pantera; La scena onirica; La trasformazione della Kinski; Il finale.
Molto più articolato della versione originale anni '40, il film si avvale di una protagonista altrettanto avvincente e soprattutto di una maggiore sfaccettatura narrativa che in parte ne aggiunge profondità. Sesso a parte, c'è un ricorso a una violenza più esplicita (come era ovvio aspettarsi) e una pietas verso la triste sorte della protagonista, la cui diversità non è mai motivo di scandalo. Malcom McDowell esagera in espressioni cattive.
Bello e non per pochi motivi: la colonna sonora mai invasiva e sempre permeante, uno splatter dosato ma gustoso, la suggestione e l’arte di molte scene e soprattutto la carica sensuale elettrizzante di una splendida Kinski (pur non disprezzando assolutamente, in tema di bellezza, quella meno sfavillante della O’Toole). Un paio di scivoloni non gli tolgono lo status di cult, al quale contribuisce anche il braccio di Ed Begley. Animalesco.
E' davvero un remake memorabile. Tecnicamente è tutto perfetto: dalla fotografia psichedelica e notturna di John Bailey alle musiche di Moroder, che ci proiettano nei siderali e tetri meandri della psiche di Irena (una sensualissima e conturbante Kinski, a dir poco seducente e irresistibile). Si va da un McDowell luciferino all'elegantissima regia di Schrader, tecnico ma anche essenziale, che ci regala momenti magici, feroci e pregni di lisergico onirismo. Erotico e sanguigno. Ammaliante e oscuro.
MEMORABILE: I riti nel deserto rosso fuoco; La sequenza con la squillo, agghiacciante; L'aggressione con arto divelto; Paura in piscina; L'allucinazione con serpente.
Trasmette una carica erotica pazzesca e questo grazie alla magnifica interpretazione della splendida Nastassja Kinski. La doppia natura della protagonista, che lotta con se stessa finendo vittima della propria trasformazione, rappresenta il passaggio all'età adulta. Ecco che allora il sangue che sgorga può essere associato al suo divenire donna. Un horror sì, ma che ci ricorda come la natura, se pervertita, possa diventare mostruosa.
Dopo 40 anni esatti dal gioiello omonimo, col quale è inutile e dannoso fare paragoni, ecco un prodotto non indegno e con una buona capacità suggestiva, bella musica (c'è anche un pezzo cantato da David Bowie) e due interessanti attori con corpi ottimi per il ruolo (Kinski e McDowell). L'insieme è quello che è, con alti e bassi, quest'ultimi perdonabili tutto sommato. Lo si guarda con curiosità (l'atmosfera riesce a coinvolgere) e alcune sequenze hanno una discreta forza evocativa ed erotica.
La trama è quello che è ma i pregi del film sono ben altri. Prima di tutti una potente visionarietà che si esplica in alcune scene come lo straordinario inizio nel deserto o l'albero delle pantere-uomo. Ottima anche l'ambientazione in una lussureggiante New Orleans, ottime le sognanti musiche di David Bowie. Poi c'è la Kinski, di una bellezza assoluta e perfetta nel ruolo della donna pantera. Non manca qualche buona scena splatter e una bella trasformazione licantropica. Pregi che fanno dimenticare qualche incongruenza narrattiva.
Fratello e sorella con ascendenti felini mettono scompiglio a New Orleans per nutrirsi (lui) e per amare (lei). Schrader trova un bel clima notturno mescolato alle presenze animali e i ruggiti delle pantere aiutano il thrilling. Peccato per diversi buchi temporali e un finale accomodante. Fisiognomica che regna nella scelta degli attori: McDowell ha le movenze, la Kinski è perfetta nella sua ambigua sensualità. Le musiche di Moroder non si discutono ma i temi elettronici non sembra si sposino con la pellicola.
MEMORABILE: La pantera vista dalla telecamera interna della stanza d’albergo; La Kinski che chiede alla rivale in amore se le ha messo paura in piscina.
Remake che si caratterizza per il grande fascino emanato da Nastassja Kinski, dagli animali presenti nel film e dall'ambientazione oscura, quasi dark. Elementi morbosi e incestuosi completano un quadro interessante, che però stenta a decollare e resta comunque lento per tutto il film, con una serie di promesse non mantenute per tutta la sua durata. L'aspetto visivo, insomma, funziona, ma manca un po' la paura. Ottima la colonna sonora. Comunque buono.
Puntando soprattutto sugli aspetti più morbosamente sessuali, Schrader dirige un remake che, pur senza possedere il fascino ipnotico dell'originale, riesce ad intrigare grazie all'indovinata ambientazione a New Orleans, scelte suggestive nella colonna sonora, un cast azzeccato: Kinski nel miglior ruolo di una carriera piuttosto avara di buone occasioni, McDowell che non deve sforzarsi per risultare inquietante e Heard mai così attraente. Il risultato complessivo è però inficiato da sequenze poco riusciti, dialoghi non privi di cadute di gusto, effetti speciali modesti.
MEMORABILE: La sequenza "tribale" all'inizio; Putting Out Fire di David Bowie e Moroder nella colonna sonora.
Remake del celeberrimo film di Jacques Tourneur. Rispetto a quello, questo si contraddistingue specialmente per la carica erotica cdella storia, ma anche per certe sfumature psichedeliche. Suspense e tensione, seppur ai minimi giri, non mancano. Quasi incantevole Nastassja Kinski, in uno dei suoi migliori ruoli. Regia poco efficace. Moroder alla colonna sonora.
Inizia e si conclude in luogo quasi dantesco, dove la libido è una porta di cui l’uomo ha perduto la chiave e l’amplesso un rituale che sancisce una condanna primigenia. Così Paul Schrader in queste elegie che spalancano i cancelli dei sensi e le gabbie degli orrori esibisce una vena registica infervorita e ai limiti della perfezione. La Kinski, mai così totemica, rivela una penetrante mimica facciale, generosamente ostentata ma anche delicatamente malinconica. OST monumentale.
Logico update dell'opera tourneuriana, che traspone in immagini quanto negli anni '40 poteva solo essere (magistralmente) suggerito, per limiti censorii o anche solo pecuniari. Schrader esalta con eleganza l'intenso erotismo del soggetto originale, curando minuziosamente l'estetica dell'insieme, dalla conturbante fotografia alla surreale costruzione degli ambienti (ammaliante l'uso degli effetti visivi, dai tocchi visionari anche negli ambiti meno astratti). Le musiche di Moroder (con Bowie) e la sensualità travolgente della Kinski fanno il resto. Ottimi gli SFX "mutevoli" bakeriani.
MEMORABILE: Attacco a Lynn Lowry; La passeggiata notturna della Kinski senz'abiti; Il braccio strappato; La celebre piscina; Il finale (meglio del capostipite).
Un horror suggestivo e d'autore, che a partire dall'originale - di cui riprende alcuni momenti - adatta la storia agli entranti anni '80 soprattutto da un punto di vista visivo; l'impostazione è lussuosa, elegante, con sequenze fotografate con grande stile che donano un'atmosfera affascinante. Schrader punta molto sull'aspetto sessuale della storia, con le tensioni dei protagonisti che aumentano di pari passo con le trasformazioni fisiche, in un crescendo ben reso e non privo di SPFX efficaci e di qualche scena feroce. Azzeccata l'ambientazione a New Orleans, meravigliosa la Kinski.
MEMORABILE: Il braccio strappato; La perdita della verginità; Il finale; Il tema della Ost di Bowie/Moroder.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Ci ha lasciato, alla veneranda età di 91 anni, l'affascinante e conturbante Ruby Dee
Non solo la ricorderò per una scena superfetish da mille e una notte in The Balcony, dove il giudice interpretato da Peter Brocco le adorava la scarpina, con lei seduta sulla sedia elettrica
Ma resterà per sempre nella mia memoria come "megera" dal sapor "necromantico" della Louisiana nel capolavoro assoluto di Paul Schrader Il Bacio Della Pantera
Visto dopo decenni in dvd. Ho notato una scena con nuovi doppiatori. Quando Nastassja e Annette parlano nel negozio di souvenir. Era una scena tagliata ??? Poi dovrei riguardarlo bene ma ci stava pure un'altra scena con voce nuova.
Visto dopo decenni in dvd. Ho notato una scena con nuovi doppiatori. Quando Nastassja e Annette parlano nel negozio di souvenir. Era una scena tagliata ??? Poi dovrei riguardarlo bene ma ci stava pure un'altra scena con voce nuova.
E' una cosa comune in tantissimi film del passato usciti in dvd/blu-ray di avere micro-sequenze con nuove voci, mi viene in mente per esempio "Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan" nella scena in cui il tenente Neil Briggs si rivolge a Callaghan dicendogli "3...nei hai sempre 3" con un terribile accento regionale. Non ho mai capito se si tratti di scene non uscite al tempo in Italia o se il doppiaggio originale sia andato perduto o rovinato.