Nel suo terzo cortometraggio (anzi, cortissimo: solo un minuto!), Méliès omaggia i fratelli Lumière dirigendo un remake della loro Partita a carte. La graziosa scenetta, ancor priva di invenzioni visive e primigeni effetti speciali, assume caratteri realistici e metastorici, immortalando tre uomini – uno dei quali Méliès stesso - seduti sereni ad un tavolo mentre giocano a carte, ridono, scherzano, fumano e sorseggiano un bicchiere: quello che si può vedere ancor oggi in un qualsiasi bar di paese.
Deliziosa risposta in forma di burla dell'impagabile Méliès alla Partita a carte dei Lumière. Il mago del cinema ribalta l'opera originale, portandola anzitutto a un livello più popolare, e poi giocando di più sul riso, non inserendo cose comiche, ma mostrando i tre giocatori a carte e la cameriera (ben piantata...) in piene risate. Insomma, è forse la prima parodia della storia del cinema, ma la verve di Méliès si coglie bene solo vedendo anche l'originale.
Poco più di un minuto e mezzo per questo brevissimo, ma allo stesso tempo divertente, cortometraggio di Georges Méliès. La partita a carte in questione è una risposta burlesca al cortometraggio dell'anno precedente dei fratelli Lumière. La partita a carte viene usata come mezzo per filmare la quotidianità in maniera gioiosa e divertente. La sua bellezza sta nell'essenzialità.
Lo studio di produzione di Montreuil sarà realizzato soltanto nel 1897. Qui, Méliès si... arrangia come può, girando il suo primo corto nel giardino di casa, usando la luce solare diretta, nonché scritturando come attori amici e familiari! Ma la scenetta è deliziosa, e non manca, nella sua brevità, di una certa sospensione drammatica: la partita di carte dovrebbe iniziare, ma qual è la notizia che Méliès si attarda a leggere sul giornale nel divertimento generale? Riesce sempre a incuriosirci, lui, riesce subito a "fare cinema"!
Ci troviamo di fronte alla prima parodia della storia mondiale del cinema? Non lo si può per nulla escludere. La cosa più buffa, nel confronto con l'originale film Lumière, sta nella cospicua differenza fra l'esile garçon del film precedente e questa cameriera, decisamente cicciona, che serve in tavola i tre Méliès, che ci appaiono quanto mai allegrotti. Carino.
Mèliès si rifà a Lumiere e non è chiaro l'intento, se parodia o se provare lo stesso esperimento. Ciò che è sicuro è che cambia l'approccio: non ride più solo il cameriere ma lo fanno tutti, gestuali, irrequieti; la cameriera addirittura qualche volta guarda in camera.
Probabilmente il primo remake della storia. Riprende la stessa inquadratura del cortometraggio originale dei fratelli Lumiere e viene arricchito di particolari e movenze teatrali quasi esasperate. Il cameriere è sostituito da una donna giunonica, la quale viene convocata tramite la bambina che si vede all'inizio.
Un "quadretto" familiare immortalato da Georges Méliès in un atto di gioiosa quotidianità e nello stesso tempo uno dei primi "remake" della storia del cinema. Come special guest, una paciosa servitrice. La famiglia Méliès, per la precisione i componenti maschili della stessa, nell'atto di effettuare una partita a carte, in un'atmosfera di completa rilassatezza, tipica dell'ambiente domestico. Breve ma incisivo.
Strana operazione questa compiuta da Méliès: in pratica fa una parodia/remake del filmino girato poco prima dal "rivale" Lumière. La situazione di base è esattamente la stessa: due giocatori, uno spettatore e una cameriera piuttosto in carne (al posto dello smilzo corrispettivo maschile dell'originale) che serve da bere. Lo svolgimento non offre grandi variazioni e tutto sembra fatto solo per divertire il realizzatore dell'opera.
Georges Méliès HA DIRETTO ANCHE...
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La bambina vestita di bianco che compare nel corto è Georgette,
la figlia di Méliès. Aveva, allora, otto anni! E la domestica che serve il vino? Beh, anche lei è una (quasi) di famiglia: la domestica Octavie, già da molti anni collaboratrice domestica della famiglia Méliès. Anche lei immortalata nel primo cortometraggio del suo fantasioso datore di lavoro!